Sicurezza Informatica
Malesia: dati dei cittadini esposti in Internet e non nel Dark Web
Tempo di lettura: 2 minuti. Tutto ciò che serve è il nome di una persona e l’anno di nascita, e si può verificare che lavora per la polizia o per l’esercito malese
Sono state sollevate preoccupazioni per un possibile punto debole nel sistema di sicurezza informatica della Malesia, che potrebbe potenzialmente garantire a persone senza scrupoli l’accesso ai dati di milioni di malesi.
La falla si sarebbe verificata sotto forma di uno strumento di Open Systems Intelligence (OSINT) disponibile su Internet pubblicamente accessibile, che in teoria consentirebbe a chi ha sufficiente know-how di accedere ai dati personali delle persone.
Gli esperti hanno affermato che, mentre in precedenza i dati personali degli individui erano disponibili sul “dark web“, rendere le informazioni facilmente reperibili su “clearnet“, o Internet pubblicamente accessibile, è un gioco del tutto diverso.
La presunta violazione dei dati è stata evidenziata da un utente dei social media che si fa chiamare “Cyber Guardian” tramite l’account Twitter @Radz1112.
“C’è uno strumento OSINT già disponibile in ‘clearnet‘ che utilizza il database del National Registration Department (NRD) trapelato.
“Tutto ciò che serve è il nome di una persona e forse l’anno di nascita, e si può verificare che lavora per la polizia o per l’esercito malese“, ha affermato l’utente in una serie di tweet, accompagnati anche da screenshot della presunta ricerca effettuata con lo strumento.
L’utente ha affermato che anche le informazioni relative all’applicazione MySejahtera possono essere recuperate utilizzando lo strumento. Tuttavia, l’utente ha affermato che è necessario pagare per ottenere le informazioni.
Anche se nessuna delle affermazioni è stata ancora verificata, hanno attirato l’attenzione del presidente del DAP Social Media Bureau Syahredzan Johan.
“Sì, esiste un sito, accessibile da una ricerca su Google, che permette a chiunque di cercare un malese in base al suo nome, al numero di carta d’identità (IC) e/o alla data di nascita. Se si cerca una persona per nome, apparirà il suo numero di ID (identificazione) ‘anggota‘”, ha detto lo stesso utente in uno scambio su Twitter con Syahredzan.
L’utente ha anche affermato di aver ricevuto molti messaggi privati che richiedevano il sito web.
“No, non ho intenzione di condividerlo. Qualcuno potrebbe usarlo per fare del male a qualcun altro. È un potere troppo grande che chiunque dovrebbe avere“, ha detto l’utente.
Alla luce di queste affermazioni, l’utente ha anche esortato i malesi a rimuovere il loro vero nome, qualsiasi indicazione della loro data di nascita, cancellare le foto della loro targa e lo stato in cui sono nati dai loro account sui social media.
“Non possiamo e non dobbiamo smettere di sostenere una migliore sicurezza informatica nazionale. Solo perché siamo ‘doxx-able’ (vulnerabili all’esposizione online) per essere nati prima del 2004, non significa che i nostri figli debbano subire la stessa sorte“, ha detto l’utente.
Syahredzan ha esortato le autorità a prendere sul serio la questione.
“Ho controllato il sito, e mentre i dati dettagliati richiedono una registrazione e un pagamento (che non voglio fare), i dati personali sembrano esserci. Ad esempio, basta cercare il nome di una persona per trovare il numero di CI (redatto). È molto preoccupante“, ha dichiarato.
Tuttavia, gli esperti ha affermano che lo strumento potrebbe essere facilmente rimosso dalle autorità in caso di denuncia.
Sicurezza Informatica
Geopolitica Digitale: novità da Cina, Russia e India
Tempo di lettura: 2 minuti. Cina guida le comunicazioni quantistiche, mentre Russia e India si preparano a minacce fisiche e informatiche globali.
L’innovazione tecnologica e le minacce alla sicurezza cibernetica continuano a guidare l’agenda globale e Cina, Russia e India stanno implementando strategie diverse, ma cruciali per la difesa e il progresso digitale. Mentre la Cina si concentra sulla leadership nella tecnologia quantistica, la Russia sembra prepararsi a minacce fisiche come il sabotaggio di cavi sottomarini, e l’India sta formando un corpo specializzato di Cyber Commandos per combattere le minacce informatiche interne.
La leadership quantistica della Cina
La Cina ha compiuto passi da gigante nel settore delle comunicazioni quantistiche, in particolare con lo sviluppo di reti di distribuzione a chiave quantistica (QKD). Secondo un recente rapporto dell’Information Technology & Innovation Foundation (ITIF), la Cina ha creato la più lunga rete QKD al mondo, il Beijing-Shanghai backbone, che copre oltre 1.200 chilometri. Questa tecnologia rappresenta un metodo quasi inespugnabile di crittografia dei dati, mettendo la Cina in una posizione di vantaggio nella sicurezza delle comunicazioni.
Nonostante gli Stati Uniti siano in vantaggio nell’hardware per il quantum computing, come lo sviluppo di chip superconduttori, la Cina ha puntato molto sull’applicazione pratica delle tecnologie quantistiche. Tuttavia, il rapporto sottolinea che mentre gli Stati Uniti si concentrano sulla ricerca di base, la Cina ha creato un sistema più centralizzato e rapido per la transizione dalla ricerca all’applicazione.
La Russia e il rischio di sabotaggio dei cavi sottomarini
Negli ultimi tempi, le attività navali russe vicino ai cavi sottomarini hanno destato preoccupazione tra le autorità statunitensi. Questi cavi trasportano più del 95% dei dati internazionali, rendendoli obiettivi critici per potenziali attacchi fisici o informatici. Rapporti recenti indicano che la Russia sta sviluppando capacità militari per il sabotaggio di queste infrastrutture, attraverso unità come il General Staff Main Directorate for Deep Sea Research (GUGI).
Un eventuale attacco ai cavi sottomarini potrebbe causare danni enormi alle comunicazioni governative, militari e private, non solo durante i conflitti internazionali, ma anche in tempo di pace. Le implicazioni di tali azioni sono considerate molto gravi e potrebbero portare a escalation indesiderate tra le potenze mondiali.
L’India e la formazione dei Cyber Commandos
In risposta alle crescenti minacce informatiche, l’India ha annunciato la creazione di una squadra di 5.000 Cyber Commandos entro i prossimi cinque anni. Questi specialisti saranno incaricati di affrontare il crimine informatico e proteggere il vasto ecosistema digitale del paese. Inoltre, l’India ha avviato altre iniziative come la creazione di un Cyber Fraud Mitigation Centre (CFMC) e un registro nazionale dei sospetti cyber-criminali.
Il ministro Amit Shah ha sottolineato l’importanza di una stretta cooperazione tra gli stati indiani per combattere efficacemente il crimine informatico, poiché i criminali operano senza confini. Con oltre il 46% delle transazioni digitali globali provenienti dall’India, la necessità di rafforzare la sicurezza cibernetica del paese è diventata una priorità assoluta.
Mentre la Cina si afferma come leader nelle comunicazioni quantistiche, la Russia aumenta la minaccia di sabotaggi fisici alle infrastrutture digitali globali, e l’India rafforza le sue difese informatiche con una forza specializzata. Il panorama globale della sicurezza cibernetica e tecnologica continua a evolversi rapidamente, evidenziando la necessità di cooperazione internazionale e innovazione continua per affrontare sfide sempre più complesse.
Sicurezza Informatica
Vulnerabilità Apple in Vision Pro e macOS
Tempo di lettura: 2 minuti. Le vulnerabilità scoperte in Apple Vision Pro e macOS hanno esposto gli utenti a rischi significativi, ma Apple ha risposto prontamente con aggiornamenti di sicurezza.
Di recente, due importanti vulnerabilità di sicurezza sono state identificate nei dispositivi Apple, una riguardante il nuovo Apple Vision Pro e l’altra legata a un grave problema di sicurezza su macOS. Entrambi i problemi hanno potenzialmente esposto gli utenti a rischi significativi, ma Apple ha risposto prontamente con aggiornamenti di sicurezza per proteggere i propri dispositivi e i dati degli utenti.
Vulnerabilità dell’Apple Vision Pro: attacco GAZEploit
Una vulnerabilità recentemente scoperta, identificata come CVE-2024-40865, ha colpito l’Apple Vision Pro, un dispositivo di realtà mista lanciato da Apple. Questo difetto di sicurezza, noto come GAZEploit, ha permesso a potenziali attaccanti di sfruttare i movimenti oculari degli utenti per determinare ciò che veniva digitato sulla tastiera virtuale del dispositivo. I ricercatori hanno scoperto che osservando il comportamento dell’avatar virtuale di un utente, era possibile ricostruire il testo inserito, inclusi dati sensibili come password e altre informazioni private.
L’attacco si basava su un modello di apprendimento supervisionato che analizzava i movimenti oculari e la posizione della tastiera virtuale, mappando queste informazioni ai tasti corrispondenti. Questo processo, noto come keystroke inference, rappresentava una grave minaccia per la privacy degli utenti. Tuttavia, Apple ha risolto il problema con l’aggiornamento a visionOS 1.3, sospendendo il componente vulnerabile chiamato Persona durante l’uso della tastiera virtuale.
Vulnerabilità di macOS: attacco Zero-Click tramite invito al Calendario
Nel frattempo, una vulnerabilità in macOS ha esposto gli utenti a un attacco “zero-click” tramite inviti al calendario. Questa vulnerabilità, identificata come CVE-2022-46723, ha consentito agli attaccanti di inviare inviti malevoli che, una volta ricevuti, permettevano l’installazione di software dannoso senza alcuna interazione da parte dell’utente. Questo tipo di attacco è particolarmente pericoloso perché non richiede che l’utente faccia nulla, rendendo molto difficile individuarlo o evitarlo.
Apple ha risposto prontamente a questa minaccia con un aggiornamento per rafforzare i permessi dell’app Calendario e impedire l’esecuzione di software dannoso. Questo rapido intervento ha dimostrato l’impegno di Apple nel proteggere i suoi utenti e nel garantire la sicurezza dei loro dati.
Le recenti vulnerabilità in Apple Vision Pro e macOS hanno evidenziato quanto sia importante per gli utenti rimanere vigili e aggiornare regolarmente i propri dispositivi. Nonostante Apple abbia risposto rapidamente con patch di sicurezza, queste minacce sottolineano la necessità di una costante attenzione alla sicurezza informatica.
Sicurezza Informatica
Android.Vo1d: Malware infetta 1,3 Milioni di TV Box in 200 Paesi
Tempo di lettura: 2 minuti. Android.Vo1d, un malware che ha infettato oltre 1,3 milioni di TV Box in 197 paesi, sfrutta vulnerabilità in versioni obsolete di Android per scaricare software malevolo.
Recentemente, i ricercatori di Doctor Web hanno scoperto una nuova minaccia chiamata Android.Vo1d, un malware che ha infettato circa 1,3 milioni di dispositivi TV Box in 197 paesi. Il malware è un backdoor che si installa nella memoria di sistema del dispositivo, permettendo agli attaccanti di scaricare e installare software di terze parti in modo segreto. L’infezione colpisce diversi modelli di TV Box, spesso basati su versioni obsolete di Android, rendendo questi dispositivi particolarmente vulnerabili agli attacchi.
Il Malware Android.Vo1d: Meccanismo di attacco
Il malware Android.Vo1d si diffonde principalmente sfruttando vulnerabilità nei dispositivi TV Box con versioni obsolete di Android. Gli attaccanti utilizzano il backdoor per ottenere accesso root al sistema e inserire componenti maligni, come i file vo1d e wd, che vengono memorizzati in directory critiche del sistema. Questo consente al malware di persistere anche dopo un riavvio del dispositivo.
Il file install-recovery.sh, presente su molti dispositivi Android, viene modificato per assicurare l’esecuzione automatica dei componenti del malware. Inoltre, il malware utilizza altri strumenti, come daemonsu e debuggerd, per mascherare i suoi processi e aggirare i meccanismi di sicurezza.
Diffusione e Impatti Globali
L’infezione si è diffusa a livello globale, con la maggior parte dei casi segnalati in paesi come Brasile, Marocco, Pakistan, Arabia Saudita, Russia e Argentina. Una delle ragioni per cui gli attaccanti hanno scelto di colpire i TV Box è che spesso utilizzano versioni di Android obsolete, come la 7.1, che presentano vulnerabilità non risolte e non ricevono più aggiornamenti di sicurezza.
Il malware può scaricare ed eseguire nuovi eseguibili, su comando da server di controllo remoto, e monitorare directory specifiche per installare ulteriori file APK malevoli. Questo rende i dispositivi infetti estremamente vulnerabili, soprattutto se l’utente non installa software di sicurezza.
La scoperta di Android.Vo1d evidenzia secondo drWeb ancora una volta l’importanza di mantenere aggiornati i dispositivi e di evitare l’uso di firmware non ufficiali. Gli utenti di TV Box sono particolarmente a rischio a causa dell’assenza di aggiornamenti di sicurezza. Soluzioni antivirus, come quelle fornite da Doctor Web, possono aiutare a rilevare e rimuovere il malware su dispositivi con accesso root.
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