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Sicurezza Informatica

Membri di FIN9 accusati di attacchi informatici a società USA

Quattro membri del gruppo FIN9 accusati per attacchi informatici a società USA, causando perdite superiori a 71 milioni di dollari.

Il 24 giugno 2024, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha annunciato che quattro membri del gruppo di cybercriminalità FIN9 sono stati accusati per il loro ruolo in una serie di attacchi informatici che hanno causato alle aziende USA perdite superiori a 71 milioni di dollari. Gli imputati, Ta Van Tai, Nguyen Viet Quoc, Nguyen Trang Xuyen e Nguyen Van Truong, sono accusati di hacking, frode telematica, furto d’identità e riciclaggio di denaro.

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Intrusioni informatiche e perdite finanziarie

Il gruppo FIN9, attivo dal maggio 2018 all’ottobre 2021, ha utilizzato campagne di phishing e attacchi alla catena di approvvigionamento per ottenere accesso non autorizzato alle reti informatiche delle aziende vittime. Una volta ottenuto l’accesso, i membri del gruppo hanno esfiltrato informazioni riservate, benefici dei dipendenti e fondi. Le informazioni rubate includevano dati personali e delle carte di credito dei dipendenti e dei clienti delle aziende vittime.

Per nascondere le loro identità, i membri del gruppo utilizzavano le informazioni rubate per registrare conti online su exchange di criptovalute e società di hosting di server. Le carte regalo rubate venivano poi vendute a terzi attraverso account registrati con nomi falsi su marketplace di criptovalute peer-to-peer.

Dettagli delle Accuse

Gli imputati sono accusati di cospirazione per commettere frode, estorsione e attività correlate con i computer, cospirazione per commettere frode telematica e danni intenzionali a computer protetti. Se condannati, rischiano fino a cinque anni di carcere per la cospirazione per frode e estorsione, fino a 20 anni per la cospirazione per frode telematica e fino a 10 anni per ciascun conteggio di danni intenzionali a computer protetti.

Tai, Xuyen e Truong sono anche accusati di cospirazione per riciclaggio di denaro, che comporta una pena massima di 20 anni di carcere. Tai e Quoc sono inoltre accusati di furto d’identità aggravato, con una pena obbligatoria consecutiva di due anni di carcere, e di cospirazione per frode d’identità, con una pena massima di 15 anni di carcere.

Il governo degli Stati Uniti è rappresentato dagli assistenti procuratori Anthony P. Torntore e Vinay S. Limbachia dell’unità di cybercriminalità dell’ufficio del procuratore degli Stati Uniti a Newark.

Impatto e risposta delle Autorità

Gli attacchi del gruppo FIN9 hanno dimostrato l’importanza di una maggiore sicurezza informatica nelle aziende. Il procuratore degli Stati Uniti Philip R. Sellinger ha sottolineato l’impegno del suo ufficio nella ricerca di giustizia per le vittime e ha avvertito che i cybercriminali non possono nascondersi dietro le loro tastiere e VPN. Anche James E. Dennehy, agente speciale dell’FBI a Newark, ha ribadito l’importanza di denunciare tempestivamente gli attacchi informatici per proteggere le aziende e prevenire ulteriori crimini.

L’FBI e altre agenzie di sicurezza continuano a lavorare insieme per utilizzare tecniche innovative e di precisione per identificare e perseguire i cybercriminali. Le aziende sono invitate a contattare le autorità in caso di attacchi informatici per ricevere supporto nella protezione dei loro sistemi e impedire ulteriori intrusioni.

L’indagine e le accuse contro i membri del gruppo FIN9 rappresentano un passo significativo nella lotta contro la cybercriminalità internazionale. Il caso evidenzia la necessità di misure di sicurezza più rigorose e di una cooperazione globale per affrontare le minacce informatiche.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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