Sommario
In un’azione coordinata su scala globale, Europol e le forze dell’ordine di 15 nazioni hanno smantellato 27 piattaforme utilizzate per attacchi DDoS. L’operazione, denominata PowerOFF, ha portato all’arresto di tre amministratori e all’identificazione di oltre 300 utenti coinvolti in attività illegali. Questa iniziativa rappresenta un passo significativo nella lotta alla cybercriminalità, con particolare attenzione alla prevenzione durante il periodo delle festività natalizie.
Le piattaforme DDoS sotto attacco
Le piattaforme note come “booter” e “stresser”, come zdstresser.net e orbitalstress.net, sono state utilizzate per inondare di traffico illegale siti web, rendendoli inaccessibili. Questi servizi permettevano a hacker e hacktivisti di lanciare attacchi contro obiettivi scelti, causando danni economici, reputazionali e operativi significativi.
Europol, attraverso il suo Centro Europeo per il Cybercrime (EC3), ha svolto un ruolo centrale nella pianificazione e nel coordinamento delle operazioni. Oltre agli arresti, l’indagine ha portato alla rimozione di una delle piattaforme più attive nei Paesi Bassi e all’identificazione di centinaia di utenti sospettati.
Arresti e prevenzione in Olanda
In Olanda, la polizia ha individuato circa 200 sospetti, con quattro arrestati per centinaia di attacchi DDoS. Uno degli arrestati, un uomo di 26 anni, è accusato di aver eseguito oltre 4.000 attacchi. Le forze dell’ordine hanno inoltre avviato un programma di prevenzione, che include colloqui di avvertimento con potenziali hacker e campagne online per scoraggiare l’uso di piattaforme DDoS-for-hire.
Azione globale coordinata
L’operazione PowerOFF ha visto la partecipazione di forze di polizia da 15 nazioni, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Giappone, Germania e Canada. Grazie alla collaborazione tra Europol e le agenzie locali, i dati raccolti dalle piattaforme smantellate sono stati condivisi a livello globale, portando ad arresti e interventi in molteplici paesi.
Effetti preventivi e sensibilizzazione
Oltre agli arresti e alla chiusura delle piattaforme, PowerOFF mira a prevenire futuri attacchi attraverso campagne educative e deterrenti digitali. Annunci mirati su Google e YouTube, rivolti ai giovani che cercano strumenti DDoS-for-hire, evidenziano le conseguenze legali di tali attività. Nei Paesi Bassi, oltre 200 sospetti sono stati avvisati tramite lettere e e-mail, e dieci utenti identificati riceveranno visite dirette dalle autorità.
Un impatto duraturo sulla sicurezza cibernetica
L’operazione si inserisce in una strategia più ampia contro il crimine informatico, non solo smantellando infrastrutture illegali, ma anche educando e scoraggiando potenziali criminali. La rimozione di piattaforme popolari come zdstresser.net e la crescente capacità di rintracciare gli utenti dimostrano che le forze dell’ordine stanno rafforzando il controllo sul cyberspazio.
PowerOFF rappresenta un passo decisivo nella lotta contro il crimine informatico, combinando azioni repressive con programmi educativi e preventivi. L’operazione dimostra che la cooperazione internazionale è fondamentale per affrontare minacce complesse come gli attacchi DDoS, contribuendo a un cyberspazio più sicuro per tutti.