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Organizzazioni femminili giordane condannano Israele

Tempo di lettura: < 1 minuto. Le organizzazioni femminili giordane inviano telegramma denuncia alle ambasciate europee, accusandole di complicità nei crimini di guerra

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Le organizzazioni femminili in Giordania hanno inviato un telegramma di denuncia alle ambasciate dell’UE, tedesca, francese, britannica e italiana, ritenendole e i loro governi legalmente e moralmente responsabili dei crimini di guerra e degli atti di genocidio commessi dalle forze di occupazione israeliane nella Striscia di Gaza.

Contenuto del telegramma

Le organizzazioni femminili sottolineano la loro preoccupazione per il sostegno esplicito e la giustificazione di tali crimini da parte delle nazioni menzionate, rendendole, a loro avviso, complici nei crimini contro i civili, inclusi bambini, donne e uomini. Denunciano la distruzione di edifici e la perdita di oltre 2.200 civili palestinesi, tra cui 700 bambini, personale medico di soccorso e giornalisti.

Il telegramma critica le posizioni di queste nazioni, che hanno a lungo sostenuto di difendere i valori di libertà, democrazia e diritti umani. Ora, sembra che approvino attacchi intenzionali a popolazioni civili, uccisioni deliberate, distruzione di proprietà, attacchi a zone civili, edifici religiosi ed educativi, ospedali, unità mediche e luoghi in cui sono raccolti malati e feriti, attacchi a soccorritori e operatori sanitari, ordini di spostamento di popolazioni civili, uso di armi internazionalmente proibite, interruzione di acqua ed elettricità e blocco di forniture umanitarie.

Tutti questi elementi sono considerati crimini di guerra secondo gli standard della Corte Penale Internazionale, che queste nazioni hanno ignorato insieme ai principi del diritto umanitario internazionale.

Le organizzazioni femminili esortano queste nazioni a condannare i crimini di Israele a Gaza, a cessare il sostegno e a esercitare pressioni per porre fine all’aggressione contro Gaza e il suo popolo. Chiedono inoltre di fermare la pressione sull’Egitto per deportare i gazawi e garantire la consegna urgente di aiuti medici e umanitari.

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