Sommario
La polizia ucraina ha interrotto le attività di una vasta fattoria di bot con oltre 100 operatori che presumibilmente diffondevano notizie false sull’invasione russa, divulgavano informazioni personali appartenenti a cittadini ucraini e istigavano schemi di frode.
L’operazione della polizia ucraina
Dopo aver condotto 21 perquisizioni, la polizia cibernetica e nazionale del paese ha sequestrato attrezzature informatiche, telefoni cellulari, oltre 250 gateway GSM e circa 150.000 schede SIM. “La Polizia Cibernetica ha stabilito che gli aggressori hanno utilizzato attrezzature e software speciali per registrare migliaia di account bot in vari social network e successivamente lanciare pubblicità che violavano le norme e la legislazione dell’Ucraina”, secondo la traduzione automatica dell’allerta di notizie emessa dalla polizia.
I partecipanti alla fattoria di bot
Gli addetti ai lavori a Vinnytsia, Zaporizhzhia e Lviv erano coinvolti nella fattoria di bot, ci viene detto. Le forze dell’ordine stanno perseguendo accuse di interferenza con le comunicazioni elettroniche, vendita non autorizzata di informazioni memorizzate sui computer e diffusione consapevole di false notifiche su minacce alla sicurezza. Le indagini sono ancora in corso.
Le operazioni di disinformazione russe
Naturalmente, gli operatori russi che diffondono disinformazioni sulla guerra illegale – o su qualsiasi altra cosa, per quella materia – non sono una novità. Gli ucraini hanno smantellato più fattorie di bot dietro a più di un milione di falsi account sui social media da quando l’invasione è iniziata nel febbraio 2022.
La risposta della CISA
Lo smantellamento della fattoria di bot in Ucraina rappresenta un passo importante per contrastare le operazioni di disinformazione. Questa mossa potrebbe fornire alle organizzazioni gli strumenti necessari per indagare e rispondere più efficacemente agli incidenti di sicurezza, contribuendo a proteggere i loro dati e le loro operazioni.