Incontro odierno tra le Segreterie nazionali e territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni con i vertici di Vodafone Italia per discutere della gestione degli esuberi dell’azienda. Come già dichiarato in passato, i sindacati hanno ribadito la necessità di un capovolgimento del paradigma e di soluzioni strutturali per il settore delle telecomunicazioni.
Nello specifico, Vodafone Italia ha presentato il dettaglio delle eccedenze per area di appartenenza: Consumer conta 125 esuberi su 516 addetti, Business 37 su 731, Customer 550 su 1620, Network 173 su 1074 e Staff 115 su 626 addetti. Digital/IT e VBTS e Divisione Global non presentano eccedenze.
I sindacati hanno sottolineato che non può essere solo il confronto in sede aziendale a trovare soluzioni a fattori esogeni ed endogeni di un settore in crisi di ricavi e margini costante da oltre un decennio, nonostante la crescente domanda. La riduzione dell’occupazione non può essere l’unica leva per rispondere ad una contrazione dei ricavi. È necessario un confronto più ampio e complessivo del settore delle telecomunicazioni, chiamando a responsabilità il Governo, per raggiungere un modello industriale che superi la condizione di continua sofferenza.
Inoltre, i sindacati hanno criticato il fatto che Vodafone Italia ricorre all’esternalizzazione delle attività tramite consulenze e/o appalti, spesso anche fuori dal settore tlc, mentre parla di “esuberi”. È il momento che ciascuno si assuma le proprie responsabilità e che il Governo intervenga con interventi concreti a tutela e sostegno di un asset strategico per il sistema paese e per la difesa dei perimetri occupazionali.
In caso di mancanza di riscontri e di convocazioni da parte del Governo, i sindacati non escludono l’avvio di un percorso di mobilitazione attraverso il coinvolgimento delle lavoratrici ed i lavoratori del comparto. La contrazione dei ricavi del settore delle telecomunicazioni, nonostante la crescita della domanda di connettività e servizi (+300%), richiede soluzioni strutturali e un intervento del Governo per tutelare un asset strategico per l’economia nazionale.