Sicurezza Informatica
VPN: aggiornamenti da Proton e restrizioni recenti in Turchia
Tempo di lettura: 3 minuti. Aggiornamenti sui servizi VPN, incluse le nuove funzionalità di Proton VPN, il supporto nativo ARM di PIA e le restrizioni VPN in Turchia.
Negli ultimi giorni, i servizi VPN hanno visto significativi sviluppi e nuove sfide. Proton VPN ha introdotto aggiornamenti per migliorare la privacy degli utenti, Private Internet Access ha lanciato una nuova app nativa ARM per i PC Snapdragon, mentre la Turchia ha intensificato le sue restrizioni sui servizi VPN. Di seguito, un’analisi dettagliata di questi eventi.
Proton VPN: Nuove Funzionalità per Maggiore Discrezione
Proton VPN ha annunciato importanti aggiornamenti per le sue app Windows e Android, mirati a proteggere gli utenti in paesi con regimi autoritari. Una delle nuove funzionalità principali è il “Discreet Icon”, che permette di mascherare l’icona dell’app Proton VPN come un’app meteo, note o calcolatrice. Questo è particolarmente utile in paesi dove l’uso di VPN è proibito e i controlli fisici sui dispositivi sono comuni.
Un’altra funzione introdotta è il protocollo anti-censura “Stealth” nel client Windows di Proton VPN. Questo protocollo maschera il traffico VPN come traffico internet normale, permettendo agli utenti di bypassare le restrizioni imposte dagli ISP e di comunicare liberamente in ambienti fortemente monitorati. Inoltre, Proton VPN ha ampliato la sua infrastruttura server in dodici paesi con bassi indici di libertà, per garantire una connessione sicura agli utenti in regioni con alta censura.
Private Internet Access: Supporto Nativo ARM per PC Snapdragon
Private Internet Access (PIA) ha lanciato un’app VPN nativa ARM per Windows, essenziale per i dispositivi alimentati dal chip Snapdragon X Elite. Questo aggiornamento è cruciale poiché molti VPN non supportano ancora pienamente i dispositivi ARM, lasciando gli utenti senza protezione adeguata. PIA ha lavorato duramente per portare tutte le sue funzionalità su questa nuova piattaforma, superando ostacoli tecnici significativi, inclusi problemi di certificazione dei driver e dipendenze del framework di codice.
Questo lancio mette PIA in una posizione di vantaggio, essendo uno dei pochi fornitori a offrire supporto nativo ARM per Windows, insieme a Windscribe e Surfshark. Altri servizi come NordVPN, ExpressVPN e ProtonVPN stanno lavorando sulle loro versioni.
Turchia: Blocco dei Servizi VPN dopo il Ban su Instagram
La Turchia ha recentemente bloccato l’accesso a vari servizi VPN, dopo aver vietato Instagram in seguito alla controversia sulla censura. Il blocco dei VPN è stato implementato senza molte spiegazioni, ma è speculato che il governo abbia agito in risposta alle restrizioni imposte da Instagram su determinati contenuti.
La domanda di servizi VPN è esplosa, con Proton VPN che ha registrato un aumento del 4500% nelle iscrizioni. Tuttavia, molti dei principali servizi VPN, tra cui NordVPN, ExpressVPN e Surfshark, sono stati bloccati. Nonostante ciò, Proton VPN ha riferito che gli utenti sono ancora in grado di connettersi, suggerendo che il blocco non è completamente efficace.
Per bypassare queste restrizioni, si consiglia di installare le app VPN in anticipo e di iscriversi a più servizi per avere alternative in caso di blocchi specifici. L’uso del Tor Browser può anche aiutare a evitare le restrizioni durante la registrazione e il login nelle app VPN.
Gli aggiornamenti e le restrizioni recenti sui servizi VPN mostrano l’importanza crescente di queste tecnologie per proteggere la privacy e la libertà online. Proton VPN continua a innovare con nuove funzionalità per migliorare la discrezione e la sicurezza, mentre PIA espande il supporto per le nuove piattaforme hardware. Tuttavia, le sfide non mancano, come dimostrato dalle recenti restrizioni in Turchia. Gli utenti devono essere proattivi nell’aggiornare e diversificare i loro strumenti per mantenere l’accesso sicuro e libero a internet.
Sicurezza Informatica
Operazioni di influenza, chiusi 600 canali YouTube in Azerbaijan
Tempo di lettura: 2 minuti. Il rapporto TAG di Google per il Q3 2024 rivela operazioni di influenza coordinate dalla Russia, Cina, Ecuador e Azerbaijan, con la chiusura di migliaia di canali e domini.
Il gruppo di analisi delle minacce di Google (TAG) ha pubblicato il suo bollettino per il terzo trimestre del 2024, rivelando diverse operazioni di influenza coordinate che sono state neutralizzate su varie piattaforme. Le campagne riguardano paesi come Russia, Cina, Ecuador e Azerbaijan, e si sono manifestate principalmente attraverso canali YouTube, domini web, e account pubblicitari.
Operazioni di influenza coordinate: Russia, Cina e Stati Uniti
A luglio 2024, Google ha interrotto una serie di operazioni di influenza coordinate legate alla Russia, bloccando migliaia di canali YouTube che diffondevano contenuti a sostegno della Russia e critici verso l’Ucraina e le istituzioni occidentali. Alcune di queste campagne erano collegate alla Internet Research Agency (IRA) e ad altri attori pubblicamente monitorati come Doppelganger, con contenuti distribuiti in più lingue tra cui inglese, francese e russo.
Allo stesso modo, Google ha bloccato oltre 5.554 canali YouTube legati a operazioni di influenza cinesi, che condividevano contenuti a supporto della Repubblica Popolare Cinese e della sua politica estera. Queste reti sono state neutralizzate per diffondere disinformazione riguardante le relazioni tra Cina e Stati Uniti.
Operazioni in altre regioni
Anche l’America Latina è stata colpita da operazioni di influenza, con la chiusura di 89 canali YouTube collegati a una campagna proveniente dall’Ecuador, che diffondeva contenuti legati alla politica locale e messicana. Negli Stati Uniti, 10 domini sono stati bloccati per operazioni volte a persuadere elettori a candidarsi come indipendenti per cariche elettive.
L’operazione più rilevante in Azerbaigian ha visto la chiusura di 583 canali YouTube, con contenuti critici verso l’Armenia e oppositori del governo azero.
Il bollettino del terzo trimestre 2024 di TAG evidenzia l’impegno continuo di Google nel contrastare operazioni di influenza su scala globale. Attraverso la collaborazione con altre aziende tecnologiche e agenzie di sicurezza, Google ha neutralizzato campagne sofisticate che cercavano di manipolare l’opinione pubblica.
Sicurezza Informatica
Operazioni di polizia contro cybercrime e il traffico di armi dalla Cina
Tempo di lettura: 2 minuti. Operazioni globali colpiscono il traffico di armi con il sequestro di domini negli USA e arresti di hacker provenienti dalla Cina collegati a PlugX a Singapore.
Le forze dell’ordine internazionali hanno recentemente compiuto importanti passi avanti nella lotta contro il traffico di armi e la criminalità informatica che ha origine in Cina, con operazioni che hanno portato al sequestro di domini web utilizzati per la vendita illegale di dispositivi di conversione per armi negli Stati Uniti e all’arresto di hacker cinesi collegati a malware PlugX a Singapore che potrebbero far parte di noti gruppi APT.
Sequestro di domini legati alla vendita di “switch” per armi negli Stati Uniti
Le autorità statunitensi hanno sequestrato oltre 350 domini internet utilizzati da organizzazioni cinesi per vendere illegalmente ai cittadini statunitensi kit che convertono pistole semiautomatiche in armi completamente automatiche. Questi dispositivi, noti come “switch”, sono illegali negli Stati Uniti e proibiti dalla National Firearms Act (NFA). Le indagini sono iniziate nell’agosto 2023 e hanno coinvolto operazioni sotto copertura per confermare l’autenticità dei dispositivi venduti, che spesso venivano spediti come oggetti innocui, quali giocattoli o collane.
La Homeland Security ha svolto un ruolo centrale in queste indagini, che hanno portato al sequestro di oltre 700 dispositivi di conversione, 87 silenziatori illegali e numerose armi da fuoco. I domini sequestrati ora avvisano i visitatori del loro stato di confisca, contribuendo a prevenire ulteriori attività criminali legate alla vendita di tali articoli.
Arresto di hacker cinesi a Singapore legati al malware PlugX
Parallelamente, a Singapore, le forze dell’ordine hanno arrestato sei cittadini cinesi e un singaporiano sospettati di far parte di un’organizzazione criminale globale dedita al crimine informatico. Gli arrestati sono accusati di aver condotto attività dannose legate al malware PlugX, un tipo di trojan di accesso remoto utilizzato per spiare e compromettere sistemi informatici. Il malware è stato collegato in passato a gruppi di hacker sponsorizzati dallo Stato cinese, tra cui APT10, APT41 e Mustang Panda.
Durante le operazioni, le forze di polizia di Singapore hanno sequestrato dispositivi elettronici contenenti strumenti di hacking, dati personali rubati e criptovalute per un valore di oltre un milione di dollari. Le autorità hanno confermato che i dispositivi e le risorse sequestrate verranno analizzati nel corso delle indagini in corso.
Conclusione: crimine tecnologico sotto controllo globale
Queste due operazioni dimostrano l’impegno delle autorità globali nel combattere il traffico illegale di armi e la criminalità informatica e vedono coinvolta la Cina. Il sequestro dei domini web negli Stati Uniti e gli arresti a Singapore rappresentano successi significativi nella prevenzione di attività criminali pericolose, sia nel mondo fisico che digitale.
Sicurezza Informatica
Vulnerabilità in GitLab, Ivanti e attacchi ai programmatori Python
Tempo di lettura: 3 minuti. GitLab e Ivanti affrontano vulnerabilità critiche nei loro sistemi, mentre hacker mirano a sviluppatori Python con falsi test di codifica.
La sicurezza informatica è una preoccupazione crescente, con aziende come GitLab e Ivanti che affrontano vulnerabilità critiche nei loro software ed allo stesso tempo, attacchi mirati contro sviluppatori Python stanno prendendo piede, con gravi conseguenze per la comunità di programmatori. Di seguito, esaminiamo tre casi recenti che evidenziano l’importanza di aggiornamenti di sicurezza e la necessità di proteggere i propri sistemi da attacchi malevoli.
GitLab: vulnerabilità critica nella pipeline di esecuzione
GitLab ha recentemente rilasciato aggiornamenti critici per risolvere una serie di vulnerabilità, la più grave delle quali (CVE-2024-6678) consente a un attaccante di eseguire pipeline come utenti arbitrari in determinate condizioni. Con un punteggio di gravità di 9,9, questa vulnerabilità potrebbe permettere l’esecuzione di azioni di arresto dell’ambiente da remoto, senza l’interazione dell’utente. GitLab ha risolto il problema nelle versioni 17.3.2, 17.2.5 e 17.1.7 per le edizioni Community ed Enterprise, coprendo anche altre 18 vulnerabilità meno gravi.
Questo difetto è particolarmente preoccupante a causa del suo potenziale di sfruttamento remoto e del basso livello di privilegi richiesto. Le pipeline di GitLab sono flussi di lavoro automatizzati utilizzati per compilare, testare e distribuire codice, ed eventuali manipolazioni potrebbero compromettere seriamente l’integrità dei progetti. Per proteggere i sistemi, GitLab raccomanda l’aggiornamento immediato a una versione più recente.
Sviluppatori Python presi di mira con falsi test di codifica
Il gruppo APT nordcoreano Lazarus è stato coinvolto in una campagna di attacchi mirati contro sviluppatori Python. Fingendo di essere reclutatori, gli attaccanti hanno distribuito test di codifica che includono un software di gestione password infetto da malware. Questo attacco, parte della campagna VMConnect, mira a sviluppatori software invitandoli a eseguire progetti Python dannosi distribuiti tramite GitHub.
Le istruzioni fornite includono l’esecuzione di un file denominato “PasswordManager.py“, il quale attiva un modulo obfuscato in base64 nascosto nei file di inizializzazione di librerie come “pyperclip” e “pyrebase”. Una volta eseguito, il malware si connette a un server di comando e controllo, permettendo agli attaccanti di eseguire ulteriori payload.
Gli sviluppatori devono prestare particolare attenzione a questi tipi di test, verificando la legittimità delle richieste e utilizzando ambienti sicuri come macchine virtuali come consigliato da ReverseLab.
Ivanti risolve una vulnerabilità RCE massima gravità
Ivanti ha corretto una vulnerabilità critica (CVE-2024-29847) nel suo software Endpoint Management (EPM), che potrebbe consentire ad attaccanti non autenticati di eseguire codice da remoto sul server centrale. La vulnerabilità deriva da una debolezza nella deserializzazione di dati non affidabili all’interno del portale dell’agente EPM, e può portare a un accesso non autorizzato al server principale. Ivanti ha risolto il problema con aggiornamenti di sicurezza rilasciati per EPM 2024 e per l’aggiornamento di servizio 6 di EPM 2022.
Nonostante la gravità della vulnerabilità, al momento della divulgazione Ivanti ha dichiarato di non essere a conoscenza di sfruttamenti in atto. Tuttavia, la società continua a migliorare i suoi processi di sicurezza, aumentando le capacità di scansione interna e la divulgazione responsabile delle vulnerabilità per evitare futuri exploit.
Protezione efficace contro minacce critiche
Le vulnerabilità descritte, sia in GitLab che in Ivanti, dimostrano la necessità di aggiornamenti tempestivi e l’importanza di testare i codici in ambienti sicuri e fare attenzione a programmi python non autorizzati. Gli sviluppatori e i team IT devono rimanere vigili contro attacchi sofisticati come quelli orchestrati da gruppi come Lazarus, che sfruttano test di codifica per introdurre malware.
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