Sicurezza Informatica
Vulnerabilità “Sinkclose” nei processori AMD
Tempo di lettura: 2 minuti. La vulnerabilità “Sinkclose” nei processori AMD mette a rischio centinaia di milioni di dispositivi. Scopri i dettagli e le azioni correttive per proteggere i tuoi sistemi.
Recentemente, è stata scoperta una vulnerabilità di sicurezza critica denominata “Sinkclose”, che interessa praticamente tutti i processori AMD rilasciati dal 2006. Questa vulnerabilità consente agli attaccanti di infiltrarsi profondamente in un sistema, rendendo estremamente difficile rilevare o rimuovere software dannoso. La gravità di questa falla è tale che, in alcuni casi, potrebbe essere più semplice abbandonare una macchina infetta piuttosto che ripararla.
Dettagli della vulnerabilità Sinkclose
La vulnerabilità Sinkclose permette agli hacker di eseguire codice all’interno della modalità di gestione del sistema (SMM) dei processori AMD, un’area altamente privilegiata riservata alle operazioni di firmware critiche. Per sfruttare questa vulnerabilità, gli attaccanti devono prima ottenere l’accesso al kernel del sistema, un compito difficile ma non impossibile, specialmente se il sistema è già stato compromesso da un altro attacco.
Una volta ottenuto l’accesso, Sinkclose consente agli attaccanti di installare malware di tipo bootkit che elude gli strumenti antivirus standard, rimanendo quasi invisibile all’interno del sistema e persistendo anche dopo la reinstallazione del sistema operativo.
Impatti sui Processori AMD
La vulnerabilità colpisce un’ampia gamma di processori AMD utilizzati in PC client, server e sistemi embedded. I processori più recenti basati su architettura Zen, in particolare quelli in cui la funzione di Secure Boot non è stata implementata correttamente, sono particolarmente vulnerabili. Questo rende più difficile rilevare il malware installato nell’enclave sicura di AMD.
Azioni Correttive e Patch Disponibili
AMD ha iniziato a rilasciare opzioni di mitigazione per i prodotti interessati, inclusi i processori EPYC per data center e Ryzen per PC. Sebbene alcune patch siano già state emesse, AMD non ha ancora chiarito come intende affrontare la vulnerabilità su tutti i dispositivi colpiti.
I ricercatori che hanno identificato Sinkclose, Enrique Nissim e Krzysztof Okupski di IOActive, presenteranno i dettagli della vulnerabilità alla conferenza Defcon. Hanno sottolineato l’importanza di applicare le patch disponibili il prima possibile per proteggere i sistemi, nonostante la difficoltà di sfruttare questa “backdoor”. Gli utenti sono invitati a non ritardare l’implementazione delle correzioni per mantenere la sicurezza dei loro sistemi.
La vulnerabilità Sinkclose rappresenta un rischio significativo per un’ampia gamma di processori AMD, e la tempestiva applicazione delle patch è cruciale per proteggere i sistemi da potenziali attacchi. Con la continua evoluzione delle minacce informatiche, è essenziale che gli utenti e le organizzazioni rimangano vigili e aggiornino regolarmente i loro dispositivi con le ultime correzioni di sicurezza.
Sicurezza Informatica
Vulnerabilità Apple in Vision Pro e macOS
Tempo di lettura: 2 minuti. Le vulnerabilità scoperte in Apple Vision Pro e macOS hanno esposto gli utenti a rischi significativi, ma Apple ha risposto prontamente con aggiornamenti di sicurezza.
Di recente, due importanti vulnerabilità di sicurezza sono state identificate nei dispositivi Apple, una riguardante il nuovo Apple Vision Pro e l’altra legata a un grave problema di sicurezza su macOS. Entrambi i problemi hanno potenzialmente esposto gli utenti a rischi significativi, ma Apple ha risposto prontamente con aggiornamenti di sicurezza per proteggere i propri dispositivi e i dati degli utenti.
Vulnerabilità dell’Apple Vision Pro: attacco GAZEploit
Una vulnerabilità recentemente scoperta, identificata come CVE-2024-40865, ha colpito l’Apple Vision Pro, un dispositivo di realtà mista lanciato da Apple. Questo difetto di sicurezza, noto come GAZEploit, ha permesso a potenziali attaccanti di sfruttare i movimenti oculari degli utenti per determinare ciò che veniva digitato sulla tastiera virtuale del dispositivo. I ricercatori hanno scoperto che osservando il comportamento dell’avatar virtuale di un utente, era possibile ricostruire il testo inserito, inclusi dati sensibili come password e altre informazioni private.
L’attacco si basava su un modello di apprendimento supervisionato che analizzava i movimenti oculari e la posizione della tastiera virtuale, mappando queste informazioni ai tasti corrispondenti. Questo processo, noto come keystroke inference, rappresentava una grave minaccia per la privacy degli utenti. Tuttavia, Apple ha risolto il problema con l’aggiornamento a visionOS 1.3, sospendendo il componente vulnerabile chiamato Persona durante l’uso della tastiera virtuale.
Vulnerabilità di macOS: attacco Zero-Click tramite invito al Calendario
Nel frattempo, una vulnerabilità in macOS ha esposto gli utenti a un attacco “zero-click” tramite inviti al calendario. Questa vulnerabilità, identificata come CVE-2022-46723, ha consentito agli attaccanti di inviare inviti malevoli che, una volta ricevuti, permettevano l’installazione di software dannoso senza alcuna interazione da parte dell’utente. Questo tipo di attacco è particolarmente pericoloso perché non richiede che l’utente faccia nulla, rendendo molto difficile individuarlo o evitarlo.
Apple ha risposto prontamente a questa minaccia con un aggiornamento per rafforzare i permessi dell’app Calendario e impedire l’esecuzione di software dannoso. Questo rapido intervento ha dimostrato l’impegno di Apple nel proteggere i suoi utenti e nel garantire la sicurezza dei loro dati.
Le recenti vulnerabilità in Apple Vision Pro e macOS hanno evidenziato quanto sia importante per gli utenti rimanere vigili e aggiornare regolarmente i propri dispositivi. Nonostante Apple abbia risposto rapidamente con patch di sicurezza, queste minacce sottolineano la necessità di una costante attenzione alla sicurezza informatica.
Sicurezza Informatica
Android.Vo1d: Malware infetta 1,3 Milioni di TV Box in 200 Paesi
Tempo di lettura: 2 minuti. Android.Vo1d, un malware che ha infettato oltre 1,3 milioni di TV Box in 197 paesi, sfrutta vulnerabilità in versioni obsolete di Android per scaricare software malevolo.
Recentemente, i ricercatori di Doctor Web hanno scoperto una nuova minaccia chiamata Android.Vo1d, un malware che ha infettato circa 1,3 milioni di dispositivi TV Box in 197 paesi. Il malware è un backdoor che si installa nella memoria di sistema del dispositivo, permettendo agli attaccanti di scaricare e installare software di terze parti in modo segreto. L’infezione colpisce diversi modelli di TV Box, spesso basati su versioni obsolete di Android, rendendo questi dispositivi particolarmente vulnerabili agli attacchi.
Il Malware Android.Vo1d: Meccanismo di attacco
Il malware Android.Vo1d si diffonde principalmente sfruttando vulnerabilità nei dispositivi TV Box con versioni obsolete di Android. Gli attaccanti utilizzano il backdoor per ottenere accesso root al sistema e inserire componenti maligni, come i file vo1d e wd, che vengono memorizzati in directory critiche del sistema. Questo consente al malware di persistere anche dopo un riavvio del dispositivo.
Il file install-recovery.sh, presente su molti dispositivi Android, viene modificato per assicurare l’esecuzione automatica dei componenti del malware. Inoltre, il malware utilizza altri strumenti, come daemonsu e debuggerd, per mascherare i suoi processi e aggirare i meccanismi di sicurezza.
Diffusione e Impatti Globali
L’infezione si è diffusa a livello globale, con la maggior parte dei casi segnalati in paesi come Brasile, Marocco, Pakistan, Arabia Saudita, Russia e Argentina. Una delle ragioni per cui gli attaccanti hanno scelto di colpire i TV Box è che spesso utilizzano versioni di Android obsolete, come la 7.1, che presentano vulnerabilità non risolte e non ricevono più aggiornamenti di sicurezza.
Il malware può scaricare ed eseguire nuovi eseguibili, su comando da server di controllo remoto, e monitorare directory specifiche per installare ulteriori file APK malevoli. Questo rende i dispositivi infetti estremamente vulnerabili, soprattutto se l’utente non installa software di sicurezza.
La scoperta di Android.Vo1d evidenzia secondo drWeb ancora una volta l’importanza di mantenere aggiornati i dispositivi e di evitare l’uso di firmware non ufficiali. Gli utenti di TV Box sono particolarmente a rischio a causa dell’assenza di aggiornamenti di sicurezza. Soluzioni antivirus, come quelle fornite da Doctor Web, possono aiutare a rilevare e rimuovere il malware su dispositivi con accesso root.
Sicurezza Informatica
Hadooken Malware: Nuova Minaccia per le Applicazioni WebLogic
Tempo di lettura: 3 minuti. Il malware Hadooken prende di mira server WebLogic non protetti, sfruttando vulnerabilità per installare cryptominer e malware Tsunami.
Il malware Hadooken, recentemente scoperto dai ricercatori di Aqua Nautilus, rappresenta una nuova minaccia per i server WebLogic di Oracle, comunemente utilizzati in ambienti aziendali critici come quelli bancari e di e-commerce. Questo malware sfrutta vulnerabilità note nei server WebLogic, inclusi problemi di configurazione e password deboli, per ottenere accesso non autorizzato, eseguire codice malevolo e installare un cryptominer, oltre a un malware Tsunami. L’attacco, ribattezzato Hadooken, prende il nome dal celebre attacco “surge fist” del videogioco Street Fighter, e si sta diffondendo rapidamente in ambienti che utilizzano server WebLogic vulnerabili.
Attacco ai Server WebLogic: Hadooken in azione
I server WebLogic, sviluppati da Oracle, sono ampiamente utilizzati per gestire e distribuire applicazioni aziendali su larga scala. Tuttavia, a causa delle loro vulnerabilità, sono spesso bersagliati dagli attori delle minacce. In questo caso, l’attacco Hadooken sfrutta un sistema di honeypot per ottenere l’accesso iniziale attraverso una combinazione di vulnerabilità e password deboli. Dopo l’accesso, l’attacco si divide in più fasi che coinvolgono l’esecuzione di codice remoto, l’installazione di script shell e Python, e infine l’esecuzione del payload principale.
Il malware Hadooken utilizza una combinazione di script shell e Python per eseguire i suoi payload su server compromessi. Questi script scaricano ed eseguono il malware da directory temporanee, eliminandolo successivamente per evitare il rilevamento. La componente principale del malware include un cryptominer, progettato per sfruttare le risorse del server infetto a beneficio degli attaccanti. Una seconda componente, il malware Tsunami, non viene attivata immediatamente, ma può essere utilizzata per ulteriori attacchi in futuro.
Inoltre, Hadooken cerca di ottenere informazioni sensibili, come chiavi SSH e credenziali utente, per eseguire attacchi laterali su altri server all’interno della stessa rete. Questo movimento laterale consente agli attaccanti di diffondere ulteriormente il malware e di compromettere più risorse. Infine, i log vengono eliminati per evitare che l’attacco venga rilevato dalle misure di sicurezza.
Metodi di propagazione del Malware
Una volta che il malware Hadooken ottiene l’accesso al server WebLogic, esegue una serie di passaggi per stabilire una presenza persistente. Viene utilizzato un sistema di cron jobs per eseguire il malware a intervalli regolari, consentendo al cryptominer di funzionare in modo continuo e di mantenere il controllo del server compromesso. I file malevoli vengono nascosti in diverse directory sotto nomi comuni come /usr/bin/crondr o /mnt/-java, rendendo più difficile il loro rilevamento.
Il malware utilizza anche tecniche di offuscamento, come la codifica base64, per mascherare le sue attività e sfuggire ai controlli di sicurezza. Gli attori delle minacce dietro Hadooken non si limitano a colpire solo i server Linux, ma potrebbero prendere di mira anche sistemi Windows con il ransomware Mallox, distribuito tramite script PowerShell.
La pericolosità del malware Hadooken risiede nella sua capacità di sfruttare server WebLogic mal configurati e non aggiornati, diffondendosi lateralmente attraverso la rete e compromettendo altre risorse. Le analisi mostrano che il malware utilizza indirizzi IP associati a gruppi di minaccia come TeamTNT e Gang 8220, ma non ci sono prove definitive che li colleghino direttamente a questi attacchi.
Il malware Hadooken rappresenta una minaccia crescente per le organizzazioni che utilizzano server WebLogic non protetti. Questo attacco evidenzia l’importanza di mantenere aggiornati i sistemi e di rafforzare le misure di sicurezza, come l’uso di password forti e la protezione delle console amministrative esposte e Acquasec consiglia alle aziende di implementare soluzioni di sicurezza avanzate, come strumenti di scansione delle configurazioni e di monitoraggio runtime, per rilevare e prevenire attacchi futuri.
- Tech6 giorni fa
IFA 2024: tutte le novità in questo speciale
- Inchieste1 settimana fa
Stretta contro la disinformazione russa e WhisperGate
- Smartphone4 giorni fa
Huawei Mate XT: il primo smartphone pieghevole tri-fold
- Inchieste4 giorni fa
NAFO: i propagandisti di Kiev che minacciano il Governo
- Tech6 giorni fa
iPhone 16 Pro Max e Galaxy Tab S10: novità tra 4K, 8K e tasto AI
- Inchieste12 ore fa
Apple sempre più in basso: crisi annunciata e pubblico deluso
- Tech1 settimana fa
Apple Watch Ultra 3, AirPods 4 e Beats: le novità attese il 9 Settembre
- Smartphone5 giorni fa
iPhone 16, Plus, Pro e Pro Max finalmente ufficiali