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Apple Vision Pro dura meno di un iPhone 15 pro

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L’Apple Vision Pro, l’ultimo headset di “computing spaziale” di Apple, si presenta con notevoli limitazioni alla battaeria, simile a quella di un iPhone 15 pro, nonostante il suo impressionante prezzo di $3,499. Queste restrizioni non derivano tanto dalla tecnologia di schermi, fotocamere, tracciamento oculare o dal peso dei componenti, quanto piuttosto da un approccio aziendale focalizzato sulla consolidazione, sugli ecosistemi chiusi e sulla visione dei platform come un gioco a somma zero.

Nonostante l’introduzione di alcune parti del catalogo iPad e contenuti immersivi su misura, l’Apple Vision Pro mostra evidenti lacune: non è presente un’app nativa per lo streaming di Netflix o per la visione di video su YouTube, non si trovano progetti di Epic Games, noto per Unreal Engine e la serie Infinity Blade, e manca notevolmente di contenuti legati al fitness, un ambito su cui Apple ha solitamente posto grande enfoco.

Apple Vision Pro vendite

La batteria ha suscitato particolare attenzione

L’headset è alimentato da un pacco batteria esterno da 3.166 mAh, una capacità simile a quella della batteria dell’iPhone 15 Pro, sebbene non direttamente confrontabile a causa delle diverse tensioni. Il design e il peso della batteria del Vision Pro sono notevolmente diversi da quelli di un iPhone: è più spesso e pesa circa 325 grammi, contro i 187 grammi dell’iPhone 15 Pro, rendendolo più simile a due iPhone messi insieme piuttosto che a uno. Questo pacco batteria esterno, dotato di un connettore proprietario per l’attacco all’headset e di una porta USB-C per la ricarica, non supporta la sostituzione a caldo; ciò significa che, in assenza di una batteria di riserva integrata, l’Apple Vision Pro si spegne immediatamente quando il cavo di alimentazione viene scollegato, richiedendo un riavvio manuale per il cambio della batteria. Nonostante queste peculiarità, l’Apple Vision Pro promette fino a due ore di autonomia complessiva, con prestazioni che, secondo alcuni recensori, possono estendersi fino a tre ore di uso generico.

Il primo nemico è l’ecosistema dei competitor

Queste mancanze potrebbero essere temporanee, ma rispecchiano la tendenza delle aziende tecnologiche a controllare rigidamente le piattaforme, spesso entrando in conflitto con potenziali partner. Google, proprietario di YouTube, è un diretto concorrente di Apple nel settore della realtà virtuale e aumentata, mentre Netflix e Epic hanno avuto scontri con Apple per le commissioni sugli acquisti in-app e questioni antitrust.

Mentre Apple lancia questo nuovo dispositivo, continua la battaglia legale con molti sviluppatori sull’approccio “giardino murato” di iOS, ora esteso anche all’Apple Vision Pro che richiede agli sviluppatori di vendere app native tramite l’App Store. Anche se sotto pressione legale in USA e UK Apple ha allentato alcune restrizioni, rimane una tensione tra gli sviluppatori di app e i produttori di hardware.

Il lancio dell’Apple Vision Pro mette in luce le sfide poste dagli ecosistemi chiusi e dalla tendenza alla consolidazione nel settore tecnologico. Mentre il visore rappresenta un passo avanti nel computing spaziale, le limitazioni imposte dalle politiche aziendali di Apple potrebbero ostacolare il pieno sfruttamento delle sue potenzialità.

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