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Due bug al prezzo di uno, la triste storia di Log4j

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Recentemente abbiamo parlato di log4j. Molti nostri lettori però non hanno le competenze tecniche per leggere la storia in tutti i suoi risvolti tragicomici. Questa è la versione “for dummies” della storia di Log4j, centinaia di linee di codice Java che dovevano aiutare i programmatori a trovare i bug nei loro programmi, e che poi si sono rivelati essere uno dei più grandi bug nella storia dell’informatica. E sta succedendo ora.

Log4j spiegato semplice

Java è un linguaggio di programmazione largamente usato, perché è uno standard solido (ovvero resiste nel tempo), è un linguaggio potente (permette di accedere a tante funzionalità) ed è sicuro (ovvero il programma agisce non sull’hardware reale, ma in una simulazione, in modo da contenere comportamenti non graditi, come ad esempio il consumo eccessivo di memoria o la modifica di file di sistema, come farebbe un virus).

Log4j è una libreria (insieme di funzioni) che permettono di tenere traccia di quello che succede all’interno dell’applicazione, viene usato dai programmatori per capire se tutto funziona come dovrebbe. In pratica, i programmatori Java, possono scegliere di scrivere da soli le funzioni per generare i log, oppure possono usare una libreria già pronta tra quelle disponibili, e Log4j è quella più utilizzata.

Alcune settimane fa è stato trovato un errore di programmazione nel codice di questa libreria, un errore che ha generato panico nell’ambiente informatico, perché permette ad un hacker di sfruttare il bug per eseguire comandi su server Internet. (per altri dettagli tecnici leggi l’articolo Log4j: la libreria Java che sta facendo tremare il mondo)

La soluzione al bug trovata in fretta, troppo in fretta.

Il panico, la pressione mediatica e la voglia di passare il periodo festivo lontano dalle tragedie, hanno spinto i manutentori del codice ufficiale di Log4j a trovare una soluzione molto velocemente. E’ qui che inizia la parte più triste della storia.

La soluzione al bug che è stata fornita come soluzione, e che rappresentava l’unica ancora di salvezza per milioni di utenti in tutto il mondo, si è rivelata essere produttrice di due ulteriori bug, ben più gravi di quello originario.

Log4J 2.16.0 Forse ci siamo.

La versione 2.16 dovrebbe aver risolto il problema, e quel “dovrebbe” è stato messo lì proprio a scopo scaramantico.

La nuove versione ha eliminato le funzionalità incriminate, tagliando la testa al toro. Queste funzionalità in realtà non vengono utilizzate dal 99% dei programmatori che fanno uso di Log4J.

La vera colpa dell’OpenSource

Il vero “colpevole” della gravità di questo bug è l’Open Source. Il fatto che Log4J sia disponibile gratuitamente spinge molto programmatori ad utilizzare questa libreria, anche se non servono tutte le sue funzionalità. “Tanto è gratis, perchè non scegliere il prodotto più completo?”

L’importante è non iniziare a pensare che prodotti commerciali, a codice chiuso, siano più sicuri dei programmi Open Source. Una falla di sicurezza in un programma Open Source che viene inserito in migliaia di altri programmi (e sono davvero tanti) amplifica l’effetto della vulnerabilità, come anche il fatto che la presenza della libreria sia dichiarata nell’elenco dei codici in licenza Open Source utilizzati.

In parole povere, le falle di sicurezza sono ovunque, quando sentiamo parlare di “zero day” non significa che il problema è appena sorto, ma significa che il problema è appena stato scoperto da tutti.

Il mercato nero degli zero-day

Quando un bug non è a conoscenza di tutti ma solo di qualcuno, questa conoscenza può essere venduta al “mercato nero degli zero-day”.

Nel darkweb esistono luoghi dove scoperte del genere diventano denaro. Molto denaro.

Le organizzazioni criminali che operano nel settore dei RANSOMWARE sono capaci di trasformare un errore di programmazione come quello di Log4j in una miniera d’oro, e tutto questo molto prima della “scoperta” nel canale ufficiale degli “zero-day”

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Il settore sanitario è in ritardo nell’utilizzo dell’intelligence del dark web

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Tempo di lettura: < 1 minuto. Solo il 57% delle organizzazioni sanitarie ha integrato l’intelligence del dark web nelle proprie strategie di sicurezza, rispetto all’85% delle entità finanziarie.

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Il settore sanitario mostra un ritardo nell’adozione dell’intelligence del dark web per rafforzare la sicurezza informatica, con solo il 57% delle organizzazioni che ne fanno uso, a differenza dell’85% delle entità finanziarie, come riporta HealthITSecurity.

Minore fiducia e consapevolezza nel settore sanitario

A differenza di altri settori, i responsabili della sicurezza delle informazioni nel settore sanitario mostrano una minore fiducia nella loro comprensione dei profili dei potenziali avversari e un’attenzione inferiore all’impatto delle attività criminali del dark web sulle loro aziende. Inoltre, attribuiscono meno importanza all’intelligence sulle minacce per rafforzare le loro difese informatiche, come rivelato da un rapporto di Searchlight Cyber.

Cambiamenti nel panorama della sicurezza informatica

Secondo Ben Jones, co-fondatore e CEO di Searchlight Cyber, il panorama della sicurezza informatica è cambiato notevolmente negli ultimi anni. Gli attori delle minacce non si concentrano più solo su organizzazioni ricche di risorse come banche e compagnie assicurative, ma colpiscono sempre più settori come la sanità, il petrolio e il gas e la produzione, sfruttando la natura critica di queste aziende per estorcere riscatti.

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PlayStation VR2: vendite deludenti, necessario un taglio di prezzo?

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Tempo di lettura: < 1 minuto. Il visore VR di Sony fatica a decollare, con vendite al di sotto delle aspettative. Sarà necessario un taglio di prezzo per rilanciare le sorti di PlayStation VR2?

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Le vendite del visore PlayStation VR2 di Sony sembrano non decollare come previsto. Secondo un report di Bloomberg, dal lancio avvenuto il 22 febbraio, sono stati venduti solamente 270.000 visori in tutto il mondo. Le stime iniziali di Sony prevedevano la distribuzione di almeno due milioni di unità nel periodo di lancio, ma quest’obiettivo appare ora lontano da raggiungere.

Le cause del mancato successo di PlayStation VR2

Diversi fattori potrebbero aver contribuito al mancato successo del PlayStation VR2. In primo luogo, il visore è stato lanciato in un momento in cui la console PlayStation 5 è diventata più facilmente reperibile sul mercato, spingendo i consumatori a investire i propri soldi nella console piuttosto che nel visore.

Inoltre, il prezzo di ingresso elevato di 599 euro in Europa, escludendo il costo del software e degli eventuali accessori, potrebbe aver scoraggiato molti potenziali acquirenti. Anche la lineup di lancio, con titoli come Horizon Call of the Mountain che non hanno riscosso il successo sperato, e la mancanza di compatibilità con i giochi PSVR della precedente generazione, potrebbero aver limitato l’appeal del dispositivo.

Un taglio di prezzo per rilanciare le vendite?

Di fronte a queste difficoltà, secondo Bloomberg, Sony dovrebbe valutare un taglio di prezzo del visore e puntare su una campagna di marketing più aggressiva per aumentare la base installata del PlayStation VR2. Un prezzo più accessibile e una maggiore promozione potrebbero infatti stimolare l’interesse dei consumatori e dare nuova linfa alle vendite del dispositivo.

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Lista completa dei dispositivi compatibili con iOS 17: sorprese e delusioni

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Tempo di lettura: < 1 minuto. Scopri se il tuo iPhone sarà compatibile con il prossimo iOS 17 e quali sono le novità attese

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Apple ha annunciato ufficialmente che la conferenza WWDC 2023 si terrà dal 6 al 10 giugno, con la possibilità di svelare dettagli sul tanto atteso headset MR. Tuttavia, il vero protagonista dell’evento sarà senza dubbio il sistema operativo iOS 17, che dovrebbe includere numerose funzionalità richieste dagli utenti.

Le novità di iOS 17

Secondo le indiscrezioni, iOS 17 manterrà un’interfaccia utente simile a quella attuale, ma si concentrerà maggiormente sullo sviluppo della funzione Dynamic Island, a causa della presenza di un foro per la fotocamera sullo schermo dell’iPhone 15.

Dispositivi compatibili con iOS 17

Purtroppo, come di consueto, Apple potrebbe abbandonare il supporto per alcuni modelli di iPhone meno recenti. Si vocifera che l’iPhone 8 e l’iPhone X potrebbero non essere compatibili con iOS 17, anche se queste informazioni non sono ancora del tutto confermate.

L’importanza dell’iPhone X

L’iPhone X rappresenta un punto di svolta per Apple e il mercato degli smartphone in generale, grazie all’introduzione dello schermo full screen e della tecnologia Face ID. Molti esperti ritenevano che quest’ultima sarebbe durata circa dieci anni, ma al momento non si sono verificati cambiamenti significativi. La possibile esclusione dell’iPhone X dall’aggiornamento a iOS 17 potrebbe rappresentare una grande delusione per molti utenti.

Ecco la lista completa:

  • iPhone SE (2nd Gen or later)
  • iPhone XR
  • iPhoneXs Max
  • iPhone Xs
  • iPhone 11 Pro Max
  • iPhone 11 Pro
  • iPhone 11
  • iPhone 12 Pro Max
  • iPhone 12 Pro
  • iPhone 12
  • iPhone 12 mini
  • iPhone 13 Pro Max
  • iPhone 13 Pro
  • iPhone 13
  • iPhone 13 mini
  • iPhone 14 Pro Max
  • iPhone 14 Pro
  • iPhone 14 Plus
  • iPhone 14

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