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Ex-dipendenti Google criticano il silenzio del “padrino dell’IA” Geoffrey Hinton sul licenziamento di esperti di intelligenza artificiale

Tempo di lettura: < 1 minuto. Ex-colleghi sostengono che il pioniere dell’apprendimento automatico non li abbia sostenuti quando hanno avvertito dei possibili danni dell’IA alle persone emarginate.

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Ex-dipendenti di Google si scagliano contro Geoffrey Hinton, il “padrino dell’IA”, per non averli sostenuti quando hanno denunciato i rischi dell’intelligenza artificiale.

Le critiche delle ex-colleghe

Donne che da anni mettono in luce i problemi dell’IA sostengono che l’allarmismo di Hinton non solo sia opportunistico, ma oscuri anche gli specifici avvertimenti sull’impatto reale dell’IA sulle persone emarginate. Meredith Whittaker, presidente della Signal Foundation, afferma di essere rimasta delusa dall’assenza di sostegno da parte di Hinton nei confronti di altri dissidenti di Google.

La mancanza di sostegno nei confronti di Timnit Gebru

Margaret Mitchell, un’altra ex-dipendente di Google e co-leader del team di intelligenza artificiale etica dell’azienda, ha criticato Hinton per non aver denunciato il licenziamento di Timnit Gebru nel 2020, una ricercatrice che aveva messo in luce i rischi dell’IA per donne e persone di colore. Hinton non si è espresso in favore di Gebru, nonostante quasi 2.700 dipendenti Google abbiano firmato una lettera aperta a suo sostegno.

Il commento di Hinton e l’impatto sulle persone emarginate

Hinton ha minimizzato le preoccupazioni di Gebru, sostenendo che le sue idee non sono così “esistenzialmente serie” come l’idea di un’intelligenza artificiale superiore agli esseri umani. Whittaker sostiene che il commento di Hinton sia sconcertante e mostri una mancanza di consapevolezza riguardo ai danni reali causati dall’IA alle persone emarginate.

L’importanza di esaminare le grandi aziende tecnologiche

Secondo Whittaker, per comprendere i rischi reali dei grandi modelli linguistici, è necessario esaminare le poche aziende che li controllano. Bisogna seguire gli interessi di queste società per capire chi utilizzerà la tecnologia, come verrà utilizzata e dove si può resistere per prevenire gli effettivi danni che stanno avvenendo oggi.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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