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Facebook rischia una causa per il suo algoritmo pubblicitario discriminatorio

Tempo di lettura: 2 minuti. Facebook affronta un’azione legale per le accuse di discriminazione nel suo algoritmo pubblicitario, con un tribunale d’appello della California che stabilisce che l’azienda può essere citata in giudizio, mettendo in luce questioni cruciali relative ai diritti civili e alla tecnologia pubblicitaria.

Tempo di lettura: 2 minuti.

Facebook può essere citato in giudizio per le accuse secondo cui il suo algoritmo pubblicitario è discriminatorio, come stabilito da un tribunale d’appello dello stato della California la scorsa settimana. La decisione deriva da un’azione legale collettiva intentata contro Facebook nel 2020, che accusava l’azienda di non mostrare annunci assicurativi a donne e persone anziane, in violazione delle leggi sui diritti civili.

Dettagli del caso

Il caso ruota attorno a Samantha Liapes, una donna di 48 anni che si è rivolta a Facebook per trovare un fornitore di assicurazioni. La causa sostiene che il sistema di consegna degli annunci di Facebook non ha mostrato a Liapes annunci per le assicurazioni a causa della sua età e del suo sesso.

Decisione del Tribunale

In una sentenza del 21 settembre, il tribunale d’appello ha ribaltato una decisione precedente che affermava che la Sezione 230 (che protegge le piattaforme online dalla responsabilità legale se gli utenti pubblicano contenuti illegali) protegge Facebook dalla responsabilità. Il tribunale d’appello ha concluso che il caso “allega adeguatamente” che Facebook “sapeva che gli inserzionisti assicurativi miravano intenzionalmente ai suoi annunci in base all’età e al sesso degli utenti” in violazione dell’Unruh Civil Rights Act.

Ulteriori osservazioni

Il tribunale ha anche riscontrato notevoli somiglianze tra la piattaforma pubblicitaria di Facebook e Roommates.com, un servizio che superava le protezioni della Sezione 230 includendo menu a discesa con opzioni che permettevano la discriminazione. “C’è poca differenza con gli strumenti pubblicitari di Facebook” e le loro capacità di targeting, ha concluso il tribunale.

Contesto precedente

L’algoritmo pubblicitario di Facebook è stato al centro dell’attenzione per anni, con una causa federale intentata nel 2018 che accusava l’azienda di favorire la discriminazione abitativa e studi successivi che confermavano queste affermazioni. Facebook ha raggiunto un accordo con il governo degli Stati Uniti nel 2022 e ha lanciato un nuovo sistema di distribuzione degli annunci per affrontare la discriminazione abitativa all’inizio di quest’anno.

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