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Videosorveglianza ed intelligenza artificiale: Garante sanziona Trento

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Il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha imposto una sanzione di 50.000 euro al Comune di Trento per aver violato la normativa sulla protezione dei dati personali. La sanzione è stata applicata a seguito di due progetti di ricerca scientifica, denominati Marvel e Protector, che prevedevano l’utilizzo di telecamere, microfoni e reti sociali.

Dettagli del progetto Marvel

Il progetto prevedeva l’acquisizione di filmati dalle telecamere di videosorveglianza e audio da microfoni collocati sulla pubblica via. L’obiettivo era rilevare automaticamente, mediante tecniche di intelligenza artificiale, eventi di rischio per la pubblica sicurezza.

Dettagli del progetto Protector

Questo progetto prevedeva l’acquisizione di filmati di videosorveglianza e l’analisi di messaggi e commenti d’odio sui social media. L’intento era identificare rischi e minacce per la sicurezza dei luoghi di culto.

Violazioni rilevate dal Garante

Il Garante ha rilevato molteplici violazioni della normativa sulla privacy:

  1. Mancanza di Quadro Giuridico: Il Comune di Trento non ha fornito alcuna giustificazione giuridica per il trattamento dei dati personali, inclusi dati relativi a reati e categorie particolari.
  2. Condivisione Illecita di Dati: I dati venivano condivisi con soggetti terzi, compresi i partner di progetto, rendendo il trattamento illecito.
  3. Tecniche di Anonimizzazione Inadeguate: Le tecniche impiegate per anonimizzare i dati erano insufficienti per ridurre i rischi di reidentificazione.
  4. Mancanza di Trasparenza: Il Comune non ha descritto adeguatamente i trattamenti nelle informative di primo e secondo livello.
  5. Mancata Valutazione d’Impatto: Non è stata effettuata una valutazione d’impatto prima di iniziare il trattamento, nonostante l’impiego di nuove tecnologie e la sorveglianza sistematica di aree pubbliche.

Implicazioni

Il Garante ha stigmatizzato le modalità invasive di trattamento dei dati, sottolineando i rischi significativi per i diritti e le libertà degli interessati. Questo caso evidenzia l’importanza di una corretta valutazione e gestione della privacy nell’uso delle tecnologie di sorveglianza, specialmente quando coinvolgono l’intelligenza artificiale.

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