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Gli hacker bielorussi hanno creato un Telegram alternativo per gli attivisti

Tempo di lettura: < 1 minuto. L’applicazione bielorussa è indistinguibile dall’originale, poiché è costruita sul codice open-source di Telegram.

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Quando l’estate scorsa un attivista venticinquenne di Minsk, conosciuto come Pavel, è stato arrestato dalle forze di sicurezza del KGB bielorusso, sapeva che avrebbero perquisito il suo telefono, alla ricerca di prove del suo coinvolgimento nelle proteste antigovernative.

L’agente di polizia ha chiesto a Pavel la password di Telegram, l’applicazione di messaggistica più popolare tra gli attivisti bielorussi, che lui gli ha fornito. L’agente l’ha inserita e… non ha trovato nulla. Tutte le chat segrete e i canali di notizie erano scomparsi e dopo pochi minuti di interrogatorio Pavlo è stato rilasciato. Il segreto di Pavlo? Una versione sicura di Telegram, sviluppata da un gruppo di hacktivisti bielorussi chiamato Cyber Partisans. Partisan Telegram, o P-Telegram, cancella automaticamente le chat preselezionate quando qualcuno inserisce la cosiddetta password SOS.

Secondo Yuliana Shemetovets, portavoce dei Cyber Partisans, P-Telegram è utilizzato da attivisti in Bielorussia e Iran, nonché da ucraini che vivono nei territori occupati dalla Russia. L’applicazione bielorussa è indistinguibile dall’originale, poiché è costruita sul codice open-source di Telegram. Tuttavia, promette qualcosa che molti social network non riescono a fornire: la sicurezza per i suoi utenti.

E poiché la popolarità dell’app continua a crescere, i Cyber Partisans – noti soprattutto per gli attacchi informatici contro il governo bielorusso e per le fughe di dati di alto profilo – stanno progettando di migliorarla ulteriormente. Finora gli hacktivisti hanno speso soldi di tasca propria per l’applicazione, ma hanno preso provvedimenti per ottenere finanziamenti da organizzazioni straniere. “Gli stranieri non vogliono sponsorizzare i nostri attacchi informatici perché è una zona grigia, ma la sicurezza digitale suscita sempre interesse”, ha dichiarato Shemetovets a The Record.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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