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Hai un profilo facebook aziendale? Attenzione che potresti perderlo

Tempo di lettura: 2 minuti. Una catena di Sant’Antonio di un amico può mettere il profilo aziendale in una limitazione che potrebbe farlo perdere definitivamente al suo titolare

Tempo di lettura: 2 minuti.

Una richiesta di aiuto è giunta alla redazione da parte di un titolare di una attività commerciale che ha visto il suo profilo bloccato e non è riuscita più a recuperarlo nonostante diverse prove.

Cosa è successo?

L’attività del profilo è stata imitata dopo che un amico del profilo in questione è stato coinvolto in un tag “non riconosciuto” che ha inviato diversi tag a catena coinvolgendo il profilo dell’attività commerciale. Per protezione da attività insolite, Facebook limita il profilo e richiede di sbloccarlo effettuando l’accesso di nuovo.

Cosa viene richiesto per riottenere il profilo?

Dopo diverse richieste andate a vuoto, Facebook fa partire l’azione di verifica con i numeri di telefono, ma ne limita l’utilizzo per un pò di tempo. Quando l’utente prova a riaccedere al profilo deve fornire prova della sua identità ed è qui che inizia il problema. Se Mario Rossi ha necessità di accedere, Facebook chiederà di fornire un documento di identità tra i molti disponibili nell’offerta della Pubblica amministrazione italiana. Quindi Mario Rossi dovrà fornire un documento ufficiale come patente o carta di identità per dimostrare di essere lui il proprietario del profilo.

Se si tratta di un profilo aziendale?

In questo caso è impossibile recuperare il profilo perchè non esistono documenti ufficiali come patente o carta di identità intestati ad una azienda ed abbiamo provato a fornirne uno diverso con scarsi risultati perchè l’intelligenza artificiale di Facebook riconosce solo il formato dei documenti richiesti e che vengono tutti rilasciati a persone giuridiche e non a persone fisiche.

Cosa fare per affrontare questo problema?

Affrontare il problema quando si è presentato risulta molto difficile perchè Facebook e anche Instagram richiedono che i profili siano intestati alle persone in carne ed ossa. Più che provare a mandare una PEC a Facebook Italia, che non risponderà per queste problematiche, si consiglia di spostare la proprietà della pagina, o nominare amministratore, il proprio profilo personale e di iniziare a strutturarsi meglio in una attività di marketing sulla pagina rispetto a quella di un profilo.

Avere una pagina può dare sicuramente meno engagement agli utenti, ma è chiaro che la possibilità di essere coinvolti in una catena di Sant’Antonio possa mettere a rischio il profilo aziendale così come il profilo non ha da tempo la possibilità di effettuare delle sponsorizzazioni.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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