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Hai un profilo facebook aziendale? Attenzione che potresti perderlo

Una catena di Sant’Antonio di un amico può mettere il profilo aziendale in una limitazione che potrebbe farlo perdere definitivamente al suo titolare

Una richiesta di aiuto è giunta alla redazione da parte di un titolare di una attività commerciale che ha visto il suo profilo bloccato e non è riuscita più a recuperarlo nonostante diverse prove.

Cosa è successo?

L’attività del profilo è stata imitata dopo che un amico del profilo in questione è stato coinvolto in un tag “non riconosciuto” che ha inviato diversi tag a catena coinvolgendo il profilo dell’attività commerciale. Per protezione da attività insolite, Facebook limita il profilo e richiede di sbloccarlo effettuando l’accesso di nuovo.

Cosa viene richiesto per riottenere il profilo?

Dopo diverse richieste andate a vuoto, Facebook fa partire l’azione di verifica con i numeri di telefono, ma ne limita l’utilizzo per un pò di tempo. Quando l’utente prova a riaccedere al profilo deve fornire prova della sua identità ed è qui che inizia il problema. Se Mario Rossi ha necessità di accedere, Facebook chiederà di fornire un documento di identità tra i molti disponibili nell’offerta della Pubblica amministrazione italiana. Quindi Mario Rossi dovrà fornire un documento ufficiale come patente o carta di identità per dimostrare di essere lui il proprietario del profilo.

Se si tratta di un profilo aziendale?

In questo caso è impossibile recuperare il profilo perchè non esistono documenti ufficiali come patente o carta di identità intestati ad una azienda ed abbiamo provato a fornirne uno diverso con scarsi risultati perchè l’intelligenza artificiale di Facebook riconosce solo il formato dei documenti richiesti e che vengono tutti rilasciati a persone giuridiche e non a persone fisiche.

Cosa fare per affrontare questo problema?

Affrontare il problema quando si è presentato risulta molto difficile perchè Facebook e anche Instagram richiedono che i profili siano intestati alle persone in carne ed ossa. Più che provare a mandare una PEC a Facebook Italia, che non risponderà per queste problematiche, si consiglia di spostare la proprietà della pagina, o nominare amministratore, il proprio profilo personale e di iniziare a strutturarsi meglio in una attività di marketing sulla pagina rispetto a quella di un profilo.

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Avere una pagina può dare sicuramente meno engagement agli utenti, ma è chiaro che la possibilità di essere coinvolti in una catena di Sant’Antonio possa mettere a rischio il profilo aziendale così come il profilo non ha da tempo la possibilità di effettuare delle sponsorizzazioni.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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