Realtà virtuale e neuroscienze studiano comportamenti animali

da Lorenzo De Santis matricedigitale.it
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La realtà virtuale (VR) non è più limitata ai videogiochi o all’intrattenimento. Un team di scienziati di Flinders University ha dimostrato come questa tecnologia possa essere utilizzata per esplorare il comportamento di piccoli animali come hoverfly e granchi. Pubblicato sulla rivista Methods in Ecology and Evolution, lo studio combina algoritmi di visione artificiale, machine learning e software di realtà virtuale per creare ambienti controllati, ma realistici, dove osservare le risposte comportamentali degli invertebrati.

Un ambiente virtuale per lo studio del volo e del comportamento

Gli esperimenti condotti nel Hoverfly Motion Vision Lab di Flinders University hanno incluso la creazione di mondi virtuali attraverso il motore grafico Unity. Grazie a sistemi avanzati di rilevamento, i ricercatori hanno osservato le reazioni degli animali, come il tentativo di un hoverfly di cambiare direzione in volo o di un granchio che evita un predatore virtuale.

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L’interfaccia di Unity è stata ottimizzata per offrire un’esperienza a bassa latenza, permettendo al software di adattarsi in tempo reale ai movimenti degli animali. Questo approccio ha reso possibile lo studio dei trigger visivi che influenzano il comportamento degli insetti in modo più naturale rispetto agli esperimenti di laboratorio tradizionali.

Applicazioni tecnologiche e interdisciplinarità

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Il progetto ha coinvolto biologi, neuroscienziati e ingegneri software, dimostrando che la VR può fornire strumenti rivoluzionari per campi che vanno dall’agricoltura alla robotica. Gli algoritmi sviluppati non solo migliorano la comprensione dei meccanismi di decision-making degli animali, ma trovano applicazioni anche in settori come:

  • Agricoltura di precisione: monitoraggio automatico di colture e bestiame.
  • Salute: tecnologie VR per la riabilitazione e la formazione medica.
  • Trasporti: simulazioni per migliorare il design di veicoli e infrastrutture.

(Continua nella prossima risposta…)

Collaborazioni internazionali e accessibilità open source

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Il progetto è stato possibile grazie alla collaborazione di ricercatori provenienti da Australia, Germania e Stati Uniti. Tra gli enti coinvolti figurano il Max Planck Institute of Animal Behavior e l’Università dell’Australia Occidentale. La piattaforma sviluppata, chiamata CAVE (Cognitive Augmented Virtual Environment), è open source e disponibile su GitHub. Questa accessibilità consente ad altri gruppi di ricerca di replicare o adattare il sistema per i propri studi comportamentali.

Vantaggi per la ricerca scientifica
L’uso della realtà virtuale permette di esplorare nuove frontiere nella scienza, offrendo:

  • Ambienti immersivi: simulazioni che riproducono scenari naturali più vicini al comportamento reale degli animali.
  • Controllo totale: possibilità di modificare variabili visive o spaziali con precisione.
  • Efficienza nei costi: grazie all’utilizzo di hardware consumer, riducendo i budget richiesti per sperimentazioni complesse.

Implicazioni future e sostenibilità
La ricerca suggerisce che piattaforme come CAVE potrebbero essere adottate per studiare specie in via di estinzione, migliorare la progettazione di droni ispirati alla natura o persino contribuire a progetti di bioingegneria. Inoltre, gli studi comportamentali condotti in ambienti virtuali riducono la necessità di interventi più invasivi sugli animali.

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Il progetto guidato da Flinders University segna un importante passo avanti nell’applicazione della realtà virtuale alla scienza. Offrendo uno strumento flessibile e scalabile, la ricerca non solo amplia le possibilità nello studio del comportamento animale, ma apre anche la strada a innovazioni interdisciplinari che vanno oltre le neuroscienze.

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