Categorie
Tech

Norvegia vieta a Meta di eseguire pubblicità comportamentale

Tempo di lettura: 2 minuti. La Norvegia ha imposto a Meta un divieto temporaneo di eseguire pubblicità comportamentale su Facebook e Instagram, a meno che non ottenga il consenso degli utenti per il trattamento dei dati.

Tempo di lettura: 2 minuti.

L’autorità per la protezione dei dati della Norvegia, Datatilsynet, ha imposto a Meta un divieto temporaneo di eseguire pubblicità comportamentale su Facebook e Instagram, a meno che non ottenga il consenso degli utenti per il trattamento dei dati. Il divieto, che durerà inizialmente tre mesi, è stato imposto a causa delle preoccupazioni sulla privacy degli utenti.

Il divieto di Meta in Norvegia

Il divieto si applica a Meta, la società dietro Facebook e Instagram, e riguarda la pubblicità comportamentale, che si basa sul tracciamento e sulla profilazione degli utenti. Meta può continuare a eseguire altri tipi di pubblicità mirata, come il targeting contestuale, che non si basa sul tracciamento e sulla profilazione degli utenti. Inoltre, può continuare a eseguire pubblicità comportamentale se ottiene il consenso degli utenti. Se Meta continua a eseguire pubblicità comportamentale senza dare agli utenti la possibilità di negare il suo tracciamento e la sua profilazione, rischia multe fino a un milione di NOK (~100.000 dollari) al giorno.

Il divieto è stato imposto a seguito di una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CJEU) che ha messo in discussione la base legale che Meta attualmente afferma di utilizzare per microtargetizzare gli utenti con annunci pubblicitari nella regione (ossia gli interessi legittimi).

Il futuro della pubblicità comportamentale di Meta

Se Meta ritarda l’azione sull’ordine di divieto dell’autorità per la protezione dei dati, rischia multe giornaliere per i prossimi tre mesi, che potrebbero accumularsi in diverse decine di milioni di dollari in sanzioni.

Forse più preoccupante per Meta è il fatto che l’autorità norvegese ha avvertito che potrebbe cercare di deferire la questione al Comitato Europeo per la Protezione dei Dati (EDPB), ad esempio chiedendo di prendere una decisione vincolante per estendere l’ordine di divieto oltre il periodo di validità iniziale di tre mesi.

Un tale ordine dell’EDPB potrebbe richiedere a Meta di smettere di eseguire la sua pubblicità comportamentale senza consenso in tutta l’Unione Europea. Tuttavia, il Comitato potrebbe preferire di incoraggiare la Commissione per la Protezione dei Dati dell’Irlanda a prendere il controllo, nella sua capacità di supervisore principale dei dati per Meta, quindi resta da vedere se vedremo una risposta rapida da parte dei regolatori europei per la protezione dei dati all’attuazione di questa recente decisione della CJEU o un’altra lenta bruciatura, con Meta che beneficia di eventuali nuovi ritardi nell’applicazione.

Pronto a supportare l'informazione libera?

Iscriviti alla nostra newsletter // Seguici gratuitamente su Google News
Exit mobile version