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White Hat e Black Hat: qual è la differenza?

Tempo di lettura: 2 minuti. Cappellini bianchi o neri? Ecco spiegato l’immaginario hacker

Tempo di lettura: 2 minuti.

Durante la pandemia, quando le persone trascorrevano più tempo a casa e quindi online, gli attacchi informatici sono aumentati e si sono evoluti. In uno studio di Deloitte, gli attacchi informatici che utilizzano malware o metodi non visibili sono aumentati di 15 punti percentuali, passando dal 20% di tutti gli attacchi al 35%. Poiché gli hacker sono diventati sempre più intelligenti nell’accedere ai dati individuali e organizzativi, le aziende hanno la responsabilità di difendersi meglio nel mondo digitale, soprattutto quando gestiscono dati sensibili o dei consumatori. Nel 2020 sono stati quintuplicati gli attacchi informatici contro l’Organizzazione mondiale della sanità, che detiene molti dati su persone e nazioni di tutto il mondo.

Cos’è un hacker black hat?

Il tipo di hacker che la maggior parte delle persone associa al termine black hat hacker è un hacker criminale. Gli hacker black hat cercano di infiltrarsi o di controllare siti web, dispositivi o altri sistemi senza autorizzazione, di solito per motivi finanziari. Alcune tattiche che potrebbero utilizzare sono l’impiego di malware, ransomware o spyware per tenere in ostaggio i sistemi e chiedere un pagamento, oppure sfruttare la scarsa sicurezza degli utenti per commettere frodi o furti con le loro informazioni. Alcuni rubano anche dati riservati per venderli sul dark web o per altre attività di criminalità informatica.

Cos’è un hacker white hat?

Gli hacker white hat hanno lo stesso tipo di competenze degli hacker black hat, ma le utilizzano per scopi legali. Alcune aziende, organizzazioni o governi assumono questi hacker per trovare falle nella loro sicurezza informatica, previa autorizzazione. Eseguono attacchi informatici non dannosi per trovare i punti deboli e poi di solito offrono suggerimenti per software, strumenti e tecniche di sicurezza per proteggersi meglio in futuro. Possono anche adottare misure per educare le persone sulle minacce e sui rischi della sicurezza informatica e su come difendersi da essi. Sebbene entrambi facciano leva sul valore delle informazioni, gli hacker white hat lavorano entro i parametri della legge per aiutare le persone e le organizzazioni a proteggersi dalla criminalità informatica.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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