Xiaomi ha svelato l’ultima versione del suo robot cane, il CyberDog 2, durante il Mobile World Congress. Rispetto al suo predecessore, CyberDog 2 sfoggia un design leggermente più amichevole, sebbene mantenga ancora un aspetto decisamente futuristico e tecnologico. Questo nuovo modello, che ricorda la forma di un Dobermann, si distingue non solo per il suo design ma anche per la sua capacità di eseguire acrobazie impressionanti, come backflip da uno skateboard in movimento.
Caratteristiche e prestazioni
Il CyberDog 2 è stato progettato per essere una sorta di animale domestico robotico, anche se il suo prezzo di $3,000 lo rende un investimento considerevole. Le dimostrazioni al MWC si sono concentrate sulle capacità di movimento del robot, mostrando la sua agilità e la capacità di eseguire danze e movimenti coordinati che ricordano le performance dei robot di Boston Dynamics.

Nonostante l’aspetto più “amichevole”, il CyberDog 2 rimane un dispositivo high-tech che non cerca di imitare l’aspetto o il comportamento di un cane reale. Xiaomi sembra puntare a posizionare questo robot come un’alternativa avanzata e futuristica agli animali domestici tradizionali, suggerendo addirittura che potrebbe sostituire i cani veri grazie alla sua capacità di “comunicare” con gli umani.
Quale sarà il futuro della robotica domestica?
L’introduzione del CyberDog 2 solleva interessanti questioni sul futuro della robotica domestica e sul ruolo che questi dispositivi potrebbero giocare nelle nostre vite. Mentre la tecnologia continua a progredire, appare chiaro che i confini tra il mondo reale e quello digitale si stanno sempre più sfumando, aprendo nuove prospettive per l’interazione umano-robot.
La presentazione di Xiaomi al MWC 2024 non solo dimostra le capacità tecniche e ingegneristiche dell’azienda ma solleva anche riflessioni più ampie sulle implicazioni sociali e emotive della robotica avanzata nel contesto domestico. Mentre alcuni potrebbero vedere il CyberDog 2 e dispositivi simili come una novità intrigante, altri potrebbero interrogarsi sull’impatto di tali tecnologie sulle relazioni umane e sulla nostra connessione con il mondo naturale.