Le normative europee sulla protezione dei dati personali, sancite dal GDPR, sono al centro di numerose accuse e denunce che coinvolgono grandi aziende tecnologiche come TikTok, Temu, Mozilla e X (ex Twitter). Queste piattaforme sono accusate di violare i diritti degli utenti europei attraverso pratiche che vanno dal trasferimento illecito di dati verso Paesi terzi fino all’uso non autorizzato delle informazioni personali per l’addestramento di intelligenze artificiali.
Cosa leggere
TikTok, Temu e il trasferimento dati verso la Cina

L’organizzazione per la tutela della privacy NOYB (None of Your Business), guidata dall’attivista Max Schrems, ha depositato sei denunce contro aziende come TikTok, AliExpress, SHEIN e Temu, accusandole di trasferire dati degli utenti europei verso la Cina in violazione del GDPR.
Le accuse principali
- Trasferimenti non regolamentati: Queste aziende non avrebbero fornito garanzie adeguate per proteggere i dati degli utenti, violando gli articoli 44 e 46 del GDPR.
- Accesso governativo ai dati: Xiaomi ha ammesso che le autorità cinesi possono richiedere dati personali senza restrizioni, sottolineando una mancanza di trasparenza.
- Ignoranza delle richieste degli utenti: Le aziende non rispondono alle richieste di accesso ai dati personali, violando l’articolo 15 del GDPR.
Le potenziali multe per queste violazioni potrebbero arrivare fino al 4% del fatturato globale delle aziende coinvolte, con sanzioni massime di 1,75 miliardi di dollari per Xiaomi e 1,35 miliardi per Temu.
X e l’uso non autorizzato dei dati per l’AI
X, la piattaforma precedentemente conosciuta come Twitter, è sotto accusa per aver utilizzato i dati personali di oltre 60 milioni di utenti europei per addestrare il suo modello linguistico Grok, senza informare gli utenti o richiedere il loro consenso.
Punti critici della denuncia
- Impostazioni predefinite invasive: Una funzione attiva di default consente a X di raccogliere post, interazioni e input per addestrare il modello AI.
- Violazioni del GDPR: NOYB ha segnalato violazioni agli articoli 5(1), 6(1) e 13 del GDPR, che riguardano la trasparenza e la gestione dei dati personali.
- Inadeguatezza delle misure correttive: Nonostante un accordo con il Garante irlandese, NOYB ritiene che le misure adottate siano insufficienti.
Le denunce chiedono un’indagine approfondita, un’adeguata separazione dei dati UE e non UE e l’introduzione di meccanismi di consenso conformi al GDPR.
Mozilla e il tracciamento nascosto su Firefox

Anche Mozilla è finita sotto i riflettori per una funzione del browser Firefox chiamata Privacy-Preserving Attribution (PPA), progettata per misurare l’efficacia delle pubblicità senza cookie invasivi. Tuttavia, NOYB accusa l’azienda di aver attivato la funzione senza il consenso degli utenti.
Criticità identificate
- Tracciamento centralizzato: Sebbene non utilizzi cookie tradizionali, PPA consente a Firefox di tracciare il comportamento degli utenti e aggregare i dati per gli inserzionisti.
- Mancanza di trasparenza: Gli utenti non sono stati informati dell’attivazione della funzione, violando i requisiti del GDPR per il consenso esplicito.
Mozilla ha dichiarato che PPA è in fase di test limitato e non invia dati personali a terzi. Tuttavia, NOYB sostiene che la funzione rappresenti un’ulteriore forma di tracciamento mascherata da tutela della privacy.
Il nuovo Codice di Condotta UE
A completare il quadro, l’Unione Europea ha aggiornato il proprio Codice di Condotta per la gestione dei contenuti d’odio, coinvolgendo piattaforme come X, YouTube e Meta. Il codice promuove una maggiore responsabilità nella moderazione dei contenuti, con enfasi su trasparenza, collaborazione con le autorità e rimozione rapida di contenuti illegali.
Le denunce contro TikTok, X e altre piattaforme dimostrano come il GDPR continui a essere uno strumento fondamentale per proteggere i diritti digitali in Europa. Tuttavia, i casi evidenziano anche la necessità di un’applicazione più rigorosa delle normative e di maggiore trasparenza da parte delle aziende tecnologiche che in questi anni sono state spesso non curanti delle direttive UE..