S25 Edge e Fold 7 deludono in autonomia e scoppiano grane su IA e chip

di Redazione
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Exynos 5400

Samsung attraversa una fase di trasformazione profonda: tra nuove strategie hardware, critiche sui modelli premium, esperimenti controversi con l’intelligenza artificiale e un contesto di crescente competizione nel mercato dei semiconduttori, la multinazionale sudcoreana mostra segnali contrastanti. Le ultime novità, che spaziano dall’estetica dei dispositivi Galaxy fino alla geopolitica dei chip, rivelano un’azienda potente ma assediata da vincoli interni, pressioni normative ed errori strategici.

Galaxy S25 Edge e Z Fold 7: eleganza estrema, durabilità sacrificata

Il Galaxy S25 Edge rappresenta uno dei dispositivi più sottili mai prodotti da Samsung, con uno spessore di appena 5,8 mm. Tuttavia, questa scelta stilistica ha sollevato timori legati alla durabilità e all’autonomia. I recenti test mostrano che una singola caduta può causare danni seri al display, nonostante l’uso di Gorilla Glass Ceramic 2. La fragilità risulta accentuata dall’assenza di margini protettivi e dalla natura “liscia” del design.

Galaxy S25 Edge
Galaxy S25 Edge

A queste preoccupazioni si aggiunge il dibattito sull’autonomia della batteria, giudicata da molti come inadeguata. Samsung ha ridotto la capacità per privilegiare lo spessore, evitando l’introduzione di batterie al silicio-carbonio che avrebbero aumentato densità energetica del 15%. L’azienda sostiene che l’autonomia è comunque sufficiente “dall’alba al tramonto”, ma i test indipendenti rivelano performance inferiori alle attese, specie in condizioni d’uso intensivo.

Galaxy Z Fold 7
Galaxy Z Fold 7

Nel caso del Galaxy Z Fold 7, Samsung ha scelto di potenziare il design con display più ampi (6,5” esterno e 8,2” interno) e una fotocamera principale da 200MP. Tuttavia, il dispositivo non sarà etichettato come Ultra, e non ne possiede le caratteristiche tecniche: niente zoom periscopico, batteria ferma a 4.400 mAh, assenza di doppia lente zoom.

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L’uso del brand “Ultra” nel marketing ha generato perplessità: pur essendo il Fold più avanzato mai realizzato, non raggiunge il livello degli S Ultra, rischiando di confondere i consumatori e indebolire il marchio stesso.

Aggiornamenti software 2025: One UI 7 e sicurezza in primo piano

La distribuzione di One UI 7, basata su Android 15, è in corso per vari modelli tra cui Galaxy A15 e A15 5G. L’aggiornamento, ora disponibile in Africa, Asia e America Latina, introduce una nuova interfaccia, animazioni più fluide, nuovi widget, miglioramenti nella privacy e nella protezione della batteria. Il rollout verrà esteso gradualmente a Europa e Nord America, con promesse di ulteriori major update fino ad Android 18.

Samsung Galaxy A15 A25 5G
Samsung Galaxy A15 A25 5G

Parallelamente, Samsung ha rilasciato la patch di sicurezza di giugno 2025, che risolve 19 vulnerabilità. Tra queste, una falla che permetteva la cattura di screenshot sui Galaxy Watch, un’altra che consentiva l’accesso indebito a Samsung Cloud, e un exploit legato alla visibilità su Bluetooth. Anche Google ha contribuito con fix per decine di vulnerabilità Android, seppure non critiche.

Il costante lavoro di bug hunting è rafforzato da un programma di bug bounty da 1 milione di dollari, che incentiva la ricerca etica di vulnerabilità. Tuttavia, la strategia software dell’azienda sta sollevando nuove preoccupazioni: l’app Samsung Members, che funge da hub per assistenza, diagnosi e iscrizione alle beta, perderà tre funzionalità chiave a fine giugno: “My Product”, “Register” e “Request Service”. La motivazione ufficiale è legata al basso utilizzo, ma alcuni analisti sospettano una migrazione forzata verso altri ecosistemi proprietari, minando l’integrazione finora garantita.

Intelligenza artificiale o pubblicità camuffata? Il caso Glance AI

In un contesto di promozione sfrenata dell’intelligenza artificiale generativa, Samsung ha introdotto una nuova piattaforma chiamata Glance AI, in collaborazione con l’azienda pubblicitaria InMobi. Presentata come uno strumento di “AI shopping”, l’applicazione funziona tramite il Galaxy Store e si attiva sul blocco schermo, offrendo agli utenti la possibilità di generare look virtuali a partire da selfie, con abiti suggeriti da brand affiliati. Questi outfit digitali, generati ogni giorno, possono essere acquistati con un tap.

Tuttavia, l’intera operazione solleva numerose critiche etiche e pratiche: la personalizzazione tramite AI non è altro che pubblicità dinamica, presentata sotto forma di contenuto “intelligente”. Sebbene l’attivazione sia facoltativa, l’inclusione di ads nel blocco schermo mina la neutralità dell’interfaccia utente e solleva interrogativi sul trattamento dei dati biometrici, considerando che il sistema utilizza immagini del volto per generare i look.

Glance AI è compatibile con tutti i dispositivi Galaxy a partire dalla serie S22 e sarà estesa ad altri modelli entro un mese. Nonostante l’apparente innovazione, la piattaforma rischia di rientrare in una tendenza preoccupante: quella della comercializzazione forzata delle funzioni AI, con scopi pubblicitari mascherati da assistenza tecnologica.

Mercato DRAM e chipset: Samsung sotto pressione

A livello industriale, Samsung sta affrontando pressioni significative nel mercato dei semiconduttori. Nel primo trimestre del 2025, l’azienda è stata superata da SK Hynix nel mercato globale della DRAM, perdendo la leadership storica. Secondo dati di TrendForce, Samsung ha visto una contrazione del 19,1% nel fatturato rispetto al trimestre precedente, raggiungendo 9,1 miliardi di dollari, contro i 9,72 miliardi di SK Hynix. Il market share di Samsung è sceso al 33,7%, mentre il concorrente ha raggiunto il 36%.

Questo declino è attribuito a vari fattori: difficoltà nel vendere HBM in Cina, ritardi nell’approvazione NVIDIA per i chip HBM3E, e la debole domanda per i DRAM legacy. La situazione potrebbe migliorare nel secondo trimestre, con la fine dei dazi USA e l’aumento della produzione da parte degli OEM.

Nel segmento dei laptop ARM-based, Samsung punta a riprendersi terreno con il prossimo Galaxy Book Edge, che potrebbe integrare il nuovo Snapdragon X2 Elite. Il chip, attualmente in test con 18 core e supporto LPDDR6, promette performance superiori rispetto alla generazione attuale (Snapdragon X Elite a 12 core). Il supporto per 64 GB di RAM e una banda passante superiore a 136 GB/s posizionano il dispositivo come un potenziale riferimento per la categoria Windows ARM. Qualcomm presenterà ufficialmente il chip al Snapdragon Summit 2025, il 23 settembre.

Tensor G5: TSMC sì, ma Samsung resta cruciale

Infine, anche nel settore SoC per smartphone, le dinamiche cambiano rapidamente. Il nuovo Tensor G5 di Google, che sarà integrato nella serie Pixel 10, è il primo della linea ad essere fabbricato da TSMC, segnando un apparente abbandono di Samsung Foundry. Tuttavia, il legame con Samsung resta forte: il G5 utilizzerà ancora il modem Exynos 5400, lo stesso presente nei Galaxy S24, compatibile con mmWave, sub-6GHz, 1024 QAM e comunicazioni satellitari. Inoltre, DRAM, storage UFS e pannelli OLED dei nuovi Pixel provengono da Samsung Electronics.

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Questo dimostra come, nonostante la delocalizzazione della produzione dei chip Tensor, Google non possa fare a meno dell’ecosistema Samsung, almeno per ora. Il passaggio a TSMC è stato motivato da efficienza energetica e resa produttiva, ma il contenuto Samsung rimane elevato, confermando la complessità delle interdipendenze tecnologiche tra i grandi player.

Equilibrio instabile: innovazione, marketing e leadership frammentata

Il panorama delineato dalle ultime mosse di Samsung nel 2025 evidenzia una tensione continua tra innovazione tecnica, narrazione di marketing e criticità operative. Il Galaxy S25 Edge è la perfetta rappresentazione di questa ambiguità: un dispositivo tecnologicamente raffinato, ma troppo sottile per garantire robustezza o autonomia soddisfacente. La decisione di non adottare tecnologie emergenti come le batterie al silicio-carbonio dimostra come Samsung abbia ancora difficoltà a bilanciare la forma con la sostanza.

Il caso del Galaxy Z Fold 7 solleva ulteriori dubbi sul concetto di premium: pur offrendo display più ampi e una fotocamera da 200MP, non riesce a colmare il divario tecnico con la gamma Ultra. L’assenza di un modulo periscopico e una batteria da 5.000 mAh indica un prodotto che ambisce all’elite ma resta vincolato da compromessi strutturali.

In parallelo, l’adozione accelerata di strumenti IA, come Glance AI, e la commercializzazione dell’interfaccia utente dimostrano una volontà di monetizzazione aggressiva. Tuttavia, l’esperienza utente rischia di essere erosa da logiche pubblicitarie invasive, con l’IA ridotta a un’etichetta per prodotti sponsorizzati.

Sul piano software, Samsung si distingue per l’efficacia del proprio ciclo di aggiornamenti, come dimostrato da One UI 7 e dalle patch mensili. Ma la rimozione di funzionalità essenziali da Samsung Members solleva perplessità sulla gestione del ciclo post-vendita e sull’autonomia dell’utente nella gestione dei propri dispositivi.

Nel settore hardware, le sfide sono ancora più complesse. Il sorpasso di SK Hynix nel mercato DRAM evidenzia come Samsung non sia più invulnerabile. I ritardi nelle approvazioni, la mancata penetrazione del mercato cinese e l’eccessiva dipendenza da segmenti premium la pongono in una posizione precaria.

Nel settore dei laptop ARM-based, la possibilità di integrare il nuovo Snapdragon X2 Elite rappresenta un’opportunità concreta per rilanciare il Galaxy Book Edge come alternativa prestazionale a Windows su x86. Tuttavia, sarà necessario un cambio di passo anche sul piano dell’ecosistema software, per non ripetere le difficoltà del passato.

Infine, il caso Google Tensor G5 mostra come Samsung resti un fornitore strategico anche per brand concorrenti: modem, memoria e pannelli OLED rappresentano capisaldi insostituibili, nonostante la fabbricazione venga esternalizzata a TSMC. Questo dimostra che, pur in un contesto di delocalizzazione industriale, la capacità di integrare componenti di fascia alta resta un vantaggio competitivo per Samsung Electronics.

Nel complesso, il quadro Samsung nel 2025 è quello di un colosso in trasformazione: ancora dominante in alcuni settori, ma vulnerabile in altri. La sfida sarà mantenere l’identità di marchio senza cedere alla frammentazione tra marketing e ingegneria, tra design e usabilità, tra innovazione e sostenibilità. Il futuro di Samsung non dipenderà solo dalla potenza dei suoi dispositivi, ma dalla coerenza delle sue scelte strategiche.

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