iPhone 17, iOS 26 e macOS Tahoe: evoluzione Apple tra hardware esclusivo e software selettivo

di Michele Sesti matricedigitale.it
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Il 2025 segna per Apple un anno di svolta silenziosa ma strategica. Nonostante il clamore suscitato dall’annuncio di Apple Intelligence, i cambiamenti più significativi per utenti e sviluppatori si nascondono nella nuova generazione di hardware e nelle scelte software mirate di iOS 26 e macOS Tahoe. Il prossimo iPhone 17, previsto per settembre, non rappresenterà soltanto un aggiornamento incrementale, ma il vero punto di ingresso nel ciclo di transizione a lungo termine verso un ecosistema sempre più chiuso, selettivo e integrato. In parallelo, le novità minori ma sistematiche di CarPlay, Safari, Shortcuts, e AirPlay delineano l’evoluzione coerente di un sistema operativo che punta a restringere l’accesso funzionale per rafforzare controllo, fluidità e performance.

iPhone 17: una piattaforma hardware per il futuro di Apple Intelligence

L’iPhone 17 è al centro della trasformazione hardware di Apple. Secondo quanto trapelato dai test e dai canali vicini alla supply chain asiatica, il dispositivo introdurrà tre cambiamenti strutturali: un nuovo materiale per la scocca, una fotocamera sotto il display completamente invisibile e un SoC di nuova generazione dedicato all’AI locale. Questo chip, differente dal già noto A18, integrerà moduli dedicati al calcolo neurale a bassa latenza, pensati per eseguire modelli di linguaggio direttamente sul dispositivo, senza chiamate server-side.

iPhone 17 Air
iPhone 17 Air

Uno dei motivi principali per cui Apple sta limitando le funzionalità di iOS 26 ai modelli più recenti risiede proprio nella necessità di garantire prestazioni in tempo reale per strumenti come la nuova Shortcuts AI, la traduzione dinamica nei messaggi o le funzioni predittive di Safari. L’iPhone 17 verrà probabilmente fornito di 16 GB di RAM, un valore mai raggiunto in precedenza nella gamma non Pro, a riprova della complessità dei modelli AI integrati.

Altri miglioramenti attesi includono un modulo fotocamera aggiornato, con sensore principale in posizione più bassa per ridurre l’effetto flare, e un nuovo meccanismo di riparazione più modulare ispirato alle esigenze dei mercati europei. Il design verrà semplificato, con linee più morbide e una leggera riduzione dello spessore. In sintesi, l’iPhone 17 sarà il primo smartphone interamente progettato attorno all’architettura Apple Intelligence.

iOS 26 e macOS Tahoe: nuove funzionalità mirate e compatibilità selettiva

iOS 26 porta con sé il debutto formale del linguaggio di design Liquid Glass, esteso anche a iPadOS, watchOS e macOS. Oltre all’estetica, il nuovo sistema migliora la coerenza semantica tra elementi dell’interfaccia e feedback utente. Tra le novità operative spiccano l’espansione della funzione AutoFill dei codici OTP (one-time-password), ora compatibile anche con Google Voice su iOS e con browser terzi su macOS, come Chrome. Queste modifiche aumentano l’usabilità in contesti multi-piattaforma e semplificano l’autenticazione in ambienti aziendali non Apple-centrici.

Tuttavia, Apple ha introdotto un’importante novità strutturale: tutte le funzioni più innovative di iOS 26 sono compatibili solo da iPhone 15 Pro in poi. Questo taglia fuori milioni di utenti da Shortcuts evoluto, funzioni avanzate di Safari, nuove gesture su Alarm App e personalizzazione dinamica della schermata di blocco. Apple giustifica questa scelta con vincoli di performance, ma il messaggio implicito è chiaro: solo chi possiede dispositivi di fascia alta potrà accedere al pieno potenziale del sistema operativo.

Anche macOS Tahoe introduce limitazioni simili: molte funzionalità di AI contestuale e controllo vocale avanzato saranno disponibili solo su Mac dotati di chip M3 o superiore, consolidando l’abbandono graduale del supporto per architetture Intel, già escluse dagli aggiornamenti principali.

CarPlay e AirPlay: piccoli aggiornamenti, grande impatto ecosistemico

Tra le novità minori ma significative introdotte con iOS 26 figurano due aggiornamenti a CarPlay, che riceve il supporto per streaming video via AirPlay nei veicoli compatibili e una nuova interfaccia per il controllo musicale condiviso tra passeggeri. L’intento è quello di espandere il ruolo dell’iPhone come hub di intrattenimento in auto, senza rinunciare a sicurezza e integrazione. A livello tecnico, il sistema gestisce dinamicamente la banda e l’orientamento del contenuto, adattandosi al display del veicolo.

Apple ha anche confermato che AirPlay Video in auto richiede hardware specifico e sarà inizialmente disponibile solo in collaborazione con alcuni costruttori partner (tra cui BMW e Mercedes). Ciò rafforza ulteriormente la logica di selettività già evidente nei nuovi dispositivi mobile.

Safari, Shortcuts e le app di sistema: micro-innovazioni per un ecosistema chiuso e performante

Con iOS 26, Apple ha scelto un approccio incrementale ma strategico per rinnovare le sue app di sistema, puntando su fluidità, interoperabilità selettiva e automazione potenziata. La prima trasformazione evidente riguarda Safari, che guadagna un sistema avanzato di gestione delle schede sincronizzate per dispositivi multipli. La novità permette a utenti con più device Apple di riaprire schede chiuse su Mac, iPad o iPhone senza perdita di contesto, sfruttando una cache remota e la cronologia predittiva basata su Siri.

Apple Safari Technology Preview
Apple Safari Technology Preview

Oltre a questo, la nuova versione di Safari supporta comandi vocali contestuali, che saranno attivi solo nei modelli compatibili con Apple Intelligence. Il browser diventa così un nodo intelligente, in grado di suggerire contenuti, generare riassunti e filtrare informazioni in base al contesto semantico dell’utente, attraverso un sistema di profilazione locale basato su modelli linguistici ridotti.

La nuova app Shortcuts viene interamente riscritta per integrarsi con i modelli di Apple Intelligence. Gli utenti potranno costruire routine intelligenti che reagiscono a email ricevute, appuntamenti rilevati o attività fisiche in corso. La funzionalità è però limitata ai dispositivi dotati di chip A17 Pro o superiori. Le scorciatoie basate su AI saranno eseguibili offline, ma richiederanno un primo addestramento locale che impiega fino a 1,5 GB di RAM e spazio temporaneo.

Parallelamente, Apple introduce supporto per app sveglia di terze parti nella schermata di blocco, consentendo a sviluppatori esterni di registrare i loro eventi su Dynamic Island e Lock Screen Notification, purché rispettino le nuove linee guida di basso consumo e notifiche silenziose. L’API è attiva solo per dispositivi da iPhone 15 in avanti, confermando la logica esclusiva anche in ambiti apparentemente banali come la gestione delle sveglie.

iPadOS e multitasking: un ritardo strategico, non tecnico

In un raro momento di trasparenza, Apple ha spiegato i motivi dietro al ritardo di oltre cinque anni nell’implementazione del multitasking avanzato su iPadOS. La causa principale non sarebbe tecnica, ma legata a strategie di coerenza architetturale tra i diversi dispositivi: Apple ha preferito attendere l’unificazione della memoria unificata nei chip M1/M2 prima di introdurre finestramento flessibile, drag&drop universale e menù contestuali inter-app. Con iPadOS 26, finalmente, queste funzioni arrivano a tutti i modelli con chip Apple Silicon, ma rimangono assenti su iPad dotati di A14 e A15.

Il nuovo Files App su iPad supporta ora navigation bar contestuale, tagging dinamico e apertura in finestre separate. Le API per il puntatore (introdotte con iPadOS 14) sono state estese, offrendo interfacce vicine all’esperienza desktop. Tuttavia, anche qui, la compatibilità è limitata: serve almeno un M1 per l’apertura simultanea di tre finestre in Split View.

Apple Intelligence e la logica di esclusione funzionale

Il pattern che emerge da tutte queste novità è chiaro: Apple sta adottando una strategia di selezione funzionale basata su hardware recente. Le nuove funzioni di iOS 26, macOS Tahoe, CarPlay e persino Safari sono spesso subordinate a SoC, RAM e architetture avanzate, escludendo dispositivi vecchi di appena due generazioni. La direzione è coerente con l’obiettivo di Apple Intelligence: costruire una piattaforma di calcolo neurale locale, non delegata al cloud, che richiede potenza computazionale dedicata.

L’impatto sul pubblico è duplice: da una parte maggiore performance e reattività per chi possiede i modelli più recenti, dall’altra una frammentazione crescente dell’esperienza utente, che potrebbe accentuarsi con l’arrivo di iPhone 17, già previsto come unico compatibile con funzioni AI esclusive e sensori biometrici potenziati.

Apple Intelligence
Apple Intelligence

La transizione 2025 segna un passaggio netto: da sistema operativo generalista a ecosistema funzionale gerarchico, dove ogni dispositivo è valutato non solo in base all’anno di uscita, ma alla capacità di sostenere modelli AI e ambienti semantici intelligenti. Apple sta di fatto costruendo un sistema operativo per la prossima generazione computazionale, fondato su:

  • inferenza locale
  • ottimizzazione hardware-software
  • progressiva esclusione di dispositivi legacy

L’era della compatibilità diffusa volge al termine: ciò che conta oggi non è più solo il supporto, ma quale parte del sistema si è davvero autorizzati a usare.

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