Sommario
Apple accelera il percorso verso l’iPhone completamente all-screen, articolando la transizione in due tappe distinte che coinvolgeranno le prossime generazioni. Parallelamente, la casa di Cupertino rinnova il multitasking su iPad con iPadOS 26, estendendo la funzione Stage Manager a una platea molto più vasta di dispositivi e segnando un cambio di strategia rispetto agli anni precedenti. L’evoluzione hardware e software di questi due prodotti di punta riflette una chiara intenzione di ridisegnare i confini tra smartphone, tablet e computer, rafforzando la competitività nei segmenti premium e professionali.
La roadmap di Apple verso un iPhone all-screen senza compromessi
Secondo le ultime anticipazioni di Mark Gurman (Bloomberg), il progetto iPhone con design all-screen è ormai in dirittura d’arrivo, ma la transizione sarà graduale e pianificata su due anni. Nel 2026 verrà introdotto un modello che ridurrà ulteriormente la Dynamic Island, il modulo software e hardware che attualmente integra Face ID, sensori e fotocamera frontale. Questa soluzione è stata introdotta con iPhone 14 Pro nel 2022 e ha rappresentato un ponte tra il notch classico e la visione “edge-to-edge”.
Il vero salto avverrà però nel 2027, in coincidenza con il ventesimo anniversario di iPhone: qui Apple dovrebbe presentare un modello dotato di vetro curvo ai bordi, cornici estremamente sottili e soprattutto un display che integra sia Face ID che fotocamera frontale sotto lo schermo. Questo risultato tecnico – considerato per anni irraggiungibile per limiti ottici e ingegneristici – consentirà di eliminare completamente ogni cutout, notch o isola, realizzando lo smartphone con schermo realmente continuo e senza interruzioni.
L’evoluzione di iPhone in questa direzione non è improvvisa: già con iPhone X nel 2017 Apple aveva abbandonato Touch ID e cornici spesse a favore del Face ID con notch. Successivamente, con iPhone 14 Pro, si è passati alla Dynamic Island, soluzione che ha permesso di ridurre l’impatto visivo delle componenti frontali e introdurre nuove funzioni software integrate nell’interfaccia. I rumor di fonti come Wayne Ma (The Information) suggeriscono che nel 2026 verrà adottato per la prima volta il Face ID sotto il display, lasciando solo una piccola apertura per la fotocamera. Secondo Gurman, invece, la Dynamic Island sarà semplicemente molto più piccola, lasciando la soluzione definitiva “all-screen” al 2027.
Impatto tecnologico e design: verso un nuovo standard per il settore smartphone
Il passaggio alla tecnologia under-display rappresenta un importante traguardo tecnologico sia per Apple che per l’intero mercato smartphone. L’integrazione di Face ID sotto lo schermo richiede lo sviluppo di sensori ottici avanzati, nuovi algoritmi di elaborazione delle immagini e materiali innovativi in grado di garantire la stessa precisione e velocità di riconoscimento facciale dei modelli attuali. Anche la fotocamera anteriore, per essere “invisibile”, deve poter operare senza distorsioni ottiche significative, un risultato che nessun produttore ha finora raggiunto su larga scala con risultati realmente comparabili agli obiettivi di Apple.

L’esperienza utente beneficerà di uno schermo senza interruzioni, con la possibilità di visualizzare contenuti, video e giochi su tutta la superficie, senza elementi neri o ritagli visibili. Dal punto di vista del design, la scelta di vetri curvi e cornici ultra-sottili conferirà al nuovo iPhone un aspetto iconico, differenziandolo in modo netto dalla concorrenza, che spesso adotta soluzioni “full-screen” solo parziali o compromesse.
Strategie di posizionamento e ricadute commerciali
Il modello “iPhone ventennale” con display totalmente edge-to-edge non avrà soltanto un impatto estetico, ma rafforzerà la strategia di Apple di presidiare la fascia più alta del mercato, offrendo innovazioni tangibili che possono essere comunicate in modo efficace sia al pubblico consumer che business. La scelta di una transizione graduale – con una Dynamic Island ridotta nel 2026 e la versione definitiva nel 2027 – consente di testare progressivamente nuove tecnologie di produzione, minimizzando il rischio di problemi legati a forniture, rendimento produttivo e controllo qualità.
Il lancio del modello 2027 non sarà solo un anniversario celebrativo, ma segnerà anche il tentativo di definire un nuovo standard di riferimento per il settore. Le specifiche anticipate prevedono schermo edge-to-edge reale, Face ID e fotocamera anteriore totalmente integrati e invisibili, e una chassis che sfrutta materiali come vetro curvato e leghe leggere. L’impatto di questa soluzione si estenderà anche alla gamma Pro, influenzando tutta la linea di prodotti Apple nei cicli successivi.
iPadOS 26: Stage Manager e multitasking avanzato per un nuovo ecosistema iPad
Se l’evoluzione hardware di iPhone punta a ridefinire il concetto di “schermo totale”, sul fronte software Apple spinge l’acceleratore sull’esperienza multitasking con iPadOS 26. Per la prima volta, la funzione Stage Manager – lanciata in versione limitata con iPadOS 16 – viene estesa a una gamma molto più ampia di modelli.
Nella prima implementazione, Stage Manager era riservato ai soli iPad con chip M1 o superiori e, successivamente, ai modelli Pro con chip A12X e A12Z tramite aggiornamento. Con iPadOS 26, invece, la lista dei dispositivi compatibili si amplia includendo iPad Air dalla terza generazione, iPad mini dalla quinta generazione e iPad base dall’ottava generazione. Questi modelli potranno finalmente accedere al multitasking avanzato con finestre libere, ridimensionabili e raggruppabili in spazi multipli, replicando parte dell’esperienza desktop di macOS.
Stage Manager: caratteristiche tecniche, limiti e novità
Stage Manager consente di disporre più finestre di applicazioni, organizzarle in gruppi e passare rapidamente da un ambiente di lavoro all’altro. Con iPadOS 26, l’utente può ridimensionare e riorganizzare liberamente le finestre, gestirle con un sistema di “traffic light” simile a quello di macOS, e sfruttare una gestione delle app più flessibile rispetto al tradizionale split view. Stage Manager resta una modalità opzionale rispetto al nuovo sistema di windowing universale di iPadOS 26: l’utente può scegliere la modalità preferita tramite le impostazioni, sfruttando la potenza hardware del proprio iPad.
Rimangono alcune limitazioni: la possibilità di collegare un display esterno e utilizzare Stage Manager in modalità multi-monitor resta esclusiva dei modelli dotati di chip M1 o superiori. Apple giustifica questa scelta con ragioni di performance e stabilità, pur ammettendo di aver testato Stage Manager anche su modelli meno recenti prima di allargare la compatibilità con iPadOS 26.
Stage Manager e windowing in iPadOS 26: verso un’esperienza desktop su tablet
L’estensione di Stage Manager su una vasta gamma di dispositivi rappresenta una delle novità più rilevanti di iPadOS 26. Fin dalla sua introduzione, questa funzionalità aveva acceso il dibattito nella community degli utenti e tra gli sviluppatori Apple. La ragione risiede nella capacità di Stage Manager di avvicinare l’esperienza multitasking dell’iPad a quella di un sistema operativo desktop come macOS, superando i limiti imposti dal classico split view o dal multitasking a slide over.
Con iPadOS 26, Apple ha implementato un nuovo sistema di gestione delle finestre valido per tutti i modelli compatibili: le applicazioni possono ora essere ridimensionate, sovrapposte e posizionate liberamente, grazie a una gestione grafica delle “finestre” che richiama direttamente il paradigma dei computer tradizionali. Questa scelta rappresenta una risposta alle esigenze avanzate dei professionisti che utilizzano iPad per attività produttive complesse, dal photo editing alla scrittura, dalla gestione di progetti alla programmazione.
Stage Manager non si sostituisce al nuovo sistema di windowing, ma resta disponibile come opzione aggiuntiva per chi desidera una gestione più strutturata delle app e degli spazi di lavoro. Nella modalità Stage Manager, l’utente può creare gruppi di finestre, disporle in aree dedicate e passare rapidamente da un’attività all’altra, mantenendo il contesto e la disposizione delle applicazioni senza perdere il focus. Grazie all’integrazione dei controlli “traffic light”, già noti agli utenti Mac, la gestione delle finestre diventa ancora più intuitiva e vicina al mondo desktop.
Prestazioni, compatibilità e limiti hardware
Apple ha spiegato che l’allargamento della compatibilità di Stage Manager è stato possibile grazie all’ottimizzazione delle prestazioni e a una migliore gestione delle risorse hardware anche sui modelli meno recenti. I limiti prestazionali che avevano giustificato le restrizioni iniziali – soprattutto riguardo al rendering simultaneo di più finestre e al supporto di display esterni – sono stati in parte superati grazie alle migliorie introdotte a livello di kernel e gestione grafica. Tuttavia, per evitare rallentamenti o esperienze d’uso non ottimali, il supporto al multi-monitor resta esclusivo dei dispositivi con chip M1 o successivi.
L’iPad Pro M4, il modello più recente, rappresenta il riferimento hardware per le potenzialità di iPadOS 26, ma la possibilità di eseguire multitasking avanzato arriva ora anche a una platea di utenti che negli anni hanno scelto dispositivi come iPad Air 3, iPad mini 5 e iPad 8, segmenti precedentemente esclusi da queste funzioni. La strategia di retrocompatibilità di Apple amplia la longevità dei prodotti e consolida la percezione dell’iPad come device sempre più vicino a un vero computer portatile.
Implicazioni per l’ecosistema e la produttività su iPad
L’introduzione di Stage Manager su quasi tutta la gamma apre nuove prospettive per l’ecosistema iPad, spingendo sviluppatori e aziende a ripensare le proprie applicazioni in ottica multi-finestra e workflow avanzato. Strumenti di produttività, software di grafica, IDE per la programmazione e suite di office automation possono ora sfruttare una piattaforma più flessibile, con vantaggi evidenti sia per l’utenza business sia per il mercato educational.
La possibilità di mantenere più sessioni attive, raggruppare app correlate in workspace e organizzare le finestre in modo simile a quanto avviene su macOS rafforza la convergenza tra iPad e Mac. Sebbene le due piattaforme restino distinte per architettura e interfaccia, la direzione intrapresa da Apple mira chiaramente a soddisfare una richiesta crescente di continuità tra mondo mobile e desktop, sia dal punto di vista delle funzioni che dell’user experience.
Prospettive future: tra hardware innovativo e software sempre più ibrido
La doppia transizione descritta – hardware per iPhone e software per iPad – lascia intravedere una strategia Apple volta a ridurre le barriere tra le varie categorie di dispositivi. Il prossimo iPhone “all-screen” promette di riscrivere le regole del design industriale per gli smartphone, mentre l’apertura di Stage Manager a molti più dispositivi suggerisce una volontà di valorizzare il parco hardware esistente e massimizzare l’adozione di nuove feature da parte dell’utenza.
Le ricadute si faranno sentire sia sul mercato consumer, con prodotti più longevi e attraenti, sia nel settore professionale, che potrà contare su dispositivi mobili sempre più capaci di gestire carichi di lavoro complessi. La convergenza tra hardware innovativo e software ibrido proietta Apple in una posizione di leadership, sfidando la concorrenza sia sul fronte della produttività che su quello del design.