Windows: sicurezza aziendale e iniziative di resilienza, browser e nuove vulnerabilità

di Redazione
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Il 2025 si conferma un anno di profondi cambiamenti per il mondo Windows, con nuove strategie di resilienza enterprise, aggiornamenti rivoluzionari nella piattaforma Edge e una crescente attenzione alle minacce emergenti che colpiscono prodotti e servizi Microsoft in tutto il mondo. Dall’implementazione di meccanismi avanzati di recovery e cloud continuity, fino alla gestione di incidenti come abusi della posta interna, bug critici su Outlook e problemi di parental control che bloccano Chrome, il settore IT assiste a una ridefinizione continua delle best practice di sicurezza e produttività, con forti ricadute su amministratori, sviluppatori e organizzazioni.

Windows Resiliency Initiative: nuove fondamenta per la sicurezza e la continuità operativa

Microsoft ha annunciato il potenziamento della Windows Resiliency Initiative (WRI), progetto nato con l’obiettivo di integrare la resilienza come componente strategica e proattiva nella progettazione, gestione e aggiornamento della piattaforma Windows. L’iniziativa, presentata ufficialmente all’evento Ignite e discussa nei summit di settore, pone l’accento su tre direttrici chiave: collaborazione nell’ecosistema, guida operativa e innovazione di prodotto.

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La WRI prevede un’estesa cooperazione con vendor di sicurezza e partner MVI (Microsoft Virus Initiative) per aumentare la trasparenza, condividere processi di incident response e promuovere il rilascio controllato degli aggiornamenti attraverso deployment rings. La novità tecnica di rilievo è l’introduzione di una nuova piattaforma endpoint che permette agli sviluppatori di soluzioni di sicurezza di operare in modalità user mode, riducendo l’impatto delle anomalie kernel e garantendo maggiore affidabilità e semplicità nelle procedure di recovery.

Microsoft ha inoltre annunciato una serie di funzionalità destinate a migliorare la gestione degli imprevisti, tra cui la nuova interfaccia per i riavvii imprevisti, la modalità Quick Machine Recovery per il ripristino automatico dei dispositivi bloccati, l’estensione del servizio Connected Cache per ottimizzare la banda durante update massivi, e l’integrazione della stampa sicura tramite Universal Print anywhere. Questi strumenti rispondono alle esigenze delle imprese che puntano a garantire produttività e business continuity anche in presenza di fault, attacchi o disservizi estesi.

L’approccio resiliente si completa con l’introduzione di hotpatching (aggiornamenti senza reboot), il servizio Windows 365 Reserve per l’accesso a Cloud PC temporanei in caso di incidenti o smarrimento dispositivi, e la pubblicazione di una guida operativa (Windows Resiliency Initiative e-book) che sistematizza le best practice per la resilienza IT a livello enterprise.

Innovazione nella piattaforma Edge e priorità per gli sviluppatori web

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Nel contesto dell’evoluzione digitale 2025, il team di Microsoft Edge ha rafforzato la collaborazione con Google, Mozilla, Apple e Igalia per il progetto Interop 2025, il cui obiettivo è colmare i gap di interoperabilità tra i principali browser e offrire agli sviluppatori un ambiente più uniforme e prevedibile. Il progetto, che ha già portato l’indice di compatibilità al 50% rispetto al 28% di inizio anno, punta a risolvere divergenze nell’implementazione di feature come animazioni scroll-driven, container queries, fetch upload streaming, view transitions, e marker CSS, tutte fondamentali per applicazioni web moderne e performanti.

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Per rispondere in modo più puntuale alle richieste della community, Microsoft ha aggiornato il Top Developer Needs Dashboard, uno strumento che monitora i progressi dei vendor su funzionalità chiave giudicate strategiche dagli sviluppatori, andando oltre le priorità definite dal consenso di Interop. La trasparenza nei feedback, la tracciabilità delle richieste e la comunicazione diretta rappresentano il nuovo paradigma nel rapporto tra chi sviluppa il web e chi fornisce la piattaforma, in linea con la crescente complessità delle applicazioni cloud-native e delle interfacce utente responsive.

La sinergia tra vendor e comunità tecnica si traduce in una roadmap condivisa per il rilascio di feature ad alto impatto, con l’obiettivo di ridurre le differenze di rendering, ottimizzare le prestazioni e abilitare scenari d’uso cross-browser. Microsoft sottolinea l’importanza di mantenere aperti i canali di feedback e invita gli sviluppatori a partecipare attivamente alla definizione delle priorità tramite il dashboard pubblico, elemento chiave per un ecosistema in rapido cambiamento.

Abusi di Direct Send su Microsoft 365

Nel quadro delle vulnerabilità emergenti, una delle criticità più rilevanti nel 2025 è rappresentata dall’abuso della funzionalità Direct Send di Microsoft 365. Originariamente pensato per permettere a dispositivi e applicazioni on-premises di inviare e-mail tramite il dominio aziendale, Direct Send è diventato un vettore sfruttato in attacchi di phishing particolarmente insidiosi, capaci di aggirare filtri SPF, DKIM e DMARC e di simulare traffico interno autenticato.

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Una recente campagna, individuata dal team Varonis, ha preso di mira oltre 70 aziende, in prevalenza nei settori finanza, sanità, manifatturiero e assicurativo, inviando e-mail di phishing tramite smart host della vittima e allegando PDF personalizzati che rimandano a QR code malevoli. I link tracciati conducono a finti login Microsoft, destinati a sottrarre le credenziali aziendali. Il rischio, reso ancora più grave dalla facilità con cui un IP esterno può sfruttare Direct Send senza autenticazione, ha portato Microsoft a introdurre la funzione “Reject Direct Send” per Exchange Online, offrendo agli amministratori la possibilità di bloccare questo traffico e mitigare gli abusi.

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Le raccomandazioni tecniche includono l’abilitazione di DMARC in modalità “reject”, la quarantena dei messaggi sospetti, la formazione anti-phishing per i dipendenti e la verifica costante degli indicatori di compromissione legati alle nuove tecniche di social engineering e QR phishing.

Bug critici su Outlook, parental control e continuità operativa

Il 2025 si è aperto con una serie di bug critici che hanno colpito l’ecosistema Microsoft, incidendo su produttività, user experience e sicurezza delle comunicazioni. Il caso più rilevante riguarda un malfunzionamento che ha causato il crash del client Outlook classico all’apertura dei messaggi o alla composizione di nuove email. Il problema, derivante dall’impossibilità di accedere alla Forms Library, ha interessato utenti di Microsoft 365 su tutte le principali release, in particolare su infrastrutture virtualizzate (VDI).

La risposta di Microsoft è stata tempestiva, con il rilascio di patch per i diversi canali di distribuzione (Current Channel Preview, Monthly Enterprise Channel, Semi-Annual Enterprise Channel, Outlook 2021 e Outlook 2024) e la pianificazione di ulteriori aggiornamenti per le versioni 2016 e 2019. Nel frattempo, agli utenti è stata suggerita una soluzione manuale temporanea, ovvero la creazione di una cartella locale “FORMS2” per aggirare il bug in attesa dell’update ufficiale. L’episodio conferma la complessità della gestione della compatibilità nelle piattaforme enterprise e l’importanza di una strategia di patching agile e coordinata.

Microsoft ha inoltre affrontato altri problemi di stabilità, come il flickering delle cartelle condivise e crash legati a specifiche integrazioni (Viva Engage, Yammer, Power Automate). Questi incidenti mettono in luce la necessità di processi di quality assurance sempre più stringenti e di un supporto costante alle organizzazioni durante la transizione verso nuove versioni software.

Family Safety blocca Chrome: parental control e impatti sul digital workplace

Un ulteriore caso di rilievo è rappresentato dal bug emerso su Microsoft Family Safety, il servizio di parental control che, a partire da giugno 2025, ha iniziato a impedire l’avvio di Google Chrome e altri browser su dispositivi Windows 10 e 11 nelle configurazioni con filtri attivi. Il blocco, correlato a una gestione non aggiornata delle versioni dei browser nella block list di sistema, si manifesta con l’impossibilità di avviare Chrome o con crash improvvisi, soprattutto quando il parental control è configurato senza la funzione di Activity Reporting.

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Microsoft ha riconosciuto il problema, collegato alla necessità di aggiornare manualmente la lista delle versioni bloccate, e suggerisce di abilitare l’Activity Reporting come soluzione temporanea per ripristinare il flusso di autorizzazione parentale. Il bug, pur limitato alle installazioni con parental control attivo, ha evidenziato la fragilità dei meccanismi di whitelist/blocklist in contesti enterprise e familiari, imponendo una revisione dei processi di gestione delle eccezioni e degli aggiornamenti automatici nei sistemi di protezione.

Approfondimento tecnico: resilienza, recovery avanzato e hotpatching su Windows 11

Sul piano tecnico, la Windows Resiliency Initiative introduce alcune delle innovazioni più rilevanti per la business continuity e la difesa dalle interruzioni operative. La funzione Quick Machine Recovery consente il recupero automatico di dispositivi bloccati attraverso interventi mirati via Windows Recovery Environment, minimizzando la necessità di intervento manuale IT e riducendo i tempi di fermo in caso di restart multipli o incidenti diffusi. Il sistema, già abilitato di default su Windows 11 Home e disponibile per la configurazione su Pro ed Enterprise, sarà ampliato con ulteriori opzioni di personalizzazione per gli amministratori.

Il supporto alle aziende si estende anche grazie a Connected Cache, soluzione di caching locale che riduce il carico di banda durante aggiornamenti massivi, e Universal Print anywhere, che rafforza la sicurezza documentale consentendo la stampa sicura da qualsiasi postazione autorizzata, con rilascio tramite QR code e controllo centralizzato delle policy di stampa.

L’integrazione di hotpatching, che permette il rilascio di update critici senza riavvio dei sistemi, rappresenta un balzo in avanti nella gestione della sicurezza operativa, assicurando continuità di servizio e riducendo al minimo i downtime pianificati.

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