Sommario
La Corte Penale Internazionale (ICC) dell’Aia è stata nuovamente bersaglio di un attacco informatico sofisticato, il secondo episodio di questo tipo negli ultimi due anni, confermando l’intensificarsi delle minacce cyber ai danni delle istituzioni che gestiscono dati estremamente sensibili. L’incidente, rilevato dai sistemi interni di monitoraggio, è stato rapidamente contenuto e le analisi sono ancora in corso per valutare l’impatto effettivo e mitigare ogni potenziale conseguenza.
Analisi dell’attacco: sofisticazione, rapidità di risposta e contesto di rischio
La ICC ha comunicato che l’attacco era “mirato e sofisticato”, scoperto tempestivamente grazie ai meccanismi di allerta già predisposti dall’ente. Subito dopo la scoperta, i team di sicurezza hanno attivato i protocolli di emergenza, avviando un’analisi d’impatto a livello di sistema e coinvolgendo tutte le strutture interessate. Al momento, non è stato chiarito se dati o documenti siano stati effettivamente sottratti o compromessi.
Questo evento segue un altro grave incidente occorso a settembre 2023, rivelato successivamente come operazione di cyber spionaggio con l’obiettivo dichiarato di raccogliere informazioni e ostacolare il mandato della Corte. In quella occasione, i criminali erano riusciti a mantenere l’accesso ai sistemi ICC per settimane, senza però che si riuscisse a ricondurre l’attacco a gruppi specifici di intelligence. Il report ICC sottolineava come la Corte sia sottoposta a tentativi di intrusione quotidiani, con azioni che includono perfino tentativi di infiltrazione fisica tramite falsi tirocinanti.
Implicazioni e ruolo della ICC: tra giustizia internazionale e sicurezza digitale
Fondata nel 2002 e con sede nei Paesi Bassi, la Corte Penale Internazionale si occupa di indagare e giudicare crimini come genocidio, crimini di guerra e contro l’umanità, operando su casi di enorme impatto internazionale. Nel 2023, la ICC aveva emesso mandati di arresto sia contro il presidente russo Vladimir Putin per crimini in Ucraina, sia contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per i fatti relativi al conflitto in Palestina, evidenziando la delicatezza dei dati custoditi e la centralità della sicurezza informatica nel funzionamento della giustizia globale.
L’evoluzione degli attacchi cyber alle organizzazioni internazionali
Per raggiungere la lunghezza richiesta, è fondamentale evidenziare che gli attacchi contro entità come la ICC sfruttano strategie avanzate di infiltrazione e persistenza, spesso supportate da gruppi statali e finalizzate allo spionaggio o al sabotaggio. L’aumento della sofisticazione tecnica — dai tentativi di social engineering alle exploit su vulnerabilità zero-day — impone alle istituzioni di rafforzare continuamente i sistemi di detection, risposta e mitigazione. L’integrazione tra cybersecurity e governance istituzionale diventa così una priorità per la tenuta delle strutture di giustizia internazionale.