Internet Archive ottiene status di biblioteca federale e archivia un trilione di pagine web

di Redazione
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L’Internet Archive ha ottenuto lo status di biblioteca deposito federale negli Stati Uniti, rafforzando il proprio ruolo nella preservazione digitale e compiendo un passo epocale nella storia della documentazione online. A ottobre 2025, la sua creatura più nota, la Wayback Machine, celebrerà l’archiviazione di un trilione di pagine web, un traguardo che simboleggia oltre vent’anni di raccolta della memoria digitale. L’annuncio arriva attraverso una lettera ufficiale del senatore Alex Padilla, che ha indirizzato al Government Publishing Office una richiesta di inclusione dell’archivio nel Federal Depository Library Program. L’iniziativa non solo consacra la piattaforma come una delle principali fonti di accesso libero ai documenti pubblici, ma consolida anche il suo ruolo di infrastruttura essenziale per ricercatori, giornalisti e cittadini. La transizione formale avviene in un momento delicato, segnato da attacchi informatici, difficoltà finanziarie e una crescente preoccupazione per la censura dei contenuti digitali. Il fondatore dell’Internet Archive, Brewster Kahle, ha definito la nuova designazione come un’opportunità per “ampliare l’accesso alle collezioni governative” e rafforzare la missione dell’organizzazione: garantire l’accesso universale alla conoscenza.

Designazione federale e riconoscimento istituzionale

Il 24 luglio 2025, il senatore Alex Padilla ha formalmente chiesto al Superintendent of Documents di assegnare all’Internet Archive lo status di biblioteca deposito federale. La decisione include l’organizzazione nel programma che conta più di 1.150 biblioteche pubbliche e universitarie, incaricate di distribuire e conservare documenti ufficiali degli Stati Uniti. Padilla ha sottolineato come l’archivio abbia contribuito in modo cruciale alla digitalizzazione di milioni di documenti e alla loro accessibilità pubblica, in linea con la missione del GPO. L’integrazione di collezioni come Democracy’s Library, che già raccoglie pubblicazioni di oltre 50 governi nazionali e locali, rappresenta un valore aggiunto. Per la prima volta, una biblioteca nativamente digitale, fondata sull’infrastruttura di Internet, viene accolta all’interno di un sistema federale pensato per istituzioni fisiche. È un cambio di paradigma che riflette la trasformazione del sapere nell’era post-cartacea.

Il traguardo del trilione di pagine archiviate

A ottobre 2025, l’Internet Archive ha annunciato che la Wayback Machine raggiungerà la soglia di un trilione di pagine web archiviate. La celebrazione ufficiale si terrà a San Francisco il 22 ottobre, con un evento dal vivo e una diretta in streaming mondiale. Questo traguardo storico certifica la Wayback Machine come il più grande archivio digitale del web, attivo fin dal 1996. Le sue operazioni si basano su un sistema di crawler automatizzati che effettuano copie di pagine web, salvandole in formato WARC con compressione GZIP, e permettendo poi il loro “replay” attraverso server proxy indicizzati per timestamp. Il traguardo non è solo simbolico. È anche un atto di resistenza contro l’oblio digitale, capace di conservare contenuti che altrimenti scomparirebbero per sempre: siti defunti, articoli cancellati, pagine modificate senza traccia. Per molte comunità — da giornalisti investigativi a storici digitali — la Wayback Machine è divenuta una fonte primaria insostituibile.

Attacchi informatici e resilienza dell’archivio

L’anno precedente al raggiungimento del trilione di pagine è stato anche uno dei più difficili per l’Internet Archive. Nel 2024, l’organizzazione ha subito un violento attacco DDoS condotto dal gruppo SN_BlackMeta, di matrice pro-palestinese. L’offensiva ha interrotto l’accesso a numerosi servizi, inclusi quelli di consultazione e download, paralizzando temporaneamente l’infrastruttura. In parallelo, un data breach ha compromesso le chiavi d’accesso API e credenziali parzialmente cifrate di oltre 31 milioni di utenti. I token GitLab sottratti sono stati utilizzati per ulteriori intrusioni, coinvolgendo anche Zendesk. L’Internet Archive ha reagito adottando nuovi protocolli di sicurezza, notificando gli utenti, e avviando una serie di aggiornamenti infrastrutturali che includono l’integrazione di sistemi di autenticazione a più fattori, machine learning per l’anomaly detection e collaborazione con esperti di sicurezza. Nonostante queste sfide, la missione dell’archivio non si è fermata. Le operazioni sono proseguite, le collezioni sono state ampliate e il supporto della comunità si è rafforzato. Il riconoscimento federale arriva proprio in questo contesto, come sigillo di legittimazione istituzionale e simbolo di resilienza democratica.

Il significato culturale della preservazione digitale

L’Internet Archive è oggi più di un semplice archivio: è una memoria collettiva distribuita, un’infrastruttura di sapere costruita su principi di accessibilità, gratuità e indipendenza. Il traguardo di un trilione di pagine archiviate rappresenta una testimonianza del lavoro collettivo di milioni di utenti, bibliotecari, informatici, attivisti e studiosi. Attraverso la Wayback Machine, è possibile analizzare l’evoluzione del linguaggio politico, ricostruire la cronologia di un fatto giornalistico, o semplicemente recuperare una pagina web scomparsa. Strumenti come il full-text search o l’integrazione con Wikipedia rendono il sistema una estensione del cervello collettivo della rete. La designazione come biblioteca deposito federale non è solo una formalità. È il riconoscimento che la preservazione digitale è oggi un dovere democratico, alla pari della conservazione dei testi cartacei nelle biblioteche storiche.

Prospettive future: AI, blockchain e accessibilità globale

Guardando al futuro, l’Internet Archive prevede una serie di sviluppi che lo proietteranno in una nuova era. Le priorità includono l’integrazione dell’intelligenza artificiale per indicizzare i contenuti in modo più preciso, l’uso della blockchain per verificare l’autenticità dei documenti archiviati e la creazione di strumenti mobile e XR (realtà estesa) per esplorare le collezioni in modo immersivo. Al centro della strategia rimane l’accesso pubblico gratuito, con un’attenzione crescente alla localizzazione multilingua e all’inclusione delle periferie digitali. L’espansione della Democracy’s Library, ad esempio, punta a raccogliere pubblicazioni governative da ogni continente, anche in contesti fragili o autoritari. L’archivio guarda anche al metaverso, con l’ipotesi di creare tour virtuali delle collezioni storiche e percorsi educativi in realtà aumentata. La collaborazione con enti come UNESCO, biblioteche nazionali, università e ONG è destinata ad amplificare l’impatto globale dell’iniziativa.

Come funziona la Wayback Machine?

Dal punto di vista tecnico, la Wayback Machine utilizza crawler web configurati per rispettare le direttive dei file robots.txt, raccogliendo snapshot temporali dei siti internet. Le pagine vengono salvate in formato WARC e compresse, poi indicizzate in database distribuiti (come Cassandra) che supportano query full-text e recupero per data. Quando un utente visita una pagina archiviata, il sistema genera una replica della versione salvata, isolandola dal sito originale e rendendola disponibile anche se il contenuto è stato rimosso. Il motore permette anche il salvataggio manuale di contenuti da parte degli utenti, con limiti variabili a seconda dell’origine del traffico (ad esempio accessi via Tor). Questa architettura rende la Wayback Machine uno strumento scalabile e robusto, capace di crescere fino a livelli senza precedenti, come il trilione di pagine del 2025.

Una memoria planetaria in continua evoluzione

In definitiva, il riconoscimento federale e il traguardo del trilione sono due facce della stessa medaglia. Da un lato, il sigillo istituzionale che sancisce l’importanza della preservazione del web come funzione pubblica. Dall’altro, la dimostrazione empirica che la memoria digitale non è solo possibile, ma necessaria, per comprendere il nostro tempo. Con l’evento di San Francisco, il rilancio delle collezioni, la crescente attenzione alla sicurezza e l’adozione di tecnologie emergenti, l’Internet Archive si candida ad essere la più importante biblioteca del XXI secolo.

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