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L’agenzia ceca NÚKIB ha emesso un avvertimento ufficiale contro l’uso di tecnologie cinesi nelle infrastrutture critiche, sottolineando rischi elevati per la sicurezza dei dati e la possibilità di accesso governativo da parte di Pechino. L’allerta, pubblicata il 3 settembre 2025, non introduce un bando assoluto, ma obbliga le entità soggette al Cybersecurity Act a includere questi rischi nelle proprie analisi. La National Cyber and Information Security Agency ha classificato la minaccia come alta, con una probabilità di occorrenza da probabile a molto probabile. L’allarme nasce dal contesto geopolitico e da episodi concreti come la campagna di spionaggio APT31 contro il ministero degli Esteri ceco, che hanno rafforzato i timori di vulnerabilità lungo la supply chain.
Dettagli del warning NÚKIB
Il documento ufficiale, disponibile online in formato PDF firmato digitalmente, specifica che i rischi principali riguardano la gestione remota dei sistemi, il trasferimento di dati sensibili in Cina e l’influenza diretta dei fornitori sulle operazioni. Settori come energia, trasporti, sanità, finanza e pubblica amministrazione sono chiamati a rivalutare la propria dipendenza da infrastrutture cloud e da dispositivi connessi. L’agenzia cita come esempio pratico l’uso di IP camera, smartphone e auto elettriche, che trasferiscono informazioni sensibili verso la Cina in virtù delle leggi locali che obbligano le aziende a collaborare con lo Stato.
Motivi dell’avvertenza
L’avviso si fonda su tre direttrici principali. In primo luogo, la crescente dipendenza tecnologica da fornitori cinesi, che controllano aggiornamenti e manutenzione dei sistemi, influenzando direttamente la continuità operativa. In secondo luogo, la conferma di attività maligne da parte di attori legati all’intelligence cinese, come dimostrato dagli attacchi APT31. Infine, il quadro normativo cinese, che attraverso leggi specifiche consente al governo l’accesso diretto ai dati detenuti dalle aziende private. A questi si aggiunge il fattore consumer: l’uso diffuso di dispositivi IoT e connessi che espongono non solo le organizzazioni, ma anche i cittadini a forme di sorveglianza e furto di dati.
Rischi associati alla tech cinese
Secondo NÚKIB, i principali rischi comprendono l’accesso governativo forzato ai dati sensibili, interruzioni dei servizi critici per via di fornitori esterni, campagne di spionaggio informatico mirato, trasferimento illecito di informazioni personali attraverso dispositivi di largo consumo, vulnerabilità della supply chain con possibili backdoor e, non ultimo, implicazioni economiche dovute a una dipendenza eccessiva. L’agenzia richiama l’attenzione anche su algoritmi e modelli AI cinesi, che potrebbero introdurre bias e manipolazioni sistemiche.
Azioni raccomandate da NÚKIB
Le organizzazioni obbligate devono integrare i rischi individuati nei propri protocolli, adottando misure di diversificazione dei fornitori, audit regolari della supply chain, cifratura avanzata dei dati e monitoraggio del traffico di rete. L’agenzia raccomanda inoltre formazione continua dei dipendenti, uso esteso di autenticazioni multifattoriali e piani di contingenza per testare la resilienza. Per i cittadini, il consiglio è di valutare con attenzione l’acquisto di dispositivi connessi di origine cinese, preferendo alternative più sicure.
Contesto legale in Repubblica Ceca
Il warning si inserisce nel quadro del Cybersecurity Act ceco, che obbliga gli operatori di infrastrutture critiche a condurre analisi di rischio approfondite. A livello europeo, la normativa si allinea con il GDPR e la direttiva NIS2, rafforzando il coordinamento con partner UE e NATO. Il documento evidenzia come la legislazione cinese, imponendo cooperazione obbligatoria tra aziende e governo, crei un conflitto con i principi europei di protezione dei dati e di sovranità digitale.
Implicazioni per infrastrutture critiche
Le implicazioni del warning toccano direttamente i settori strategici. Nell’energia, la possibilità di interruzioni operative comprometterebbe la stabilità della rete. Nei trasporti, la dipendenza da fornitori esterni espone a rischi di disruption. Nella sanità, la perdita di dati sensibili dei pazienti mette a repentaglio la fiducia dei cittadini. La finanza è vulnerabile a furti di proprietà intellettuale e dati transazionali, mentre la pubblica amministrazione rischia un indebolimento della propria efficienza operativa.
Confronto con altri warning internazionali
Il warning ceco si allinea a misure già adottate da Stati Uniti, Australia e Regno Unito, che hanno imposto restrizioni o ban parziali contro aziende come Huawei e ZTE. La differenza principale è che Praga non ha introdotto un bando totale, ma ha reso obbligatoria una valutazione formale dei rischi, rafforzando un approccio basato sulla resilienza e diversificazione tecnologica.