AirPods Pro 3 vs Pro 2 e AirPods 4: quale scegliere?

di Redazione
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Gli AirPods Pro 3 alzano l’asticella su batteria, ANC e salute, fissando nuovi riferimenti per gli auricolari true wireless di Apple. Con prezzo di lancio a 228 euro, pre-ordini attivi e spedizioni dal 19 settembre, i Pro 3 promettono 8 ore con ANC attivo (e fino a 10 ore in Transparency), un sensore PPG per il battito cardiaco, rating IP57 e chip U2 per Find My di precisione. Il confronto con gli AirPods Pro 2 mette in luce un vero salto generazionale nella riduzione del rumore e nelle metriche fitness, mentre rispetto agli AirPods 4 il divario si amplia su audio premium, salute e localizzazione. Gli utenti che cercano una soluzione “tuttofare” con focus su prestazioni, comfort e sicurezza trovano nei Pro 3 la scelta naturale, mentre chi privilegia il budget può guardare agli AirPods 4 con ANC di base. La guida seguente analizza con taglio pratico prezzi, design, audio, software, autonomia, resistenza, tracking e scenari d’uso, e conclude con una sezione tecnica sui compromessi progettuali più importanti.

Prezzi, disponibilità e posizionamento di gamma

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Gli AirPods Pro 3 partono da 228 euro, con strategia che li colloca al vertice consumer per qualità sonora e feature salute. Gli AirPods Pro 2 si trovano attorno a 199 euro scontati, mantenendo un’ottima base per ANC e audio ma rinunciando a PPG, IP57 e U2. Gli AirPods 4 con ANC base si posizionano a 121 euro, scopo: massima diffusione a costo contenuto, con Spatial Audio e usability Apple ma senza strumenti fitness avanzati. L’architettura di gamma risulta chiara: AirPods 4 per chi desidera l’essenziale, Pro 2 come mid-tier solido, Pro 3 come proposta top per audiofili e atleti.

Design, comfort e materiali: la taglia conta

Il design degli AirPods Pro 3 si riduce di circa 10% rispetto ai Pro 2, frutto di 10.000 scansioni auricolari utilizzate per modellare il corpo e lo stelo. Il peso scende a 5,3 g per auricolare (5,4 g su Pro 2), mentre gli AirPods 4 adottano un’impostazione open-fit più leggera a 4,3 g ma con isolamento inferiore. La scelta delle eartips segna la differenza: i Pro 3 includono cinque taglie in schiuma a memoria di forma per un sigillo più stabile e un comfort superiore nelle sessioni lunghe; i Pro 2 usano quattro misure in silicone; gli AirPods 4 non prevedono tip a inserto. Il risultato pratico è una tenuta più sicura in corsa e sala pesi, minor occlusione percepita grazie alla schiuma e un vantaggio nell’attenuazione passiva che si somma alla ANC. Il case dei Pro 3 riprogetta gli ingombri a 44 g (contro 50,8 g dei Pro 2 e 43 g degli AirPods 4) e migliora la portabilità in tasca.

ANC e qualità audio: dove i Pro 3 fanno il vuoto

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La cancellazione attiva del rumore sugli AirPods Pro 3 è dichiarata doppia rispetto ai Pro 2. In pratica, ambienti come metro, aereo o open space risultano più silenziosi, con il rumore a bassa frequenza (ronzio, rotazioni, climatizzazione) attenuato con maggiore profondità. La Transparency più naturale riduce l’effetto “caverna” grazie alle eartips in schiuma e a microfoni ultra-low-noise che migliorano l’analisi in tempo reale; il passaggio Adaptive tra modalità avviene con meno “pumping” su voci improvvise. Il Soundstage percepito beneficia di una architettura acustica multi-porta, con head tracking più coerente e Spatial Audio che mantiene la posizione delle sorgenti anche in movimento. Gli AirPods 4 offrono ANC “light” utile per uffici e commuting, ma non competono con la soppressione dei Pro 3; i Pro 2 restano ancora validi, ma il gap in ambienti ostili è evidente. Per audiofili e lavoratori in mobilità, i Pro 3 garantiscono focus e intelligibilità di livello superiore.

Funzioni smart e salute: PPG, traduzione live e coaching

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La vera novità degli AirPods Pro 3 è il sensore PPG per battito cardiaco. L’uso tipico è chiaro: allenamenti senza smartwatch, alert durante sessioni HIIT e log della frequenza sincronizzati con Fitness su iPhone. La precisione rilevata in test indipendenti arriva a valori che consentono una lettura affidabile dell’andamento nelle corse e nei circuiti indoor. In più, i Pro 3 riceveranno traduzione live con Apple Intelligence, utile per viaggi, call e eventi internazionali: l’audio in ingresso si trasforma in frasi comprensibili con latenza contenuta, senza vincolare a servizi esterni. Gli AirPods 4 non integrano PPG e non hanno la roadmap sulla traduzione; i Pro 2 restano privi di strumenti salute e feature AI legate alla voce. Per chi segue metriche e desidera coaching dinamico, la differenza è sostanziale.

Autonomia, ricarica e case: equilibrio tra durata e compattezza

Gli AirPods Pro 3 dichiarano 8 ore con ANC attiva e 10 ore in Transparency, superando le 6 ore dei Pro 2 e le 5 ore degli AirPods 4. Il case dei Pro 3 somma fino a 24 ore complessive, un numero inferiore alle 30 ore dei Pro 2 ma più efficiente delle 19 degli AirPods 4, grazie a celle più dense con degrado ridotto del 10% dopo 500 cicli. La ricarica USB-C porta all’80% in 30 minuti, soluzione pratica per chi alterna meeting, spostamenti e palestra. Il compromesso scelto da Apple massimizza l’orecchio singolo e riduce il volume del case: nell’uso reale è più importante avere sessioni lunghe senza interruzioni che trascinare un case più grande per qualche ora extra teorica.

UWB e localizzazione: quando il chip fa la differenza

Il chip U2 nel case degli AirPods Pro 3 migliora Find My con Ultra Wideband di nuova generazione: ricerca di precisione, direzione, distanza e feedback aptico più chiari guidano all’astuccio anche in ambienti affollati o stanze piene di oggetti. Sugli AirPods Pro 2 il U1 resta valido ma meno raffinato; sugli AirPods 4 il focus è sul chip H2 audio, senza la stessa accuratezza UWB del case Pro 3. Per viaggiatori, studenti e chi alterna spazi condivisi, il tracciamento puntuale riduce stress e tempi morti.

Resistenza, certificazioni e affidabilità

Il rating IP57 degli AirPods Pro 3 copre polvere e immersioni leggere, ideale per corsa sotto la pioggia, allenamenti intensi e climi umidi. Gli AirPods Pro 2 si fermano a IPX4, quindi spruzzi ma non polvere; gli AirPods 4 si attestano su IP54, una via di mezzo. La differenza si sente nella resilienza nel tempo: meno micro-infiltrazioni, meno ossidazioni con sudore salino, maggiore tolleranza a urti e cadute su superfici ruvide. Per atleti e outdoor, i Pro 3 sono la scelta robusta.

Compatibilità, latenza e gaming

La compatibilità con iOS 26 e l’ecosistema iPhone 17 abilita connessioni stabili, handoff coerenti e latency ribassata in streaming e gaming casual. Gli AirPods Pro 3 ottimizzano i codec supportati in ambiente Apple e sfruttano pipeline più efficienti per Spatial Audio in app video. Gli AirPods 4 garantiscono l’esperienza base con ANC e spazializzazione, mentre i Pro 2 restano lineari ma senza i benefici su AI e PPG. In scenari di videoconferenza, l’insieme di microfoni a basso rumore, beamforming e DSP aggiornato sui Pro 3 rende più pulita la voce, con attenuazione credibile dei rumori di tastiera e aria condizionata.

Confronto diretto in tabella

ModelloPrezzoAutonomia (ANC)Autonomia (Transparency)Case totaleResistenzaSaluteChip/localizzazioneEartipsPeso aur.Peso case
AirPods Pro 3228 €8 h10 h24 hIP57**sensore PPG****U2 / Find My****schiuma, 5 taglie**5,3 g44 g
AirPods Pro 2~199 € (scontati)6 h6 h30 hIPX4U1 / Find Mysilicone, 4 taglie5,4 g50,8 g
AirPods 4 (ANC)183 €5 h5 h19 hIP54H2 (no UWB case)open-fit4,3 g43 g

Quale upgrade per chi ha già i Pro 2

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Per chi possiede AirPods Pro 2, l’upgrade ai Pro 3 ha senso quando batteria, ANC e salute sono priorità chiare. Le 2 ore in più con ANC, la Transparency più estesa, l’IP57, la schiuma a 5 misure e il PPG costruiscono un pacchetto che si percepisce ogni giorno. Se l’uso è soprattutto musica, call e commute moderato, i Pro 2 rimangono convincenti; se si corre in città, si vola spesso o si lavora in ambienti rumorosi, i Pro 3 colmano lacune evidenti e danno continuità all’ascolto senza dover alzare il volume.

Quando passare dagli AirPods 4 ai Pro 3

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Gli utenti di AirPods 4 scelgono i Pro 3 quando desiderano una ANC che cambi davvero l’ambiente, isolare meglio lo studio in biblioteca o l’ufficio condiviso, e soprattutto aggiungere salute con PPG e traduzione live. Il passaggio porta anche Find My più preciso, durata superiore per singola sessione e comfort più stabile con eartips in schiuma. Chi invece vuole restare open-fit per percepire l’ambiente senza Transparency continua a preferire gli AirPods 4.

Case e ricarica: perché meno ore totali non sono un passo indietro

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Il case dei Pro 3 offrirà 24 ore totali contro le 30 dei Pro 2, ma le sessioni senza rientrare nel case durano più a lungo. Per chi alterna riunioni a allenamenti, conta la resilienza della singola carica: poter coprire giornate piene con una sola sessione evita micro-ricariche e riduce cicli inutili. In viaggio, la ricarica rapida USB-C all’80% in 30 minuti consente di ripartire in un coffee break, mentre il peso minore del case limita l’ingombro.

Telefonate, meet e lavoro ibrido: voce più pulita e meno fatica

La rete microfonica degli AirPods Pro 3 con beamforming aggiornato cattura la voce con chiarezza anche in open space e in esterni ventosi. L’ANC che filtra meglio i bassi aiuta a non forzare il tono, riducendo la fatica vocale in call lunghe. Nelle piattaforme di meeting, il DSP più efficace abbatte rumori ripetitivi (ventole, tastiera) senza mangiare consonanti. Per chi vive di videoconferenze, il guadagno si sente sia dal lato di chi parla sia da quello di chi ascolta.

Vestibilità e sicurezza in sport: più tenuta, meno disturbi

Le eartips in schiuma dei Pro 3 offrono grip superiore in sudorazione, con minori assestamenti e meno micro-movimenti che disturbano il sigillo. In corsa e HIIT, questo si traduce in bass-response più costante e ANC che non varia di efficacia a ogni rimbalzo. L’IP57 elimina l’ansia di pioggia e workout intensi, mentre il PPG registra il battito senza bracciali aggiuntivi, utile per chi non indossa un Apple Watch ad ogni uscita.

Strategia d’acquisto: prezzo, durata e rivendibilità

Il sovrapprezzo rispetto ai Pro 2 è di 29 euro; la differenza con AirPods 4 è di 45 euro. Considerando PPG, ANC raddoppiata, IP57 e U2, il valore residuale dei Pro 3 resta più alto nel tempo. Per massimizzare il budget, conviene valutare trade-in o la vendita dei modelli precedenti finché mantengono quotazioni favorevoli. La durabilità di materiali e tenuta del case più leggero aiuta a conservare l’appeal sul mercato dell’usato.

Perché i Pro 3 cambiano la curva di esperienza?

Il salto dei Pro 3 non è un semplice aumento di specifiche. Tre scelte ingegneristiche spiegano l’esperienza diversa. Primo, la schiuma a 5 taglie migliora l’attenuazione passiva di base, consentendo alla ANC di lavorare in gamma più efficiente: con meno rumore residuo sulle basse, gli algoritmi possono applicare gain più contenuto e stabile, limitando artefatti e pumping. Secondo, il sensore PPG aggiunge telemetria corporea in un dispositivo pensato per l’audio, rendendo i Pro 3 un sensore indossabile che estende l’ecosistema salute oltre l’orologio: la pipeline fotopletismografica si aggancia a modelli di artefatti da movimento e compensa le fluttuazioni con filtri adattivi, ottenendo un tracciato utile in corsa e palestra. Terzo, il chip U2 nel case rafforza la spazializzazione di Find My con UWB più fine, abbassando i tempi di recupero e riducendo i falsi minimi in ambienti riflettenti. Su questa base trovano posto l’IP57 per contesti reali, la durata 8/10 ore per singolo ascolto e l’AI di Apple Intelligence che porterà traduzione live e nuove automazioni audio contestuali. In sintesi, gli AirPods Pro 3 trasformano l’auricolare da “dispositivo di ascolto” a strumento personale per audio, salute e produttività, con benefici percepibili ogni giorno.

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