ChatGPT inganna CAPTCHA, OpenAI recluta talenti Apple e prepara hardware AI

di Maria Silvano
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OpenAI si trova al centro di due dinamiche cruciali: da un lato l’azienda viene messa alla prova dai ricercatori che dimostrano come ChatGPT possa essere ingannato per risolvere CAPTCHA, dall’altro rafforza la propria strategia industriale attirando talenti hardware da Apple e pianificando il lancio di dispositivi fisici. Questa combinazione di vulnerabilità e innovazione mostra come l’evoluzione dell’AI stia ridefinendo contemporaneamente la sicurezza digitale e il mercato tecnologico globale. L’esperimento condotto dal team SPLX red team di Dorian Schultz evidenzia come i sistemi AI possano aggirare barriere progettate per distinguere umani e macchine, mentre OpenAI rilancia con una strategia aggressiva nel settore hardware, pronta a competere con colossi come Apple. Gli effetti toccano la fiducia nel web, l’ecosistema mobile e l’intero comparto AI-driven.

Ricercatori ingannano ChatGPT con prompt astuti

Un gruppo di ricercatori ha dimostrato che è possibile indurre ChatGPT-4o a risolvere CAPTCHA attraverso l’uso di prompt costruiti con astuzia. Il chatbot rifiuta richieste dirette per policy, ma in un contesto di chat simulata accetta regole specifiche e comincia a risolvere puzzle di verifica.

Il sistema si è dimostrato particolarmente efficace con CAPTCHA one-click, logici e basati sul riconoscimento di testo, mentre ha incontrato maggiori difficoltà con le versioni grafiche più complesse, come i drag-and-drop e le rotazioni d’immagine. Questo rappresenta il primo caso documentato di un agent GPT capace di completare CAPTCHA avanzati, un risultato che mette in discussione l’affidabilità stessa di questi strumenti di sicurezza. Il metodo si basa su prompt injection, ossia sull’inserimento di regole narrative che ingannano il modello senza violare esplicitamente i suoi guardrail. Questo tipo di approccio dimostra quanto sia fragile la distinzione tra usi legittimi e abusi dell’AI. OpenAI, così come Amazon e altri operatori del settore, ha già dovuto intervenire per chiudere vulnerabilità simili.

Implicazioni per la sicurezza web

La capacità degli AI di risolvere CAPTCHA mina una delle barriere più diffuse contro bot e spam. Se sistemi sempre più sofisticati sono in grado di bypassare questi controlli, diventa necessario sviluppare nuovi meccanismi di verifica umana, più robusti e resilienti.

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ChatGPT inganna CAPTCHA, OpenAI recluta talenti Apple e prepara hardware AI 7

Gli esperti avvertono che siamo di fronte a un ciclo evolutivo continuo: i ricercatori testano i limiti dei modelli, i vendor introducono correttivi, ma le vulnerabilità riemergono sotto forme diverse. Questo processo, pur rischioso, è essenziale per rafforzare la sicurezza delle piattaforme.

OpenAI e la corsa all’hardware AI

Parallelamente, OpenAI investe risorse ingenti nello sviluppo di prodotti hardware. L’azienda ha già assunto oltre due dozzine di ingegneri hardware da Apple nel solo 2025, promettendo stipendi e grant azionari che superano i 917.000 euro. Tra i nomi più rilevanti ci sono Cyrus Daniel Irani, responsabile della waveform multicolore di Siri, ed Erik de Jong, veterano dell’hardware di Apple Watch. Questi talenti portano con sé competenze su interfacce utente, audio e wearable. Molti di loro hanno scelto OpenAI per sfuggire alla burocrazia percepita in Apple e per lavorare in un contesto più audace e collaborativo, vicino a figure come Jony Ive e Tang Tan. OpenAI prepara un portafoglio di dispositivi che include altoparlanti smart senza display, occhiali, registratori vocali e un pin indossabile, con lanci previsti tra la fine del 2026 e l’inizio del 2027. La supply chain è già in movimento: Luxshare, partner di Apple per iPhone e AirPods, assemblerà alcuni prodotti di OpenAI, mentre Goertek fornirà componenti audio.

Rivalità crescente tra OpenAI e Apple

Apple, nel frattempo, registra una fuga di competenze che mette in difficoltà la pipeline di sviluppo hardware. La società ha addirittura cancellato un meeting offsite in Cina per limitare il rischio di nuove defezioni. La competizione non si gioca solo sul software di intelligenza artificiale, ma anche sull’hardware capace di integrarlo nativamente. OpenAI punta a costruire un ecosistema di dispositivi AI-driven, in grado di offrire interazioni naturali e privacy on-device, una mossa che potrebbe erodere la supremazia di Apple nel segmento premium.

Una doppia sfida: sicurezza e innovazione

Mentre da un lato i CAPTCHA perdono rilevanza come barriera di sicurezza, dall’altro lato la corsa di OpenAI verso l’hardware mostra come le aziende non vogliano fermarsi al software, ma costruire ecosistemi integrati. Il futuro dell’AI dipenderà dalla capacità di gestire entrambe le sfide: prevenire abusi e vulnerabilità che possono minare la fiducia degli utenti e, allo stesso tempo, trasformare la ricerca in prodotti concreti che ridefiniscano il rapporto tra uomo e macchina.

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