Oracle gestisce i dati TikTok USA: la Casa Bianca annuncia accordo strategico

di Redazione
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La Casa Bianca ha confermato che Oracle ospiterà e gestirà tutti i dati degli utenti statunitensi di TikTok su server situati esclusivamente negli Stati Uniti, consolidando una partnership che coinvolge direttamente il governo americano e che punta a blindare la sicurezza nazionale. L’annuncio, reso pubblico anche dal presidente Donald Trump, segna un passaggio cruciale in una vicenda che intreccia tecnologia, geopolitica e interessi economici di portata globale.

Oracle come fornitore fidato per TikTok

Secondo la segretaria stampa della Casa Bianca, Karoline Leavitt, Oracle è stato scelto come “trusted technology provider” con il compito di monitorare indipendentemente la sicurezza dei dati e dell’infrastruttura di TikTok negli Stati Uniti. Questo significa che ogni byte di informazione prodotto dagli utenti americani sarà archiviato e gestito su server Oracle in territorio nazionale, impedendo l’accesso dalla Cina o da altri attori stranieri considerati ostili. Il modello prevede che i dati privati degli utenti statunitensi vengano eliminati dai datacenter proprietari di TikTok e trasferiti integralmente su Oracle Cloud Infrastructure (OCI). La piattaforma statunitense, già dal 2022, aveva iniziato a collaborare con Oracle ospitando parte del traffico e implementando misure di sicurezza più stringenti. L’accordo odierno estende questa cooperazione rendendola totale e definitiva.

Sicurezza, governance e controllo dell’algoritmo

Oltre alla gestione dei dati, il nuovo assetto riguarda anche il controllo dell’algoritmo di TikTok. La Casa Bianca ha sottolineato che il sistema di raccomandazione verrà riaddestrato e operato interamente negli Stati Uniti, assicurando che a tenerne le redini siano interessi americani e non entità straniere. A supervisionare il processo vi sarà un consiglio di amministrazione composto da esperti con credenziali in sicurezza nazionale e cybersecurity, rafforzando la governance della piattaforma. L’obiettivo è duplice: garantire che la gestione dei dati risponda a criteri di massima trasparenza e che le logiche di funzionamento dell’algoritmo rimangano sotto controllo statunitense, evitando possibili manipolazioni da parte di governi avversari.

L’annuncio di Trump e il ruolo dei big della tecnologia

Il presidente Trump ha fornito ulteriori dettagli durante un’intervista su Fox News, rivelando il coinvolgimento di figure di spicco come Michael Dell e Larry Ellison, cofondatore di Oracle. Ellison, in particolare, sarebbe parte di un gruppo che ha presentato un’offerta per acquisire le operazioni statunitensi di TikTok, con l’obiettivo di consolidare la proprietà americana dell’app. Questa mossa si inserisce nel più ampio accordo tra Stati Uniti e Cina, volto a finalizzare la vendita delle attività di TikTok negli USA, con l’algoritmo che passerà ufficialmente sotto il controllo di interessi americani. Tuttavia, la Casa Bianca non ha reso noti i dettagli economici dell’intesa.

Impatto economico e strategico dell’accordo

Al di là delle dinamiche politiche e di sicurezza, l’accordo ha un enorme valore economico. Secondo le stime, le imprese che fanno uso di TikTok negli Stati Uniti genereranno fino a 178 miliardi di euro di attività economica nei prossimi quattro anni, confermando il ruolo della piattaforma come motore di crescita e innovazione per il tessuto imprenditoriale americano. Nonostante la localizzazione dei dati e il controllo dell’algoritmo, TikTok manterrà la sua interoperabilità globale: gli utenti statunitensi continueranno a vedere i contenuti provenienti da altri paesi e viceversa, preservando la dimensione internazionale che rappresenta uno dei punti di forza dell’app.

Una svolta geopolitica nel controllo dei dati

Il trasferimento totale della gestione a Oracle rappresenta un punto di svolta nella lunga disputa tra Washington e Pechino sul destino di TikTok. Negli ultimi anni, le preoccupazioni per la possibilità che i dati degli utenti americani finissero sotto il controllo cinese hanno alimentato tensioni diplomatiche e spinte regolatorie. Con l’accordo, la Casa Bianca mira a rassicurare opinione pubblica e istituzioni: i dati saranno custoditi in territorio nazionale, al riparo da ogni interferenza esterna. Al tempo stesso, il coinvolgimento diretto di giganti come Oracle e Dell testimonia come la vicenda non sia soltanto una questione di sicurezza, ma anche di posizionamento strategico delle aziende americane nella nuova geografia digitale globale.

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