I capi della polizia dei paesi europei, riuniti a L’Aia sotto il coordinamento di Europol, hanno discusso delle principali minacce criminali digitali che attraversano l’Europa: dal riciclaggio di denaro abilitato dalle criptovalute al reclutamento di minori online da parte di gruppi criminali. La conferenza ha evidenziato come l’ecosistema digitale sia diventato un acceleratore per traffici illeciti, frodi e radicalizzazione, e come le forze dell’ordine siano chiamate a rafforzare la cooperazione internazionale per contrastare fenomeni sempre più transnazionali.
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Crypto e riciclaggio: la nuova infrastruttura finanziaria del crimine
Le criptovalute sono al centro delle preoccupazioni delle autorità: se da un lato offrono innovazioni tecnologiche e strumenti di pagamento globali, dall’altro costituiscono una rete parallela usata dai gruppi criminali per riciclare proventi illeciti. Dai profitti del narcotraffico fino alle estorsioni ransomware, i flussi vengono occultati attraverso wallet anonimi, mixer e piattaforme decentralizzate difficili da monitorare. Europol ha sottolineato come i criminali abbiano ormai sviluppato un know-how tecnico paragonabile a quello delle fintech, sfruttando la mancanza di standard regolatori uniformi e le lacune nel tracciamento cross-border.
Reclutamento di minori online: nuove forme di sfruttamento
Parallelamente, cresce l’allarme per l’uso delle piattaforme digitali nel reclutamento di minori. I gruppi criminali usano chat, social network e videogiochi online come canali di adescamento per sfruttare minori in attività illegali, dalla distribuzione di sostanze al trasporto di denaro sporco. La dinamica sfrutta vulnerabilità sociali e psicologiche, inducendo i più giovani a partecipare inconsapevolmente a catene criminali. In alcuni casi, le piattaforme digitali diventano strumenti per la radicalizzazione ideologica e il coinvolgimento in network estremisti.
Cooperazione europea e nuove strategie di contrasto
Il vertice di L’Aia ha rafforzato l’impegno a sviluppare strategie comuni, condividere intelligence operativa e potenziare la capacità investigativa digitale. Tra le priorità individuate vi sono il rafforzamento delle unità specializzate in cybercrime, l’adozione di strumenti di analisi blockchain forense e lo sviluppo di iniziative preventive rivolte ai giovani, con programmi educativi capaci di smascherare le narrative criminali online. La lotta richiede un approccio integrato, che unisca cooperazione internazionale, innovazione tecnologica e resilienza sociale. Solo così sarà possibile ridurre lo spazio d’azione di organizzazioni che sfruttano il digitale per ampliare e nascondere i propri traffici.
Blockchain forense e resilienza digitale

Per affrontare queste minacce emergenti, le forze dell’ordine devono investire su strumenti di tracciamento blockchain, capaci di correlare wallet, transazioni e mixer con identità reali. Allo stesso tempo, diventa cruciale la collaborazione con piattaforme online per intercettare schemi di reclutamento e radicalizzazione. L’elemento decisivo rimane la formazione degli operatori e la costruzione di reti investigative che uniscano competenze tecniche e sociali, ponendo la resilienza digitale al centro della difesa europea contro il crimine transnazionale.