Le minacce cyber sponsorizzate da governi entrano nel mirino del settore delle criptovalute, dopo che Google ha inviato un allarme di sicurezza a Changpeng Zhao (CZ), fondatore di Binance, segnalando un possibile attacco condotto da attori statali. L’avviso, ricevuto direttamente dal sistema di monitoraggio di Google e condiviso pubblicamente da CZ sul suo profilo X, ha sollevato preoccupazioni sull’intensificarsi delle operazioni di spionaggio digitale contro figure di rilievo del mondo crypto. Secondo le prime analisi, si tratta di un tentativo di infiltrazione sponsorizzato da uno Stato, con modalità simili a quelle già adottate da hacker nordcoreani nelle loro campagne mirate contro exchange e sviluppatori blockchain. L’episodio evidenzia l’aumento del rischio per dirigenti, ricercatori e ingegneri di sicurezza attivi in aziende che gestiscono asset digitali ad alto valore economico.
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Dettagli sull’allarme Google a CZ
Il sistema di Threat Intelligence di Google ha identificato attività sospette collegate a un tentativo di intrusione mirato all’account personale di CZ, classificandolo come attacco statale altamente sofisticato. La notifica, inviata automaticamente ai profili ad alto rischio, avverte che il tentativo può essere parte di una campagna coordinata da gruppi APT (Advanced Persistent Threat) legati a governi. CZ ha reso pubblica la segnalazione condividendo uno screenshot dell’avviso, invitando la comunità crypto a rafforzare la sicurezza personale e aziendale. “Google mi ha appena notificato un tentativo di hacking statale. Nessun sistema è immune, ma la trasparenza aiuta a proteggere tutti”, ha scritto.

Google conferma che avvisi simili vengono inviati periodicamente a giornalisti, politici e dirigenti di settori critici. L’azienda impiega intelligenza artificiale e analisi comportamentale avanzata per rilevare pattern di attacco e riconoscere tentativi di spear phishing e di compromissione di account sensibili. L’avviso include indicazioni pratiche come l’abilitazione della protezione avanzata dell’account Google, la verifica dei dispositivi di accesso e l’uso dell’autenticazione multi-fattore hardware. CZ ha incoraggiato altri leader del settore a seguire la stessa procedura, sottolineando come la sicurezza personale dei dirigenti sia un’estensione diretta della resilienza aziendale.
Tattiche e obiettivi degli hacker nordcoreani
Nelle settimane precedenti all’allarme, CZ aveva discusso pubblicamente delle tattiche impiegate dai gruppi nordcoreani, in particolare da Lazarus e affiliati, nel loro tentativo di infiltrarsi nelle aziende crypto attraverso finti processi di assunzione. Questi impostori creano profili LinkedIn falsi di reclutatori, simulano interviste e propongono offerte di lavoro fittizie per convincere i candidati a scaricare documenti infetti o rivelare dettagli sensibili sull’infrastruttura aziendale. Gli hacker mirano a ruoli chiave in sviluppo software, sicurezza e finanza, ottenendo in alcuni casi accessi privilegiati a repository di codice o sistemi di gestione fondi. CZ ha evidenziato anche l’uso crescente di deepfake video durante le interviste online per rafforzare l’inganno, una tecnica che complica ulteriormente la verifica dell’identità dei candidati. Le intrusioni di origine nordcoreana hanno causato perdite miliardarie nel settore crypto negli ultimi due anni. Secondo Chainalysis, i gruppi legati a Pyongyang hanno rubato oltre 1,7 miliardi di dollari in asset digitali solo nel 2024, reinvestendo parte dei proventi nel programma nucleare del Paese. Le loro campagne sfruttano social engineering e exploit zero-day, combinando malware personalizzati con tecniche di persistenza a lungo termine.
Ruolo di Google nella difesa cyber crypto
Google svolge un ruolo cruciale nella protezione dei leader del settore crypto attraverso la Threat Analysis Group (TAG), che monitora le attività di oltre 270 attori statali e gruppi affiliati in tutto il mondo. Gli avvisi come quello inviato a CZ fanno parte del programma di protezione account ad alto rischio, già adottato da diplomatici, giornalisti e responsabili di sicurezza nazionale. L’azienda utilizza modelli di machine learning per rilevare comportamenti anomali legati a phishing, esfiltrazione dati o creazione di siti falsi che imitano piattaforme di trading. Google collabora inoltre con Binance e altri exchange per condividere indicatori di compromissione (IOC) e prevenire l’uso dei servizi cloud per attività malevole. L’integrazione dell’IA consente al sistema di adattarsi in tempo reale alle nuove tecniche degli attaccanti, riducendo i falsi positivi e migliorando la rapidità di notifica. La collaborazione tra Big Tech e gli exchange crypto rappresenta una barriera strategica contro minacce coordinate di origine statale. CZ ha lodato pubblicamente l’approccio proattivo di Google, sottolineando che “la cooperazione tra imprese tecnologiche e settore crypto è essenziale per mantenere un ecosistema sicuro e trasparente”.
Implicazioni per il settore delle criptovalute
L’allarme a CZ segna un punto di svolta nella guerra cyber tra stati e infrastrutture digitali private. Le operazioni di spionaggio e sabotaggio nel settore crypto non mirano più soltanto ai fondi, ma anche alla raccolta di intelligence su flussi finanziari globali e alle vulnerabilità delle piattaforme decentralizzate. Gli exchange come Binance, Coinbase e OKX hanno rafforzato le proprie misure difensive, implementando architetture zero-trust, controlli biometrici e sistemi di rilevamento basati su AI. Tuttavia, gli esperti avvertono che le campagne statali sono sempre più persistenti, coordinate e multi-livello, spesso sostenute da infrastrutture proxy e reti di falsi reclutatori distribuiti su più continenti. La segnalazione di Google a CZ dimostra che nessun individuo, per quanto protetto, è immune da operazioni di targeting strategico. Per questo motivo, il dibattito sulla protezione dei leader crypto e sulla regolamentazione della cybersecurity del settore è destinato a intensificarsi. Le autorità e gli exchange valutano la creazione di un protocollo di difesa congiunto per la condivisione immediata di alert e indicatori di compromissione, seguendo il modello già adottato in ambito bancario e governativo.