Le tensioni tra Stati Uniti e Cina continuano a ridefinire il panorama tecnologico globale, incidendo su settori chiave come semiconduttori, spazio e intelligenza artificiale, mentre nuovi attori come SpaceX, Amazon e Anthropic spingono l’innovazione verso frontiere strategiche e delicate. Le sanzioni americane contro Pechino e i controlli su esportazioni di tecnologie avanzate hanno innescato una reazione a catena che colpisce l’intera catena di fornitura, dalle terre rare alla produzione automobilistica europea, fino alla sicurezza dei satelliti militari e commerciali.
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Sanzioni e contraccolpi sui semiconduttori
Il conflitto commerciale tra Washington e Pechino si è spostato dal terreno finanziario a quello tecnologico. L’ultima ondata di restrizioni americane ha azzerato la quota di mercato cinese di Nvidia, passata dal 95% a zero in pochi mesi. Il CTO di Palantir, Shyam Sankar, ha duramente criticato la posizione del CEO di Nvidia, Jensen Huang, accusandolo di eccessiva indulgenza verso la Cina e di aver sottovalutato il pericolo strategico della dipendenza industriale da Pechino. Sankar ha definito “utili idioti” coloro che si oppongono a una linea più dura, sostenendo che gli Stati Uniti devono ricostruire una base industriale autonoma e sviluppare catene di fornitura alternative per ridurre l’influenza asiatica. Nvidia, intanto, cerca di bilanciare la crisi proponendo chip meno avanzati per il mercato cinese, mentre Huang avverte che i controlli americani stanno solo accelerando la crescita di competitor locali come Huawei. Sul fronte europeo, anche ASML entra nel mirino delle tensioni: la società olandese, leader mondiale nelle macchine EUV per litografia, teme i nuovi controlli sulle esportazioni di terre rare decisi da Pechino. Il CFO Roger Dassen ha confermato di avere scorte sufficienti per alcuni mesi, ma ha ammesso l’incertezza sui tempi di approvvigionamento futuri. Parallelamente, la Cina risponde con una strategia di ritorsione mirata: il Ministero del Commercio di Pechino ha avviato un’indagine sulla fusione Qualcomm–Autotalks, sostenendo che l’acquisizione potrebbe essere anticompetitiva. La mossa è interpretata come rappresaglia alle restrizioni statunitensi sui chip per veicoli intelligenti. In Europa, le sanzioni olandesi contro Nexperia, produttore controllato da capitali cinesi, rischiano di generare un nuovo shock industriale. L’azienda fornisce componenti fondamentali per le auto europee, e la sua esclusione dalle catene di approvvigionamento potrebbe causare blocchi produttivi per BMW, Ford e altri gruppi. L’ACEA, l’associazione dei costruttori europei, ha già lanciato l’allarme: un “chip crunch” potrebbe colpire l’intero comparto automotive nel 2026.
Lo spazio tra connettività globale e rischi di sicurezza
Nel settore aerospaziale, SpaceX continua la propria espansione con l’annuncio dei satelliti Starlink V3, una nuova generazione di unità capaci di offrire connessioni gigabit con velocità fino a 1000 Gbps in download e 200 Gbps in upload, dieci volte superiori ai modelli V2. Ogni lancio della Starship potrà trasportare fino a 60 satelliti, portando la capacità totale della rete a oltre 60 terabit al secondo. Tuttavia, mentre la tecnologia avanza, emergono anche nuove vulnerabilità. Ricercatori americani hanno scoperto che diversi satelliti GEO civili trasmettono traffico non crittografato, esponendo dati sensibili come transazioni bancarie, comunicazioni aziendali e perfino backhaul di reti cellulari. In alcuni casi, è stato possibile intercettare messaggi, coordinate GPS e persino flussi video da installazioni governative. La scoperta più preoccupante riguarda i satelliti militari segreti della costellazione Starshield, sviluppata da SpaceX per il Dipartimento della Difesa USA. Un radioamatore canadese ha rilevato trasmissioni su bande di frequenza riservate alle stazioni di terra, segno che alcuni moduli operano fuori dai canali autorizzati dall’ITU (International Telecommunication Union). Si sospetta che l’azienda segua una politica del “chiedere perdono dopo”, tipica del suo approccio rapido all’innovazione. Nonostante le criticità, la spinta verso la connettività satellitare globale rimane inarrestabile. SpaceX punta al deploy completo entro il 2026, quando la rete Starlink offrirà connessioni a banda larga anche nelle aree più remote, diventando un’infrastruttura chiave per comunicazioni civili e militari.
AI e energia: nuove frontiere di potenza e sostenibilità
Nel settore dell’intelligenza artificiale, la startup Anthropic emerge come principale rivale di OpenAI, con una previsione di ricavi pari a 23,85 miliardi di euro entro il 2026, quasi il doppio rispetto ai 11,92 miliardi stimati per OpenAI. L’azienda, valutata 168 miliardi di euro, concentra l’80% dei propri contratti sul mercato enterprise, con clienti come SAP e Cursor, ma continua a registrare perdite elevate dovute agli alti costi di sviluppo e infrastruttura. Nonostante le valutazioni record, il settore AI resta poco profittevole al di fuori di Nvidia, che domina la fornitura di GPU per l’intera industria. Secondo le stime di analisti indipendenti, il 95% delle implementazioni AI aziendali non produce ancora impatti economici misurabili, segno di una fase di transizione tra hype e maturità operativa. Sul fronte energetico, Amazon apre una nuova dimensione della sostenibilità tecnologica con il progetto di un campus nucleare modulare nello stato di Washington, capace di generare 960 megawatt per alimentare data center e infrastrutture cloud AI. Il progetto, sviluppato in collaborazione con X-energy, prevede l’uso di reattori Xe-100 di quarta generazione, con costruzione prevista per gli anni 2030. L’investimento, del valore di oltre un miliardo di euro, segna la prima incursione diretta di un colosso cloud nel settore dell’energia nucleare modulare (SMR). Questi reattori compatti promettono tempi di costruzione ridotti, maggiore sicurezza e una integrazione più flessibile nelle reti energetiche distribuite, posizionando Amazon come pioniere nella fusione tra cloud computing e sostenibilità energetica.
Un mondo diviso tra sanzioni e innovazioni
Il 2025 si conferma come un anno di polarizzazione tecnologica. Da un lato, le restrizioni USA-Cina sui semiconduttori e i controlli sulle terre rare creano una frattura geopolitica che ridisegna i mercati globali. Dall’altro, l’innovazione continua a spingere oltre i limiti, con satelliti gigabit, IA multimiliardarie e campus nucleari per l’energia digitale. La transizione verso un’economia basata su dati e autonomia energetica apre nuove opportunità ma anche rischi sistemici: catene di fornitura vulnerabili, spionaggio industriale e dipendenze energetiche emergenti. L’equilibrio tra potenza tecnologica e sicurezza geopolitica sarà la chiave del prossimo decennio, in cui ogni innovazione sarà anche un atto politico.