Leonardo SpA consolida la propria posizione di attore strategico nella cybersecurity europea e nel settore spaziale, segnando un momento cruciale per l’industria della difesa continentale. La nomina di Andrea Campora alla presidenza di ECSO (European Cyber Security Organisation) e l’avanzamento della joint venture satellitare con Airbus e Thales confermano la volontà dell’azienda italiana di affermarsi come pilastro della sovranità digitale europea. Tuttavia, questi progressi si intrecciano con tensioni interne legate alla petizione dei dipendenti contro la vendita di armi a Israele e con le accuse del dossier BDS Italia, che punta il dito contro le forniture militari verso Tel Aviv.
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Nomina di Andrea Campora alla guida di ECSO
La nomina di Andrea Campora alla presidenza di ECSO rappresenta un passo decisivo per il rafforzamento della resilienza cibernetica europea. Campora, che dirige la divisione Cyber & Security Solutions di Leonardo, è anche membro del comitato tecnico-scientifico dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale. La sua visione si concentra sul superamento della frammentazione industriale europea e sulla costruzione di un ecosistema basato su cooperazione pubblico-privata e fiducia reciproca tra Stati membri e aziende.

ECSO, che riunisce imprese, centri di ricerca e istituzioni, punta a promuovere una cybersecurity sovrana e interoperabile. Campora ha ribadito l’importanza di una strategia unitaria in grado di valorizzare i dati, l’intelligenza artificiale e le tecnologie di difesa digitale, sottolineando il ruolo di Leonardo come punto di riferimento per la sicurezza informatica europea. La nomina rafforza il prestigio dell’Italia nel panorama cyber comunitario e riafferma la centralità dell’azienda di Piazza Monte Grappa nel progetto di autonomia strategica europea.
Joint venture satellitare con Airbus e Thales
Parallelamente, Leonardo avanza nella definizione della joint venture satellitare con Airbus e Thales, valutata 10 miliardi di euro e con ricavi annui stimati in 6,5 miliardi. L’accordo prevede una partecipazione di Airbus al 35%, mentre Thales e Leonardo detengono quote paritarie del 32,5% ciascuna. La nuova entità, con sede centrale in Francia e circa 25.000 dipendenti distribuiti su 30 siti produttivi, si ispira al modello della MBDA, la joint venture missilistica europea, adottando una governance bilanciata e senza riduzioni di personale. Il consorzio nasce con l’obiettivo di sfidare la supremazia di Starlink di Elon Musk, razionalizzando la capacità satellitare europea e rafforzando la competitività del Vecchio Continente nel mercato globale della connettività spaziale. Gli analisti di Equita stimano per Leonardo un incremento di marginalità e di valore industriale, confermando un rating “buy” e un prezzo obiettivo di 55 euro per azione. Il completamento dell’operazione richiederà tra i 18 e i 24 mesi, in attesa del via libera delle autorità antitrust europee. Airbus, che conferisce asset dal valore di circa 3 miliardi di euro, ha richiesto conguagli economici ai partner, mentre Leonardo e Thales mirano a ottimizzare le sinergie industriali senza ridurre organici. Il titolo Leonardo, dopo un iniziale rialzo, ha chiuso in lieve calo a 50,5 euro, risentendo del clima geopolitico legato alla tregua tra Israele e Hamas.
Petizione dei dipendenti contro la fornitura di armi a Israele
Sul fronte interno, Leonardo affronta una crescente contestazione etica. Un gruppo di dipendenti dello stabilimento di Grottaglie, in provincia di Taranto, ha lanciato una petizione online intitolata “Stop armi a Israele: non con il nostro lavoro”, che ha raccolto oltre 10.000 firme in pochi giorni. L’iniziativa denuncia la cooperazione militare con Tel Aviv e chiede la cessazione immediata di ogni fornitura di armamenti potenzialmente impiegabili nei conflitti in corso a Gaza. I firmatari, che definiscono la loro protesta “un gesto di coscienza civile”, rifiutano il coinvolgimento in attività che possano contribuire a operazioni belliche o violazioni del diritto internazionale. La petizione ha aperto un dibattito interno sull’etica industriale e sulla responsabilità delle imprese strategiche, mentre la direzione dell’azienda ha ribadito il rispetto delle norme italiane ed europee in materia di export. L’iniziativa dei lavoratori dimostra tuttavia una crepa nel consenso interno, evidenziando tensioni tra produttività, sicurezza nazionale e coscienza civile.
Dossier BDS Italia e accuse sulle forniture a Israele
A intensificare la pressione sull’azienda è giunto il dossier pubblicato da BDS Italia, redatto da Rossana De Simone, dal titolo “Piovono euro sull’industria necessaria di Crosetto e Leonardo”. Il documento denuncia i legami industriali e tecnologici tra Leonardo e l’apparato militare israeliano, citando contratti e componenti prodotti dopo il 7 ottobre 2023. Secondo l’inchiesta, Leonardo avrebbe fornito tecnologie integrate nei radar RADA (acquisiti nel 2022 tramite la controllata statunitense Leonardo DRS) e nei jet M-346 Lavi, oltre a componenti navali OTO Melara. Il dossier accusa l’azienda di eludere la legge 185/90, che vieta esportazioni militari verso Paesi coinvolti in violazioni dei diritti umani, attraverso l’uso di filiali e joint venture estere. Il CEO Roberto Cingolani, in un’intervista del 30 settembre 2025, ha negato qualsiasi esportazione diretta di armi in zone di conflitto, spiegando che le vendite avvengono sotto regolamentazione statunitense tramite Leonardo DRS. Tuttavia, un’inchiesta di Altreconomia e un rapporto dell’ONU redatto da Francesca Albanese il 30 giugno 2025 hanno riacceso il dibattito, denunciando la complicità di aziende europee nell’economia di guerra israeliana. L’aumento del 65% della spesa militare israeliana nel 2024-2025 ha generato ricadute positive sui profitti di Leonardo, che ha registrato ricavi record di 17,8 miliardi di euro nel 2024. Il governo italiano, azionista di riferimento con il 30% del capitale, ha trattenuto dividendi straordinari, mentre il ministro della Difesa Guido Crosetto ha definito le accuse del movimento BDS come “propaganda ideologica contro le imprese strategiche italiane”. Una mozione parlamentare promossa da PD, M5S e AVS per sospendere il memorandum con Israele è stata respinta nel luglio 2024, mantenendo intatti gli accordi di cooperazione militare siglati l’anno precedente dai ministri UE.
Sovranità digitale e conflitti etici
La posizione di Leonardo resta complessa: da un lato, l’azienda guida la costruzione dell’autonomia strategica europea nella sicurezza e nella difesa, dall’altro affronta criticità etiche e accuse di connivenza economica con teatri di guerra. Campora, alla guida di ECSO, intende valorizzare il ruolo del gruppo come garante della cybersecurity europea affidabile, sottolineando che sovranità digitale e responsabilità sociale devono procedere di pari passo. La governance futura della JV satellitare, ispirata alla cooperazione europea, rappresenta un test per verificare se l’industria della difesa possa evolvere verso una sostenibilità geopolitica e morale coerente con i valori dell’Unione Europea.