YouTube timer anti-scrolling e AI contro i deepfake e Spotify affronta crash su Android

di Redazione
0 commenti

YouTube lancia due nuove funzioni pensate per migliorare l’esperienza e la sicurezza degli utenti: un timer giornaliero per i video Shorts che limita lo scrolling infinito e un strumento AI contro i deepfake, capace di identificare somiglianze facciali non autorizzate. Contemporaneamente, Spotify affronta un’ondata di crash e freeze su dispositivi Android, in particolare su modelli Samsung e Google, a causa di un bug legato alla connessione Wi-Fi.

Nuova funzione timer di YouTube per Shorts

La nuova opzione “Daily Time Limit” di YouTube permette agli utenti di impostare un limite di tempo giornaliero per la visione dei Shorts, i video brevi che rappresentano oggi uno dei contenuti più popolari e allo stesso tempo più “addictive” della piattaforma. Dopo l’aggiornamento dell’app, la funzione appare nel menu Impostazioni → Benessere digitale, dove l’utente può definire il tempo massimo di utilizzo. Una volta raggiunto il limite, l’app mostra una notifica di stop e sospende temporaneamente il feed. Gli utenti adulti possono ignorare l’avviso, mentre per gli account supervisionati — destinati a bambini e adolescenti — il blocco è obbligatorio e non disattivabile. La funzione debutta il 22 ottobre per tutti gli utenti generali, mentre il rilascio dei controlli parentali completi è previsto entro la fine del 2025. L’obiettivo dichiarato è promuovere abitudini di consumo più sane, riducendo l’impatto della “scroll fatigue” e rispondendo alle critiche sull’eccessiva dipendenza da contenuti brevi. Nel frattempo, YouTube continua a integrare nuovi strumenti di monetizzazione per i creator: tra questi, gli annunci shoppable, che permettono di vendere prodotti direttamente sotto i video Shorts tramite un pulsante “Shop Now”. La funzione è già in rollout globale e contribuisce a mantenere elevato il tasso di engagement, che ha portato gli Shorts a superare cinque trilioni di visualizzazioni.

Strumento AI di YouTube contro i deepfake

In risposta alla crescita esponenziale dei contenuti generati da intelligenza artificiale, YouTube introduce un sistema di rilevamento AI per la protezione dell’identità dei creator, capace di individuare video che utilizzano volti o voci artificialmente replicati. Il nuovo strumento, accessibile da YouTube Studio, consente ai creator verificati di ricevere notifiche automatiche quando vengono individuati video con somiglianze facciali o vocali non autorizzate. Per accedere alla funzione, i creator devono verificare la propria identità tramite documento d’identità e video selfie.

Una volta abilitato, il sistema genera un elenco di video sospetti, con titoli, canali, numero di visualizzazioni e trascrizioni parziali, offrendo la possibilità di richiedere la rimozione immediata di contenuti considerati ingannevoli o diffamatori. Il rollout iniziale parte oggi per un gruppo ristretto di utenti, mentre la distribuzione completa per tutti i creator del Partner Program è prevista entro gennaio 2026. Secondo YouTube, l’obiettivo è “proteggere la fiducia nella piattaforma” e “rafforzare la trasparenza” in un momento in cui i deepfake diventano sempre più realistici e potenzialmente dannosi per la reputazione personale e collettiva.

Problemi di Spotify su dispositivi Android

Mentre YouTube si concentra su benessere digitale e sicurezza AI, Spotify deve affrontare una crisi tecnica su larga scala. Dal 22 ottobre, centinaia di utenti segnalano crash improvvisi e blocchi dell’app durante la riproduzione musicale su reti Wi-Fi, con un malfunzionamento che colpisce principalmente i dispositivi Samsung Galaxy S25 Ultra, Tab S10 Ultra e Google Pixel (modelli 6, 7, 8 e 9). Il problema, assente su connessioni mobili, rende l’app inutilizzabile quando collegata al Wi-Fi. Reinstallazioni e cancellazione della cache non risolvono l’errore, come confermano i numerosi report nel forum ufficiale della community di Spotify. La piattaforma ha riconosciuto pubblicamente il malfunzionamento e ha avviato un’indagine congiunta con Google per individuare la causa, che potrebbe essere collegata a una recente modifica nei pacchetti di rete Android introdotta con l’ultimo aggiornamento di sistema. Non è la prima volta che Spotify affronta problemi simili: nel 2024 un bug nei feature drop di Android aveva generato crash in loop sui Pixel, risolto con una patch d’emergenza. Quest’anno, invece, un’anomalia nel sistema di annunci aveva costretto alcuni utenti Premium ad ascoltare spot pubblicitari. Spotify ha invitato gli utenti affetti a utilizzare temporaneamente la rete dati mobili per continuare l’ascolto, in attesa di una patch definitiva. La correzione dovrebbe essere distribuita entro pochi giorni, una volta completati i test su larga scala.

Implicazioni per le piattaforme di streaming

Le novità di YouTube e i problemi di Spotify riflettono due tendenze opposte nel settore dello streaming: da un lato, la ricerca di equilibrio tra innovazione e benessere digitale; dall’altro, le sfide di stabilità tecnica legate alla crescente complessità delle app. YouTube punta a rafforzare la fiducia nella piattaforma con strumenti di controllo e trasparenza, consolidando la propria immagine di ecosistema responsabile. Il timer anti-scrolling rappresenta una mossa strategica per contrastare le accuse di “dipendenza digitale”, mentre lo strumento AI anti-deepfake eleva la protezione dell’identità dei creator a un livello mai visto prima. Spotify, invece, affronta il lato oscuro della connettività ubiqua: bug e incompatibilità che, se non risolti rapidamente, rischiano di intaccare la fidelizzazione degli utenti Premium. Tuttavia, la risposta tempestiva e l’apertura al dialogo con la community dimostrano un approccio maturo alla gestione delle crisi. Nel complesso, queste evoluzioni mostrano come il futuro dello streaming passerà non solo dall’innovazione tecnologica, ma anche dalla capacità delle piattaforme di garantire sicurezza, affidabilità e benessere digitale in un ecosistema sempre più ibrido tra AI, contenuti brevi e personalizzazione estrema.