Europol lancia un allarme urgente contro la crescita delle truffe telefoniche basate sullo spoofing di caller ID, una tecnica che consente ai criminali di falsificare il numero del chiamante e far sembrare le comunicazioni provenienti da fonti ufficiali. L’agenzia segnala un incremento costante di segnalazioni in tutta Europa, con cittadini contattati da individui che si spacciano per funzionari di Europol, utilizzando numeri falsificati, email contraffatte e persino app malevole con il logo dell’agenzia. L’obiettivo dei truffatori è sottrarre informazioni personali, credenziali bancarie o pagamenti immediati, facendo leva sulla paura e sull’autorità apparente dei finti agenti.
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La “truffa Europol”
Gli attacchi iniziano con chiamate non richieste, spesso accompagnate da messaggi di testo o email multilingue, che informano la vittima di presunte indagini per riciclaggio di denaro, traffico o furto d’identità. I truffatori si presentano come alti funzionari dell’agenzia, citando nomi reali come Catherine De Bolle, Jean-Philippe Lecouffe o Jürgen Ebner per rendere la truffa più credibile. Le vittime, convinte di trovarsi sotto indagine, vengono indotte a scaricare app infette da malware o a condividere informazioni finanziarie sensibili. Il meccanismo dello spoofing consente di manipolare le informazioni visualizzate sullo schermo del destinatario, facendo apparire numeri ufficiali di Europol o di agenzie partner. Alcuni casi recenti hanno mostrato anche falsi documenti digitali e lettere ufficiali create per conferire legittimità all’inganno. Gli attaccanti, spesso organizzati su scala transnazionale, abusano di reti di telecomunicazione e di vulnerabilità tecniche per mascherare l’origine delle chiamate. Europol ha pubblicato sul proprio sito un messaggio inequivocabile: l’agenzia non contatta i cittadini per telefono, non invia multe o sanzioni via email, non richiede pagamenti o download di applicazioni. Qualsiasi comunicazione che pretenda di provenire da Europol e chieda tali azioni è falsa e potenzialmente pericolosa.
Messaggio chiaro e avvertenze ufficiali
Nel suo avviso pubblico, Europol invita i cittadini a non fornire mai dati personali o bancari durante telefonate o messaggi non richiesti. In presenza di sospetti, è fondamentale interrompere subito la comunicazione e segnalare l’episodio alla polizia locale o nazionale, che potrà valutare se inoltrare il caso ai canali investigativi europei. L’agenzia specifica che non accetta denunce dirette dal pubblico e non apre indagini basate su singole segnalazioni: le operazioni vengono coordinate con le forze di polizia dei paesi membri. Le truffe si basano su strategie di ingegneria sociale, più che su sofisticate tecniche informatiche. Gli autori inducono panico nelle vittime evocando minacce di arresto o accuse penali, spesso supportate da nomi di dirigenti reali e linguaggio giuridico credibile. In molti casi, le comunicazioni vengono completate con email di follow-up che contengono allegati infetti o link a siti web falsi che imitano il portale ufficiale di Europol. Secondo l’agenzia, il fenomeno sta assumendo dimensioni paneuropee, con un impatto che supera i confini nazionali e richiede misure armonizzate di contrasto. Europol ha richiesto alle autorità di telecomunicazione dell’Unione Europea di implementare standard di autenticazione più rigorosi per le chiamate in ingresso e di rafforzare i sistemi di tracciamento dei numeri falsificati, così da bloccare gli schemi di spoofing alla fonte.
Sforzi reali contro il cybercrime
Mentre i truffatori abusano del suo nome per fini fraudolenti, Europol prosegue operazioni autentiche contro il cybercrime internazionale. Tra i successi più recenti figura Operation PowerOFF, una vasta operazione coordinata contro i servizi DDoS-for-hire, piattaforme che consentono di pagare per lanciare attacchi informatici su server e siti web. L’operazione, condotta con il supporto di autorità statunitensi, polacche e di altri stati membri dell’UE, ha portato all’arresto di quattro sospetti in Polonia e al sequestro di nove piattaforme illegali, tra cui Cfxapi, Cfxsecurity, Neostress e Quickdown. Questi siti offrivano servizi “booter” e “stresser”, usati da script kiddies e hacktivisti per colpire infrastrutture online. L’azione ha colpito un intero ecosistema sotterraneo che sosteneva il cybercrime di basso livello, riducendo la disponibilità di strumenti per lanciare attacchi DDoS. Secondo Europol, tali risultati dimostrano la differenza tra le truffe che sfruttano il suo nome e le vere operazioni di enforcement. L’agenzia ribadisce che combatte quotidianamente cybercriminali reali, sequestrando infrastrutture e arrestando operatori che minacciano la sicurezza digitale dell’Europa.
Importanza della fiducia pubblica e dell’igiene cyber

La crescita delle truffe basate su spoofing erode la fiducia pubblica nelle istituzioni. Europol invita quindi a praticare una costante igiene cibernetica, che include verificare sempre la fonte delle comunicazioni, non scaricare app da link sospetti, e non condividere dati personali via telefono o email. Riconoscere red flag — come richieste di pagamento, tono minaccioso o nomi di dirigenti — è essenziale per evitare di cadere vittima di frodi. L’agenzia, insieme agli stati membri, lavora per colmare le lacune tecniche nelle reti di telecomunicazione e armonizzare le misure anti-frode. Le future iniziative europee punteranno su autenticazione dei numeri, educazione pubblica e cooperazione transnazionale. Il messaggio finale di Europol è chiaro: la vera difesa contro lo spoofing e l’ingegneria sociale inizia con consapevolezza e vigilanza individuale. Solo unendo cittadini informati, infrastrutture sicure e cooperazione internazionale, sarà possibile ridurre l’impatto di una minaccia che si evolve rapidamente e mina la fiducia nelle istituzioni.