La prima Release Candidate di MX Linux 25, costruita su Debian 13 Trixie, e le daily build di Ubuntu 26.04 LTS Resolute Raccoon aprono un ciclo di test fondamentale per chi cerca stabilità, prestazioni e supporto di lungo periodo. La RC introduce systemd-cryptsetup nelle ISO systemd per risolvere in modo pulito le partizioni home criptate, aggiorna i kernel (6.12 LTS nelle edizioni standard e Liquorix 6.15 nelle AHS), rafforza i tool live e cura dettagli come Wayland, power management e installer. Dall’altra parte, Ubuntu rende disponibili daily con Linux 6.17 e GNOME 49 puntando a GNOME 50 al rilascio finale, sperimenta Mesa 25.3 e consolida una LTS con supporto fino al 2031, invitando la community a contribuire con feedback tempestivi su bug e compatibilità hardware.
Cosa leggere
Panoramica: cosa cambia davvero per utenti esperti e ambienti professionali
Entrambe le distribuzioni spingono su rifinitura del core system e robustezza dei flussi di installazione. In MX Linux 25 RC1 la scelta di systemd-cryptsetup nelle ISO systemd elimina frizioni nelle configurazioni cifrate, mentre le correzioni a live-usb-maker, live-kernel-updater e installer riducono gli attriti nelle sessioni live e nei deploy su macchine eterogenee. Le edizioni AHS con kernel Liquorix 6.15 offrono una traiettoria più aggressiva su scheduler e sottosistemi moderni, lasciando alle edizioni LTS 6.12 il ruolo di base solida per workstation longeve. Nel mondo Ubuntu, le daily di 26.04 con Linux 6.17 e GNOME 49 anticipano il passaggio a GNOME 50 entro il rilascio del 23 aprile 2026, con Mesa 25.3 a spingere il comparto grafico e una tabella di marcia che prevede beta a inizio aprile e RC a seguire.
MX Linux 25 RC1: focus su crittografia, kernel e coerenza degli strumenti
Il punto tecnico più visibile è l’integrazione di systemd-cryptsetup nelle ISO che adottano systemd, così da gestire in modo nativo l’apertura delle partizioni cifrate e allineare i servizi di boot alle policy moderne di init. Il kernel 6.12 LTS garantisce un baseline conservativo per server leggeri, notebook aziendali e macchine che privilegiano stabilità su novità, mentre la variante AHS con Liquorix 6.15 mette sul tavolo scheduler, preemption e tweak più spinti per bassa latenza e responsività su hardware recente. Le correzioni al live-kernel-updater—come il filtro di Memtest tra le opzioni del boot—evitano scelte fuorvianti in scenari di manutenzione rapida; l’update mode di live-usb-maker riduce tempi di aggiornamento delle chiavette di utilità; l’installer viene ripulito da blocchi sporadici e da regressioni nelle routine di partizionamento avanzato.
Power management, Wayland e driver: piccoli cambi che fanno la differenza
L’eliminazione di TLP in favore di power-profiles-daemon non è un dettaglio cosmetico: il nuovo demone si integra meglio con desktop environment moderni, evitando incongruenze nel widget dei profili energia e offrendo profili stabili tra prestazioni e risparmio. Sul fronte grafico, l’aggiornamento di nvidia-installer (ddm-mx) con fallback verso i repository NVIDIA developer migliora i tassi di successo in installazioni complesse, mentre gli interventi su Wayland portano compatibilità e qualità soprattutto su display HiDPI e combinazioni ibride con GPU dedicate. Le workaround GRUB per Intel Ivy/Sandy Bridge preservano la retrocompatibilità su macchine datate, un tratto distintivo della filosofia MX.
Ambienti desktop MX Linux: Xfce 4.20, Plasma 6.3.6 e Fluxbox 1.3.7 più curati
Il rinnovo di Xfce 4.20 rende il Whisker Menu più coerente nelle impostazioni e migliora la gestione delle preferenze, mentre KDE Plasma 6.3.6 introduce azioni root e menu servizio in Dolphin per ottimizzare i flussi amministrativi senza aprire terminali esterni. Fluxbox 1.3.7 resta il campione della leggerezza: toolbar e stili predefiniti vengono raffinati per un look più moderno senza tradire la filosofia minimalista. La sostituzione di DeaDBeeF con Audacious come player audio predefinito privilegia funzionalità, plugin e integrazione con sessioni multi-desktop. Le nuove configurazioni Conky con toggle 12/24h basato su locale sono un tocco di usabilità che gli utenti avanzati apprezzano. I temi mx-ease e mx-matcha uniformano palette e contrasto, riducendo incoerenze tra toolkit e favorendo accessibilità.
Strumenti di sistema MX: aggiornamenti silenziosi, benefici concreti
Gli interventi su service-manager, mx-updater e bashrc predefinito rientrano in una strategia chiara: eliminare spigoli e automatizzare i casi comuni senza sottrarre controllo all’utente esperto. mx-updater recupera l’affidabilità negli aggiornamenti automatici, mentre il bashrc di default aggiunge alias e prompt più informativi senza risultare invasivo. L’installer replacer guadagna robustezza nelle sostituzioni in-place e nelle riconfigurazioni rapide, una funzione cruciale in laboratori e parchi macchine.
File system e crittografia: EXT4 come baseline, Btrfs per snapshot e resilienza
Il team chiede test su EXT4 e Btrfs, due scelte che incarnano trade-off diversi: EXT4 resta il baseline di affidabilità, con tool consolidati e recovery lineare; Btrfs porta in dote snapshot, compressione, subvolumi e bilanciamento che possono fare la differenza su workstation devops, multimedia e QA. L’adozione di systemd-cryptsetup consente una catena di boot crittografata più prevedibile, con unit standard e integrazione diretta nelle policy di init.
Ubuntu 26.04 LTS daily: lo stato dell’arte prima della beta
Le daily di Ubuntu 26.04 LTS sono pensate per tester, maintainer e sviluppatori che vogliono convalidare stack e applicazioni in anticipo. Oggi includono Linux 6.17 e GNOME 49, ma la traiettoria confermata punta a GNOME 50 al rilascio, con discussione aperta su 6.19 o addirittura 6.20 come kernel finale a seconda della maturità e della finestra di merge. Il rilascio è fissato al 23 aprile 2026, con beta a inizio aprile e RC la settimana precedente, e una copertura LTS fino al 2031 che resta l’argomento principe per ambienti enterprise e produttivi.
Stack grafico Ubuntu: Mesa 25.3 e driver per hardware recente
La presenza di Mesa 25.3 nelle daily consente di provare estensioni e ottimizzazioni utili a GPU AMD, Intel e configurazioni NVIDIA con stack open dove possibile. Le regressioni sono l’eccezione da stanare nelle daily, non la regola: per questo Canonical sollecita feedback su rendering, Wayland, fractional scaling, multi-monitor e gestione VRR, ambiti dove GNOME 50 promette passi avanti misurabili. L’obiettivo è allineare driver, kernel e userspace in modo che la LTS arrivi con una base video stabile anche su hardware lanciato tra fine 2025 e inizio 2026.
Ciclo e sapori ufficiali: prevedibilità che piace ai team IT
La pipeline semestrale consente di ereditare il lavoro di 25.10 Questing Quokka e concentrarlo nella LTS con un perimetro chiaro. I sapori Kubuntu, Xubuntu e gli altri mantengono la continuità con gli ambienti già curati nel ciclo precedente, evitando sorprese a pochi mesi dalla freeze. La disponibilità delle daily dal 22 ottobre 2025 sblocca i test di compatibilità app, driver proprietari e integrazioni di toolchain per chi pianifica migrazioni in Q2-Q3 2026.
A chi conviene provare ora: scenari d’adozione e di test
Gli amministratori che devono validare criptazione, autenticazione, NVMe e GPU recenti su hardware misto possono sfruttare MX Linux 25 RC1 per verificare i casi d’uso con EXT4/Btrfs, Wayland e power-profiles-daemon. Chi costruisce immagini gold per parchi macchine orientati a supporto lungo, policy di sicurezza e controllo dei costi troverà nelle daily Ubuntu 26.04 l’ambiente ideale per fissare baseline di driver e software e per anticipare problemi di compatibilità.
Confronto diretto: filosofia MX vs. filosofia LTS Ubuntu
MX Linux rimane una distribuzione che privilegia controllo, strumenti propri e cura artigianale su aree spesso trascurate, come live environment, installer, profili energetici e compatibilità legacy. Ogni scelta—dal cambio TLP → power-profiles-daemon all’affinamento di Fluxbox—parla a chi vuole un desktop affidabile senza rinunciare a interventi chirurgici. Ubuntu LTS, invece, offre prevedibilità, ecosistema vasto, documentazione e un percorso di supporto che resta lo standard de facto per aziende e PA. Le daily non sono fatte per la produzione, ma sono lo strumento con cui Canonical e community allineano l’immenso parco software al traguardo di aprile.
GNOME 50 e l’impatto sull’esperienza: dove guardare durante i test
Il salto da GNOME 49 a GNOME 50 tocca compositor, power management, notifiche, gestione finestra e impostazioni. I test dovrebbero concentrarsi su Wayland con fractional scaling, input avanzati (penne, tavolette), schermi 4K/5K, profili di potenza, portatili ibridi e suspend/resume con GPU dedicate. Con Mesa 25.3, la regressione tipica da scovare riguarda driver e shader cache; in caso di anomalie, Canonical incoraggia report puntuali con log di dmesg, journalctl e riproducibilità.
Perché EXT4 e Btrfs restano al centro del discorso
In MX Linux 25 RC1, i test su EXT4 e Btrfs non sono accademici. Btrfs brilla dove servono snapshot frequenti, rollback e compressione trasparente per carichi IO sensibili; EXT4 rimane l’opzione no-surprise per chi privilegia comportamento lineare, fsck prevedibile e tool standardizzati. Il suggerimento operativo è provare Btrfs sulle workstation di sviluppo, QA e multimedia dove gli snapshot possono salvare giornate di lavoro, mantenendo EXT4 per macchine di front office o ruoli dove la semplicità vince.
Note su driver NVIDIA e Wayland: cosa aspettarsi
Sia per MX Linux sia per Ubuntu 26.04, il binomio NVIDIA + Wayland continua a migliorare ma pretende attenzione. Gli sforzi su nvidia-installer in MX e il lavoro di Canonical sugli stack proprietari puntano ad abbassare la barriera di ingresso. È prudente pianificare test con combinazioni di versioni driver e verificare power management su laptop con mux o Optimus, con particolare focus su suspend/resume, GNOME Shell sotto carichi WebGL e app Flatpak accelerare.
Raccomandazioni pratiche per i test senza sorprese
Prima di distribuire la RC o le daily su macchine critiche, conviene mantenere backup completi, predisporre USB live di recovery e annotare le versioni di kernel, driver e Mesa usate nei report. In caso di dual-boot, prestare attenzione al secure boot e alla catena di firma dei moduli. Per chi prova Btrfs, impostare subvolumi chiari per root, home e log, valutando la compressione zstd e configurando quote per evitare crescita incontrollata di snapshot.
Prospettive di adozione: chi dovrebbe migrare e quando
Le organizzazioni che puntano a migrazione LTS nel Q3–Q4 2026 possono usare il semestre corrente per una due diligence completa su Ubuntu 26.04; chi preferisce un ambiente snello con tool dedicati—specie per live, reimaging e manutenzione rapida—troverà in MX Linux 25 un candidato serio appena la stabile uscirà. In entrambe le strade, la community resta un asset: i bug report di oggi determinano la qualità di domani. Il valore reale di queste anteprime sta nella integrazione verticale degli stack: in MX Linux 25 RC1 l’accoppiata systemd-cryptsetup + kernel 6.12/6.15 e la sostituzione TLP → power-profiles-daemon compongono una pipeline di boot, energia e grafica coerente, mentre gli aggiustamenti a installer, live tools e nvidia-installer riducono entropia operativa. Sul fronte Ubuntu 26.04, la daily con Linux 6.17, GNOME 49 → 50 e Mesa 25.3 serve a validare Wayland, driver e toolchain in vista di una LTS che, per definizione, dovrà sostenere sette anni di aspettative tra sicurezza, compatibilità e prestazioni. La scelta tra le due piattaforme non è binaria: entrambe spingono affidabilità e maturità in direzioni complementari. Per i team tecnici, la mossa più efficace è trasformare queste settimane in un laboratorio controllato: misurare, documentare, segnalare. È così che si porta a casa una base Linux pronta per il 2026.