L’aggiornamento 2025 della guida del Garante privacy sui social media riflette l’urgenza crescente di proteggere gli utenti nell’ecosistema digitale contemporaneo, dove identità, comportamenti e relazioni scorrono senza soluzione di continuità tra vita online e offline. Nel primo periodo emergono tutte le direttrici centrali: la pubblicazione del vademecum “Social Privacy – Come tutelarsi nell’epoca dei social media”, il ruolo decisivo della tutela dei minori, l’evoluzione delle piattaforme globali, la cooperazione istituzionale con l’Arma dei Carabinieri e la presenza di un ampio repertorio di concetti come cyberbullismo, deep fake, sexting, sharenting e revenge porn. La guida integra raccomandazioni operative, diritti garantiti dal GDPR, esempi concreti di rischi quotidiani e strumenti per difendersi da manipolazioni, falsi profili, profilazioni invasive e verifiche dell’età insufficienti. La pubblicazione avviene il 14 novembre 2025 e rappresenta la risposta aggiornata a un panorama in cui social network, messaggistica, AI generativa e contenuti manipolati ridefiniscono la percezione pubblica e privata di ogni utente, soprattutto dei più giovani. Il Garante introduce un’impostazione accessibile, destinata a scuola, famiglie, professionisti e cittadini comuni. Il documento raccoglie l’esperienza accumulata dall’autorità dalla prima edizione del 2009 fino al 2016, per arrivare all’attuale revisione, arricchita da analisi su TikTok, Instagram, Facebook, X, WhatsApp e servizi emergenti. L’obiettivo resta la divulgazione: modelli educativi, definizioni tecniche e azioni concrete convergono per aumentare consapevolezza e rafforzare capacità di autodifesa digitale.
Cosa leggere
Innovazioni nella tutela privacy digitale
L’edizione 2025 aggiorna radicalmente l’approccio alla protezione sui social media, includendo nuove sezioni dedicate ai rischi connessi alla crescita di piattaforme focalizzate su video brevi e messaggistica arricchita. Il Garante privacy riconosce che la fusione tra vita reale e online accentua vulnerabilità come furti d’identità, diffusione virale non autorizzata di contenuti personali e tracciamento costante attraverso algoritmi di raccomandazione. La guida incorpora un’analisi delle principali piattaforme: Facebook come rete multi-generazionale e commerciale, X per la comunicazione in tempo reale, Instagram come polo dei contenuti visuali, TikTok come motore di trend rapidi e frammentati. Non mancano riferimenti ai sistemi di messaggistica, che ormai costituiscono veri social network: WhatsApp, Messenger e simili diventano ambienti di aggregazione strutturati, con dinamiche associative e identitarie. Il documento sottolinea che i modelli economici dei social si basano su profilazione e pubblicità mirata: i servizi gratuiti utilizzano i dati degli utenti come fonte primaria di valore. Questa consapevolezza guida diverse raccomandazioni sul rapporto tra privacy, consenso informato e uso responsabile.
Protezione minori e normative europee
La tutela dei minori rappresenta la priorità più alta dell’intero vademecum. Il GDPR riconosce un livello rafforzato di protezione per gli utenti di età inferiore ai 16 anni, limite ridotto a 14 anni in Italia. La guida ribadisce che il trattamento dei dati dei minori richiede il consenso esplicito dei genitori e che l’accesso ai social al di sotto dei 13 anni è vietato salvo verifiche stringenti. L’autorità richiama interventi recenti: nel 2021 il blocco di TikTok con rimozione di mezzo milione di profili under 13, l’azione contro l’AI Replika per contenuti potenzialmente inadatti ai minori e l’adeguamento di ChatGPT alle richieste europee sulla protezione dei dati. L’esperienza maturata spiega perché il Garante spinga per sistemi di verifica dell’età più rigorosi. La guida include un dizionario dei termini più critici: cyberbullismo, challenge pericolose, deep fake, deep nude, sexting, sharenting, revenge porn, grooming. Ogni parola non rappresenta solo un concetto, ma una dinamica quotidiana che coinvolge adolescenti e famiglie. Lo scopo è offrire strumenti di riconoscimento precoce per prevenire abusi e manipolazioni.
Avvisi pratici per naviganti digitali
Il Garante propone una serie di avvisi chiave che riflettono i rischi più concreti della navigazione contemporanea. Il web non è un ambiente separato dalla vita reale: ogni contenuto pubblicato può riemergere in futuro, influenzare relazioni personali, opportunità lavorative, benessere emotivo. L’anonimato è spesso un’illusione, poiché le autorità possono risalire all’autore di contenuti illeciti, mentre la disattivazione di un profilo non coincide con la cancellazione dei dati memorizzati dai social. Il vademecum indica pratiche operative: configurazioni di privacy appropriate, eliminazione dei profili inutilizzati, disattivazione dei dati di localizzazione non necessari, esercizio consapevole dei diritti GDPR come accesso e cancellazione. Anche l’attenzione alle interfacce ingannevoli e ai cookie superflui costituisce un passo decisivo per ridurre esposizioni indesiderate. Nel documento, il Garante ricorda che le impostazioni di privacy per minori tra 14 e 18 anni devono attivarsi automaticamente in modalità protetta. La guida insiste sull’importanza di riflettere prima di condividere: ciò che oggi appare innocuo potrebbe diventare dannoso nel futuro professionale, affettivo o sociale dell’utente.
Collaborazioni e iniziative educative
La strategia di protezione non si limita al vademecum: il Garante privacy intensifica collaborazioni educative. Il protocollo siglato nel 2024 con l’Arma dei Carabinieri promuove la legalità digitale nelle scuole e negli ambienti sensibili. Durante il convegno del 13 novembre 2024 sono stati presentati strumenti, workshop e attività formative, con interventi del Presidente Stanzione, della vicepresidente Cerrina Feroni e del componente Ghiglia. Il sito del Garante include una sezione dedicata ai social network, vademecum per minori e genitori, indicazioni sull’uso sicuro delle immagini online e riferimenti alle pillole informative EDPB, come la dichiarazione sulle garanzie dell’età pubblicata nel febbraio 2025. Video didattici completano il quadro formativo. Il messaggio istituzionale rimane costante: educare alla consapevolezza digitale rappresenta la prima difesa contro abusi, truffe, manipolazioni e violazioni dei dati. L’informazione riduce drasticamente il rischio individuale e collettivo.
Diritti utenti e principi GDPR
La guida dedica un’ampia sezione ai diritti degli utenti. Il GDPR regola i trattamenti dei dati personali in tutte le forme: raccolta, archiviazione, analisi, condivisione. Vengono ricordati i principi fondamentali: liceità, trasparenza, minimizzazione, responsabilizzazione. Il titolare del trattamento deve specificare finalità, basi giuridiche, tempi di conservazione e modalità di cancellazione. Le basi giuridiche includono consenso, contratto e obblighi normativi. Il consenso deve essere specifico, esplicito e revocabile. Gli utenti hanno diritto di accesso, rettifica, cancellazione, opposizione e limitazione. Possono rivolgersi al Garante quando le risposte del titolare risultano insufficienti. La guida invita a esercitare questi diritti con regolarità, soprattutto in presenza di piattaforme che accumulano dati in modo invasivo.
Rischi emergenti e prevenzione
La diffusione dell’intelligenza artificiale rafforza rischi come deep fake, deep nude e revenge porn. La guida invita a riflettere su chi possa accedere ai profili dei minori, quali immagini possano diventare compromettenti nel futuro, come gestire il rapporto tra genitori e figli nell’educazione digitale. Anche i lavoratori sono chiamati a valutare la trasparenza dei propri profili, consapevoli che molte aziende eseguono controlli preliminari sui social. Le “pillole di protezione dati” spiegano concetti complessi in lingue semplici, rendendo il GDPR uno strumento di autodifesa e non solo un atto normativo.
Risorse online e contatti Garante
Il documento conclude ricordando gli strumenti di supporto disponibili: il sito gpdp.it, i contatti URP, gli orari di ricevimento e il ruolo del Collegio dell’autorità. La pubblicazione di novembre 2025 si inserisce in un quadro istituzionale più ampio che mira a prevenire violazioni, diffondere cultura digitale e rendere gli utenti protagonisti della propria sicurezza.