OpenSUSE introduce Agama 18, un installer web-based rinnovato con una interfaccia storage più pulita e intuitiva, mentre Hp rilascia Hplip 3.25.8 aggiungendo compatibilità ai nuovi modelli LaserJet Enterprise. Nel primo periodo compaiono tutte le parole chiave principali: Agama 18, openSUSE, Hplip 3.25.8, Hp printer, installer Linux, storage UI, supporto printer. Queste due release, arrivate entrambe nel novembre 2025, rafforzano l’ecosistema Linux su fronti complementari: da un lato un installer moderno, orientato a usabilità e automazione, dall’altro un aggiornamento driver che amplia il supporto hardware in contesti enterprise. Agama 18 rappresenta un’evoluzione importante del progetto openSUSE, con una pagina storage ridisegnata, validazione JSON locale e un miglioramento nella gestione dei dispositivi DASD per ambienti System/390. Hplip 3.25.8, invece, introduce il supporto per nuove stampanti LaserJet Enterprise, modificando anche il comportamento relativo ai certificati digitali. Insieme, questi aggiornamenti testimoniano come Linux continui a espandere interoperabilità e facilità d’uso, soprattutto nei contesti professionali e nei sistemi ibridi dove serve stabilità e hardware certificato.
Cosa leggere
Funzionalità principali di Agama 18
Il team openSUSE presenta Agama 18 come un installer di nuova generazione, costruito per sostituire gradualmente i flussi tradizionali basati su YaST nelle immagini live dedicate. Agama avvia il processo direttamente da un’ISO live, consentendo agli utenti di installare distribuzioni come Tumbleweed, Slowroll e MicroOS. La novità più evidente riguarda la pagina di configurazione dello storage, ridisegnata per permettere una visione molto più chiara delle partizioni, dei dischi e delle operazioni di formattazione. Il layout separa le informazioni essenziali dalle opzioni avanzate, riducendo la possibilità di errori, soprattutto per utenti meno esperti.

Una delle innovazioni tecniche più significative è il miglioramento del supporto ai dispositivi DASD su architetture mainframe System/390, dove gli amministratori possono configurare più unità senza passaggi macchinosi. Agama introduce anche una validazione locale dei profili JSON, fondamentale per chi lavora con installazioni automatizzate: gli utenti possono verificare rapidamente struttura e compatibilità dei file prima dell’esecuzione. Lo strumento integra inoltre risposte dirette alle domande di setup nei file JSON, migliorando automazione e riproducibilità. Un altro aspetto centrale è la capacità di aggiungere o rimuovere pattern di installazione senza sovrascrivere interi set predefiniti, offrendo granularità molto utile in ambienti enterprise. Agama si connette ai repository self-update di SUSE Linux Enterprise, consentendo di aggiornare pacchetti nell’ambiente di installazione stessa. Questo permette di testare versioni alpha come SUSE Linux Enterprise 16.1 e openSUSE Leap 16.1 senza dover attendere snapshot dedicati. Parallelamente, openSUSE abbandona l’architettura i586, concentrando lo sviluppo su piattaforme moderne come x86_64, AArch64, ppc64le e s390x, con l’obiettivo di ridurre complessità di manutenzione e massimizzare compatibilità hardware.
Miglioramenti all’interfaccia storage in Agama
Il rinnovamento dello storage rappresenta una delle componenti più apprezzate di Agama 18, perché affronta un nodo centrale: rendere accessibile una delle aree più delicate del processo di installazione. La nuova interfaccia visualizza dischi e partizioni in modo immediato, raggruppando informazioni correlate in blocchi omogenei. Gli utenti trovano sezioni dedicate a formattazione, mount point e dimensioni, evitando flussi confusi o schermate sovrapposte. Questo riduce gli errori frequenti legati ai filesystem e migliora l’esperienza iniziale di chi installa Linux per la prima volta. Il supporto avanzato ai dispositivi DASD si integra perfettamente in questa nuova interfaccia, permettendo una gestione fluida anche in ambienti mainframe.

Agama rileva automaticamente le unità collegate e mostra solo le opzioni coerenti con la piattaforma, evitando scelte incompatibili. Gli sviluppatori spiegano che l’interfaccia è stata testata intensivamente con feedback della community, proprio per garantire equilibrio tra funzionalità e semplicità. Il sistema continua a sfruttare la validazione JSON offline, che permette di eseguire controlli sui profili prima dell’installazione. Questo risulta fondamentale per deployment su larga scala o per infrastrutture basate su automazione dichiarativa. L’integrazione con i repository SUSE consente anche di effettuare installazioni sempre aggiornate, riducendo il bisogno di patch successive.
Supporto distribuzioni e architetture in Agama 18
Agama 18 si allinea pienamente alle priorità del progetto openSUSE, supportando Tumbleweed, Slowroll e MicroOS, con YaST che rimane disponibile per le immagini standard. L’abbandono dell’architettura i586 permette al team di concentrare gli sforzi sulle piattaforme più rilevanti: x86_64 per desktop e laptop comuni, AArch64 per dispositivi ARM, ppc64le per server PowerPC e s390x per mainframe IBM. Questa scelta semplifica lo sviluppo e apre la strada a un installer più ottimizzato. Agama integra nei profili JSON la gestione delle risposte interattive, così da eliminare la necessità di script post-installazione complicati. L’aggiunta selettiva dei pattern consente cambiamenti granulari mantenendo stabilità delle configurazioni preesistenti. I repository self-update permettono inoltre di integrare versioni alpha delle future release di SUSE, ad esempio SUSE Linux Enterprise 16.1, facilitando test precoci in ambienti professionali. La rimozione della distribuzione Kalpa dall’elenco di quelle supportate indica un focus più netto sul core del progetto, evitando frammentazione. Gli utenti possono scaricare le immagini ISO di Agama direttamente da GitHub, mentre blog e changelog ufficiali documentano ogni dettaglio.
Novità in Hp Hplip 3.25.8
Parallelamente, Hp rilascia Hplip 3.25.8, aggiornamento del pacchetto Linux per stampa e scansione che amplia il supporto ai nuovi modelli LaserJet Enterprise. L’update include la compatibilità con stampanti come LaserJet 5501, LaserJet MFP 5601, LaserJet 6500 e varianti collegate. Queste macchine rappresentano la fascia avanzata del catalogo Hp, progettate per ambienti con volumi elevati e workflow complessi. Il supporto fornito da Hplip facilita l’integrazione delle stampanti enterprise nei sistemi Linux, mantenendo piena interoperabilità con il motore CUPS. La versione 3.25.8 non introduce nuove distribuzioni supportate, ma modifica in modo significativo il processo di verifica dei certificati digitali, invitando gli utenti a consultare la documentazione aggiornata. Questo cambiamento impatta soprattutto gli amministratori che gestiscono reti con stampanti multiple e procedure di stampa sicura. Gli utenti installano Hplip tramite il classico installer automatico scaricato dal sito Hp, che rileva distribuzione e versione, gestisce dipendenze, installa plugin e prepara l’ambiente per stampa e scansione. Il tool resta compatibile con sistemi come Ubuntu, Fedora, Debian e derivati Red Hat, anche se gli aggiornamenti per alcune piattaforme – come AlmaLinux 9.5 e 9.6 – restano affidati alle versioni precedenti.
Printer supportati da Hplip 3.25.8
L’elenco dei modelli compatibili nella release 3.25.8 si concentra sui sistemi LaserJet Enterprise, includendo dispositivi multifunzione ad alta capacità, modelli con gestione fax, soluzioni per team numerosi e stampanti ottimizzate per scenari di volume elevato. Questi modelli, come LaserJet Enterprise Flow MFP 8601z, MFP 5601dn, 6500dn e successive varianti, evidenziano l’attenzione di Hp verso sistemi professionali. L’integrazione con Hplip consente una configurazione immediata, l’uso di funzioni avanzate e una gestione unificata dei driver in Linux.
Installazione di Hplip su distribuzioni Linux
Il processo di installazione segue il tradizionale comando tramite script .run, che si occupa di scaricare plugin, verificare dipendenze, configurare driver e attivare soluzioni di scansione. Hp sottolinea l’importanza di prestare attenzione alle modifiche nei certificati, invitando gli amministratori a consultare le note di rilascio. Lo script supporta numerose distribuzioni e si integra con CUPS per gestione completa delle code di stampa. Gli utenti verificano i modelli supportati prima dell’installazione e testano stampa e scansione subito dopo il setup.
Implicazioni per utenti Linux enterprise
Agama 18 e Hplip 3.25.8 offrono vantaggi complementari per gli utenti Linux in ambito enterprise. Da un lato, l’installer openSUSE rende più semplice la gestione di infrastrutture complesse grazie a uno storage più intuitivo, al supporto dei mainframe e alla validazione JSON. Dall’altro, il nuovo Hplip abilita compatibilità aggiornata con stampanti professionali, fondamentali in uffici e reparti ad alta produttività. Entrambi i rilasci consolidano Linux come piattaforma affidabile sia per server che per ambienti desktop professionali.