Valve concentra la propria strategia hardware sul futuro del Steam Deck 2, un dispositivo che arriverà solo con chip di nuova generazione capaci di triplicare la performance per watt rispetto al modello attuale. Questo approccio ridefinisce il concetto di portatile da gaming e si integra con il lancio dello Steam Machine, la nuova console da salotto senza sussidi, costruita come un PC compatto ottimizzato da SteamOS. Le due piattaforme si inseriscono in un contesto finanziario straordinario, con 46 milioni di euro per dipendente e ricavi superiori a 15,6 miliardi di euro, grazie a un ecosistema che unisce hardware, software e personalizzazione avanzata. Le richieste ingegneristiche, le scelte di silicio, i vincoli energetici e la modularità dei prodotti mostrano una strategia coerente orientata a efficienza, continuità e libertà dell’utente.
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Requisiti radicali per Steam Deck 2
Valve definisce criteri estremi per il successore del portatile. Pierre-Loup Griffais dichiara che il nuovo modello richiede un salto triplo nelle prestazioni per watt, condizione imprescindibile per mantenere la stessa autonomia e offrire un’esperienza realmente next-gen. L’attuale Steam Deck utilizza l’AMD Z1 Extreme, basato su CPU Zen 2 e GPU RDNA 2, già migliorato nella variante OLED che introduce un chip ottimizzato per gli scenari a basso wattaggio. Valve prova alcune alternative. La APU Strix Halo, con 40 Compute Unit RDNA 3.5, eguaglia in potenza una RTX 4060 laptop, ma consuma troppo per un portatile. Il limite imposto è netto: TDP massimo 15W. Il risultato richiesto è altrettanto chiaro: 1080p a 60 FPS con FSR 4, sostituendo l’attuale baseline di 720p a 30 FPS. L’azienda rifiuta incrementi del 20, 30 o 50%, considerandoli insufficienti per definire un salto generazionale. Valve collabora con AMD su una APU realmente custom in cui CPU, GPU, bandwidth e consumi siano bilanciati in modo specifico. Le soluzioni “off-the-shelf” falliscono questi requisiti. Alcune ipotesi includono architetture RDNA 5 o successive, con timeline pluriennale. Griffais conferma che Valve evita cicli annuali e ribadisce che prima del 2027 è improbabile vedere un nuovo modello. Alcuni rumor suggeriscono persino un’opzione ARM con grafica UDNA, se i consumi lo permetteranno. Il concetto di Steam Deck 2 non è un refresh: è un redesign strutturale. L’obiettivo rimane la portabilità senza compromessi, un sistema standalone che non dipenda da cloud gaming o da caricabatterie continui. La batteria non aumenta significativamente e la priorità resta la densità energetica del silicio, non il volume del dispositivo.
Strategia prezzi e posizionamento dello Steam Machine
Parallelamente, Valve presenta lo Steam Machine, un dispositivo da salotto costruito come un PC compatto. Griffais conferma che, a differenza delle console tradizionali, Valve non applica sussidi sull’hardware. Xbox, PlayStation e molte console portatili compensano le perdite vendendo software, ma la Steam Machine viene posizionata con prezzi coerenti al mercato PC. Le stime collocano il prezzo tra 640 e 690 euro, in linea con un PC custom equivalente. L’assenza di sussidi evita che Valve debba recuperare margini tramite vendite di software, pur beneficiando comunque della commissione del 30% su Steam. Lawrence Yang ribadisce che la filosofia è “matchare il landscape PC”, evitando distorsioni tipiche dell’industria console. Le caratteristiche tecniche rientrano nella categoria premium: form factor estremamente compatto, silenziosità quasi impercettibile, quattro antenne Bluetooth per controller multipli, compatibilità HDMI CEC per controllare la TV con un solo telecomando e una APU AMD semi-custom paragonata a PS5 per efficienza e stabilità. In alcuni scenari, SteamOS su Linux supera Windows in performance grazie a un’ottimizzazione diretta per Vulkan e Proton. La memoria rimane un punto critico. Il mercato DRAM è afflitto da rincari legati alla domanda AI, con un potenziale shortage previsto per il 2026. Yang suggerisce che il prezzo base possa scendere a 550-600 euro in caso di stabilizzazione, ma resta incerto.
Personalizzazioni modulari e apertura dell’ecosistema Steam Machine
Valve enfatizza la modularità come valore chiave. Lo Steam Machine adotta un faceplate rimovibile, che abilita una serie di personalizzazioni uniche. Dbrand annuncia una skin ufficiale Companion Cube ispirata a Portal, mentre Jsaux lavora a un faceplate e-ink capace di mostrare informazioni dinamiche. Un’altra opzione include un display dot-matrix retro, pensato per evocare estetiche arcade. Valve alimenta il fenomeno rilasciando file CAD ufficiali per stampe 3D, permettendo agli utenti di produrre coperture personalizzate. Questo approccio open replica lo stile già applicato al Steam Deck e al Steam Controller. La filosofia rimane la stessa: la community fa parte del design.

Oltre all’estetica, la modularità riguarda anche la struttura interna. L’unità prevede storage M.2 2280 espandibile, con configurazioni di default da 512 GB e 2 TB. La RAM SODIMM da 16 GB è sostituibile, caratteristica rara nelle console. Il software non è bloccato: gli utenti possono riformattare, reinstallare e utilizzare anche altri sistemi operativi senza restrizioni. Il pre-lancio genera un entusiasmo evidente nella community di Steam. La libreria vasta, unita alle possibilità di modding, crea un ecosistema che unisce casual gamer e utenti esperti. Dbrand conferma che la skin Companion Cube ha ricevuto credito ufficiale da Valve, mentre Jsaux annuncia ulteriori accessori nella roadmap.
Ricavi record e produttività senza precedenti
Valve domina il settore non solo sul piano tecnico ma anche finanziario. Le proiezioni del 2025 indicano 15,6 miliardi di euro di ricavi, di cui 14,9 miliardi generati da Steam. Con 350 dipendenti, la produttività raggiunge 46 milioni di euro per persona, superando le metriche di giganti come Microsoft Gaming (16,5 milioni), Google, Amazon e Meta. Apple segue a distanza con 2,2 milioni. Questi numeri trovano conferma in dati storici. Il celebre Handbook del 2012 evidenziava già una redditività superiore alla media del settore, una struttura aziendale completamente flat e stipendi straordinariamente competitivi. Nel 2021, Valve ha speso 413 milioni di euro in salari, con una media di 1,2 milioni per dipendente.
La mancanza di struttura gerarchica evita colli di bottiglia e incentiva decisioni rapide. L’azienda privata non risponde a pressioni azionarie e può investire in R&D con libertà totale. Questo modello permette a Valve di attendere il silicio ideale per il Deck 2 senza retrocedere su compromessi commerciali. La combinazione di ricavi elevati e spese ponderate consente investimenti in hardware rischiosi come Steam Machine e progetti sperimentali. Lo Steam Deck originale, alimentato da una APU AMD custom e potenziato con l’upgrade OLED, rimane un successo commerciale e definisce la roadmap dei dispositivi futuri.
Valve consolida la leadership nel gaming PC
Valve crea un ecosistema in cui hardware e software si integrano con coerenza. Lo Steam Deck trasforma il concetto di portatile da gaming, mentre lo Steam Machine rivoluziona la fruizione da salotto. L’efficienza energetica diventa l’elemento decisivo per la seconda generazione di Deck, mentre il design modulare spinge lo Steam Machine verso un ruolo da hub domestico. La concorrenza nel settore handheld aumenta, con dispositivi come ROG Ally e Lenovo Legion. Tuttavia, Valve mantiene un vantaggio determinante grazie a SteamOS, ottimizzato nativamente per gaming e compatibile con migliaia di titoli tramite Proton. In salotto, la silenziosità e il supporto Bluetooth avanzato offrono un’esperienza immediata.

Le personalizzazioni estetiche e funzionali diventano parte del valore del prodotto, grazie a cover e display intercambiabili. La community abbraccia questi strumenti, creando migliaia di design e mod. Il tema Portal con il Companion Cube diventa virale, mentre i pannelli e-ink e dot-matrix definiscono una nuova estetica hardware. Sul fronte tecnologico, la collaborazione con AMD su una APU truly custom per Steam Deck 2 rappresenta la sfida principale. Valve richiede un equilibrio tra potenza, consumo e dissipazione compatibile con un TDP di soli 15 W. Le architetture attuali non soddisfano questo requisito e la roadmap slitta naturalmente. L’azienda costruisce un modello sostenuto da ricavi stabili, community attiva e hardware innovativo. Il risultato è una posizione dominante nel mercato PC gaming, con un percorso evolutivo chiaro: nessuna fretta, nessun compromesso, solo avanzamenti che giustifichino il nome “next-gen”.