Il filtro anti-spoofing previsto da AGCOM entra nella sua fase più estesa e i primi dati mostrano un fenomeno molto più vasto del previsto. Dal 19 novembre, con l’avvio della seconda fase della delibera n.106/25/CONS, gli operatori mobili hanno attivato il blocco delle chiamate provenienti dall’estero che utilizzano numerazioni italiane mobili, escludendo solo i clienti effettivamente in roaming. Il sistema blocca quindi le chiamate che simulano numeri italiani dall’estero, una pratica illegale che alimenta truffe telefoniche, raggiri commerciali e operazioni fraudolente su larga scala. Nel primo periodo di applicazione, i gestori hanno registrato percentuali di blocco altissime, confermando quanto lo spoofing internazionale sia diventato un vettore primario delle frodi telefoniche. La seconda fase segue quella del 19 agosto, quando era stato attivato il blocco per le numerazioni fisse. Nei giorni successivi al nuovo avvio, gli operatori hanno comunicato volumi imponenti di traffico illecito intercettato, con milioni di chiamate bloccate ogni giorno e punte giornaliere che superano l’80% delle telefonate in ingresso su alcune reti. I dati mostrano inoltre uno spostamento rapido della criminalità verso numerazioni internazionali non bloccabili, un cambiamento che impone maggiore vigilanza ai cittadini e un’azione regolatoria continuativa.
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I primi risultati del filtro anti-spoofing sulle reti mobili
La seconda fase del filtro anti-spoofing segna un passaggio decisivo nel contrasto alle chiamate illecite che sfruttano numerazioni italiane dall’estero.
L’Autorità ha previsto il blocco automatico per tutte le chiamate mobili provenienti dall’estero con numeri italiani, tranne quelle di utenti in roaming, evitando interruzioni nel traffico legittimo. Questo intervento amplia il perimetro della prima fase, attiva dal 19 agosto, che aveva già eliminato le chiamate spoofing su numerazioni fisse provenienti dall’estero.
Con il nuovo sistema, gli operatori segnalano un immediato incremento del traffico bloccato, evidenziando una presenza significativa di chiamate fraudolente che prima della misura riuscivano a raggiungere gli utenti italiani.
L’impatto sulle reti mobili e la crescita del blocco automatico
Un primo gestore ha comunicato che, tra il 19 e il 21 novembre, il filtro ha bloccato 8,1 milioni di chiamate spoofing provenienti da rete mobile, pari a una media giornaliera di 2,7 milioni. Nel weekend successivo, tra il 22 e il 23 novembre, il sistema ha fermato altre 2,6 milioni di chiamate, segno di un fenomeno continuo e diffuso. Un secondo operatore, nello stesso periodo, ha bloccato 8,3 milioni di chiamate su 17 milioni ricevute, mostrando un’incidenza del 50% di traffico mobile classificato come spoofing. Un terzo gestore, nella sola giornata del 21 novembre, ha richiesto il blocco di 2,9 milioni di chiamate su 3,15 milioni totali, raggiungendo un tasso vicino al 90%. Un quarto operatore, tra il 20 e il 23 novembre, ha bloccato 650.000 chiamate su 940.000 ricevute, con una media giornaliera di 162.000 interventi e una percentuale del 70%. Questi dati, seppur preliminari, mostrano come il filtro intercetti la maggior parte del traffico illecito, impedendo che raggiunga gli utenti e riducendo il rischio di raggiri e truffe.
Il confronto con la prima fase del filtro e l’aumento delle chiamate bloccate
Il totale dei blocchi effettuati dai quattro principali operatori tra il 19 e il 21 novembre raggiunge una media complessiva di 7,46 milioni di chiamate al giorno. Questo valore è circa sei volte superiore ai numeri registrati nella prima fase del filtro, quando venivano bloccate in media 1,3 milioni di chiamate fisse al giorno. L’ampliamento del perimetro alle numerazioni mobili ha quindi evidenziato quanto lo spoofing mobile rappresenti un segmento essenziale dell’attività fraudolenta. Il dato è significativo anche per comprendere la portata economica delle truffe telefoniche che sfruttano numerazioni fasulle e tecniche di manipolazione dell’identità del chiamante per ingannare gli utenti. L’Autorità ha annunciato che, dopo un periodo più esteso di applicazione, pubblicherà una rilevazione complessiva dei blocchi preventivi, utile per monitorare l’evoluzione del fenomeno e calibrare eventuali ulteriori interventi.
Percentuali di traffico illecito e spostamento verso numerazioni internazionali
Le percentuali di chiamate illecite bloccate variano sensibilmente tra gli operatori, ma mostrano livelli molto elevati. Alcune reti intercettano il 50% delle chiamate come traffico illecito, altre raggiungono il 70%, e in casi estremi si arriva a punte del 90%. Questi numeri indicano che una quota consistente delle chiamate provenienti dall’estero con numerazioni italiane era effettivamente utilizzata per attività illegali. Secondo l’Autorità, una parte significativa dello spoofing ha origine fuori dai confini nazionali, sfruttando l’impossibilità per gli utenti di distinguere visivamente tra numeri legittimi e numeri manipolati. Con l’attivazione del blocco sulle numerazioni mobili, emerge un fenomeno collaterale: la criminalità telefonica sta orientando le sue operazioni verso numerazioni internazionali reali, che l’attuale quadro normativo non consente di bloccare automaticamente. Questo spostamento richiede particolare attenzione da parte dei cittadini, che rischiano di ricevere offerte commerciali fraudolente o tentativi di acquisizione indebita di dati personali tramite chiamate apparentemente regolari.
Attività di vigilanza e contrasto allo spoofing di origine nazionale
L’Autorità sottolinea inoltre che si potrebbe assistere a un aumento dello spoofing originato in Italia, poiché la misura rende più difficile sfruttare numerazioni italiane dall’estero. In questo scenario, la tracciabilità delle chiamate interne consente una rapida individuazione dei responsabili, permettendo di applicare sanzioni attraverso un impianto regolamentare già consolidato. La vigilanza proseguirà in collaborazione con le istituzioni competenti, con l’obiettivo di contenere l’evoluzione delle tecniche di manipolazione del numero chiamante e garantire la sicurezza delle comunicazioni. L’attività di controllo sarà centrale anche per prevenire abusi da parte di centri di intermediazione telefonica o reti di telemarketing che potrebbero tentare di aggirare le nuove restrizioni.