Viasat sotto attacco: Salt Typhoon compromette reti globali

di Livio Varriale
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Il gruppo Salt Typhoon, legato al governo cinese, ha condotto un attacco informatico sofisticato ai danni del colosso delle telecomunicazioni satellitari Viasat, compromettendo una parte delle reti aziendali globali senza però impattare la fornitura diretta dei servizi ai clienti. La vicenda, confermata da comunicati ufficiali e dettagliata in report di settore, rappresenta un caso emblematico di minaccia avanzata rivolta a infrastrutture critiche occidentali in un contesto di crescente rivalità tra grandi potenze.

Dinamica dell’attacco Salt Typhoon: accesso iniziale, movimento laterale e obiettivi

L’attacco a Viasat è stato attribuito al gruppo di cyber spionaggio Salt Typhoon (conosciuto anche come APT41), operativo per conto delle autorità cinesi. Gli aggressori sono riusciti a ottenere un accesso iniziale alle reti interne sfruttando vulnerabilità zero-day o credenziali compromesse, seguito da un movimento laterale coordinato per individuare dati sensibili, configurazioni di rete e informazioni strategiche legate alle operazioni satellitari. Secondo le indagini, non si sono verificate interruzioni dei servizi satellitari né accessi ai sistemi operativi dei clienti, ma sono state confermate intrusioni nei segmenti corporate IT e raccolta di dati non classificati ma potenzialmente rilevanti per la sicurezza e la competitività.

Implicazioni sulla sicurezza delle infrastrutture satellitari e risposta aziendale

L’attacco Salt Typhoon contro Viasat mette in evidenza la vulnerabilità delle infrastrutture satellitari anche quando non direttamente colpite nei nodi operativi di servizio. Gli attori statali mirano sempre più spesso a bersagli “soft” come i sistemi IT aziendali per raccogliere informazioni, preparare attacchi futuri o esercitare pressione geopolitica.

Viasat ha dichiarato di aver immediatamente avviato tutte le procedure di mitigazione, incluso l’isolamento delle reti compromesse, la revisione delle credenziali e la collaborazione con le autorità federali e agenzie di cybersecurity. L’azienda ha assicurato che la sicurezza delle operazioni satellitari, il funzionamento delle comunicazioni e la protezione dei dati dei clienti non hanno subito impatti. Tuttavia, l’incidente riafferma l’urgenza di rafforzare le difese di tutte le componenti digitali, compresi i segmenti amministrativi e corporate, spesso meno presidiati rispetto ai core network.

Scenario globale: spionaggio, supply chain e sicurezza critica

Il caso Viasat rientra in una tendenza più ampia di operazioni di spionaggio informatico mirate a soggetti strategici in settori come telecomunicazioni, energia, difesa e servizi satellitari. La raccolta di dati da sistemi IT “periferici” può favorire campagne future più invasive, facilitare l’ingegneria sociale e la compromissione della supply chain globale. La crescente interconnessione tra reti terrestri, satellitari e servizi cloud moltiplica la superficie di attacco e richiede strategie integrate di difesa, threat hunting proattivo e collaborazione internazionale tra operatori, fornitori e governi.

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L’attacco Salt Typhoon a Viasat sottolinea la necessità di integrare difese multilivello anche nei segmenti IT non direttamente legati all’erogazione dei servizi critici. Sistemi di monitoraggio avanzati, segmentazione delle reti e processi di audit continui risultano fondamentali per prevenire, individuare e mitigare tentativi di compromissione anche da parte di attori statali sofisticati, proteggendo così la resilienza delle infrastrutture digitali strategiche.

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