Metasuperfici emergono come processori quantistici innovativi

di Lorenzo De Santis matricedigitale.it
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La computazione quantistica ottica conosce una svolta decisiva grazie alle metasuperfici, strutture piatte e nanostrutturate che dimostrano la capacità di generare entanglement fotonico e processare informazione quantistica senza la necessità di componenti ottici convenzionali. Il team della Harvard John A. Paulson School of Engineering and Applied Sciences, guidato da Federico Capasso in collaborazione con Marko Lončar, sviluppa un dispositivo compatto in grado di manipolare fotoni con precisione nanometrica, operando a temperatura ambiente e riducendo drasticamente la complessità dei setup ottici tradizionali. Queste metasuperfici non si limitano a replicare funzioni ottiche esistenti: integrano in un unico piano bidimensionale le operazioni necessarie per il controllo e l’interferenza quantistica dei fotoni, eliminando beam splitter, specchi e componenti bulk. Con l’appoggio del Center for Nanoscale Systems di Harvard, i ricercatori incidono pattern a scala subwavelength per gestire fase, polarizzazione e ampiezza della luce incidente. Questo consente la creazione di stati entangled a più fotoni e supporta architetture di computazione quantistica fotonica scalabili e robuste.

Il team di ricerca e il modello Harvard

Il progetto nasce dall’esperienza di Federico Capasso, già noto per le sue ricerche pionieristiche sulle metasuperfici. Insieme a Kerolos M.A. Yousef, primo autore e giovane scienziato del gruppo, Capasso esplora come queste strutture possano gestire stati quantistici fotonici in modo diretto. Yousef integra nei modelli teorici l’approccio della teoria dei grafi, trasformando i tradizionali schemi interferometrici in rappresentazioni matematiche semplificate e scalabili.

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Accanto a loro lavora Marko Lončar, esperto in ottica quantistica e fotonica integrata, che fornisce strumenti fondamentali per la manipolazione coerente della luce. Il team si avvale anche del supporto di Neal Sinclair, research scientist che valuta l’impatto delle metasuperfici in termini di scalabilità e prestazioni rispetto alle piattaforme superconduttrici. Tutti gli esperimenti vengono condotti nei laboratori della Harvard SEAS, con il contributo tecnico del Center for Nanoscale Systems, e vengono finanziati dall’Air Force Office of Scientific Research e dalla National Science Foundation. I risultati, pubblicati su Science con DOI 10.1126/science.adw8404, rappresentano una milestone nella ricerca quantistica e indicano che queste superfici piatte possono agire come elaboratori logici per fotoni, senza necessità di criogenia o allineamenti meccanici di precisione.

Principi fisici e modello teorico

Le metasuperfici funzionano come array nanostrutturati in grado di modulare in modo puntuale la fase e l’ampiezza dell’onda luminosa, a partire da fotoni singoli o multipli. A differenza delle classiche waveguide o cavità ottiche, queste strutture operano in regime subwavelength, generando interferenze controllate che possono essere mappate su configurazioni di entanglement.

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La teoria dei grafi entra in gioco come strumento per descrivere e prevedere il comportamento di questi sistemi: i nodi rappresentano punti di interferenza o “porte quantistiche”, mentre le connessioni modellano i possibili percorsi dei fotoni nel dispositivo. Questo approccio consente di semplificare la simulazione di entanglement multi-fotone, problema che in altre architetture scala in modo esponenziale con il numero di qubit. I fotoni vengono manipolati per ottenere superposizione quantistica, entanglement a due o più qubit, e altre operazioni chiave della computazione quantistica. Le proprietà come polarizzazione e fase relativa sono controllate attraverso design precisi, sviluppati mediante algoritmi grafici ottimizzati.

Metodologie sperimentali e simulazioni

Gli scienziati impiegano litografia elettronica e tecniche di etching nanoscale per incidere pattern su materiali semiconduttori, creando metasuperfici in grado di modulare in tempo reale le caratteristiche della luce. Gli esperimenti si svolgono in camere ottiche in cui i fotoni vengono indirizzati su questi dispositivi e osservati in uscita per determinare la fidelity dell’entanglement e la resistenza a errori di allineamento. I modelli teorici sviluppati da Yousef si fondano su simulazioni matematiche basate su grafi, che permettono di prevedere gli stati finali senza dover costruire fisicamente ogni configurazione. Queste previsioni vengono poi validate sperimentalmente, con misure di luminosità, polarizzazione e interferenza, confermando l’efficacia del modello. L’approccio ibrido tra teoria e pratica consente al team di scalare rapidamente la complessità dei circuiti quantistici, sostituendo catene di beam splitter e mirror con pattern unici su un’unica superficie planare.

Risultati e milestone scientifiche

La ricerca dimostra che le metasuperfici possono replicare e superare in efficienza i tradizionali setup ottici bulk. In un solo chip ottico, il team è riuscito a realizzare stati entangled multi-qubit, a dimostrare interferenze coerenti e a ridurre sensibilità agli errori di fabbricazione. Il tutto con un costo inferiore e una miniaturizzazione spinta, fattori cruciali per la futura industrializzazione. La robustezza meccanica, l’assenza di componenti mobili e l’operatività a temperatura ambiente pongono le metasuperfici in netto vantaggio rispetto a piattaforme atomiche o superconduttrici, che richiedono criogenia o ambienti ultra-isolati. In termini di efficienza, le misure mostrano optical loss minimali e elevata stabilità nel tempo, con l’abilità di mantenere stati entangled anche in presenza di disturbi ambientali. Questi risultati segnano un cambio di paradigma nella fotonica quantistica, consentendo non solo l’elaborazione ma anche la distribuzione su rete dell’informazione quantistica.

Impatti applicativi: dai computer quantistici ai sensori

Le metasuperfici quantistiche aprono scenari fino a ieri confinati a prototipi di laboratorio. La loro scalabilità e versatilità rendono possibile lo sviluppo di computer quantistici ottici a temperatura ambiente, superando i limiti logistici e infrastrutturali delle soluzioni attuali. Le implicazioni immediate toccano la comunicazione quantistica sicura, la costruzione di reti quantistiche urbane, e l’integrazione in lab-on-a-chip per il sensing di precisione. La compatibilità con sistemi esistenti e la fabbricazione su scala wafer aprono alla produzione industriale per applicazioni mediche, scientifiche e militari. Anche nel settore del quantum sensing, le metasuperfici promettono una nuova generazione di dispositivi in grado di rilevare variazioni minime di campo elettromagnetico o vibrazioni meccaniche, sfruttando entanglement fotonico come strumento di misura ad altissima sensibilità.

Sfide e prospettive future

Nonostante i successi, rimangono sfide significative: il controllo di sistemi multi-qubit fotonici richiede modelli sempre più sofisticati, e il rumore ambientale rappresenta ancora un fattore di disturbo da mitigare. Tuttavia, grazie alla teoria dei grafi e all’evoluzione degli algoritmi di simulazione, il percorso verso dispositivi realmente scalabili sembra tracciato. Le prossime ricerche punteranno all’integrazione con circuiti elettronici quantistici ibridi, alla connessione tra chip fotonici, e allo sviluppo di materiali più resilienti. L’approccio interdisciplinare di Harvard, che unisce fisica applicata, ingegneria, matematica e design computazionale, fa da apripista per futuri consorzi accademici-industriali.

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