Chrome, Brave e Firefox introducono funzionalità intelligenti

di Redazione
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Il panorama dei browser web ha registrato un’accelerazione significativa in termini di innovazione, spingendo la tecnologia di navigazione ben oltre i consueti aggiornamenti di compatibilità. Le ultime versioni di Chrome, Brave e Firefox hanno infatti introdotto funzionalità intelligenti, miglioramenti prestazionali tangibili e interventi cruciali in ambito sicurezza, confermando il ruolo centrale che queste piattaforme rivestono nell’esperienza digitale quotidiana. Mentre Google ha rilasciato aggiornamenti Dev e Beta per Chrome su tutte le piattaforme, Brave ha sorpreso il settore mobile con miglioramenti energetici rilevanti, e Mozilla, con Firefox 141.0, ha inaugurato una nuova era di AI on-device che segna un distacco netto dal paradigma cloud-centrico.

Chrome accelera con AI Mode e sicurezza mirata

Google ha aggiornato Chrome Dev alla build 140.0.7312.0 per desktop e 140.0.7313.0 su Android, integrando modifiche provenienti direttamente dal ramo Chromium e invitando attivamente la community a segnalare anomalie tramite strumenti ufficiali. La versione Beta, distribuita nella release 139.0.7258.52 su desktop e nella variante .51 su Android e iOS, ha portato significativi miglioramenti all’usabilità, compresa la riduzione della latenza nella digitazione e nella gestione delle tab, nonché l’introduzione della conversione automatica di unità direttamente dalla barra degli indirizzi, funzione che rappresenta una convergenza competitiva con l’analoga proposta di Firefox.

ChromeOS
ChromeOS

Sul fronte della sicurezza, ChromeOS ha ricevuto una versione stabile, identificata come 16238.62.0, accompagnata dal browser Chromium 136.0.7103.150. Questo aggiornamento ha risolto diverse vulnerabilità classificate ad alta criticità, tra cui la CVE-2025-6044 legata all’uso dello stylus dopo il lock screen, e altri exploit come CVE-2025-6555 e CVE-2025-7657, relativi a use-after-free nelle librerie di rendering grafico e WebRTC. L’aggiornamento ha inoltre migliorato la gestione della memoria nei sistemi Linux, in parallelo con sforzi simili già intrapresi da Mozilla, dimostrando una convergenza tra i due ecosistemi. Parallelamente, Chrome ha introdotto una versione preliminare dell’AI Mode direttamente nella New Tab Page. Si tratta di una funzione che integra modelli come Gemini 2.5 Pro all’interno del flusso di ricerca, consentendo agli utenti di avviare sessioni AI tramite un’interfaccia semplificata e animata, caratterizzata da shortcut dinamici a forma di pillola. Google ha inoltre attivato il supporto alla Deep Search per gli abbonati AI Pro e Ultra, riducendo la necessità di accedere manualmente alla homepage per sfruttare appieno le potenzialità di Gemini.

Firefox 141.0 inaugura la stagione dell’AI locale

Mozilla ha pubblicato la versione 141.0 del proprio browser il 22 luglio, e con essa ha introdotto uno dei cambiamenti più significativi degli ultimi anni: un sistema di intelligenza artificiale locale capace di analizzare e raggruppare automaticamente le tab aperte in base a somiglianze tematiche, assegnando nomi contestuali suggeriti tramite modelli NLP processati interamente on-device. Questa scelta architetturale, che esclude il ricorso a server esterni, rappresenta un’evoluzione coerente con l’identità di Firefox e con il crescente bisogno di privacy trasparente. L’esperienza dell’utente risulta semplificata, la memoria ottimizzata e le informazioni rimangono sul dispositivo. Il rilascio include anche ulteriori miglioramenti mirati all’internazionalizzazione e alla produttività. Sono stati attivati sistemi di autocompletamento degli indirizzi per mercati come Brasile, Spagna e Giappone, è stata introdotta la conversione contestuale di unità metriche, fusi orari e temperature, ed è stato aggiunto il dizionario catalano-valenciano al modulo di spellcheck. Il team Mozilla ha inoltre aggiornato la compatibilità grafica su Windows 11, rinnovando il set di icone secondo le linee guida stilistiche del sistema operativo Microsoft. Mozilla continua a ridurre la dipendenza dal cloud, evitando restart forzati post-aggiornamento su Linux e migliorando la gestione dei vertical tabs, ora ridimensionabili dinamicamente. La versione 141.0 si presenta dunque come un rilascio maturo, pensato per consolidare la centralità di Firefox tra gli utenti più attenti alla gestione granulare della propria esperienza digitale.

Brave Android 1.80.113 e la sfida mobile a Chrome

Se Firefox ha puntato sulla ristrutturazione intelligente del browsing desktop, Brave ha concentrato i propri sforzi sul miglioramento dell’efficienza energetica e delle performance su Android. La versione 1.80.113, testata su dispositivi come Pixel 6a con Android 13, ha dimostrato una riduzione del consumo batteria del 4%, un calo dell’utilizzo CPU del 9% e una velocità di caricamento delle pagine superiore del 21% rispetto a Chrome. Questi numeri sono resi possibili da un sistema avanzato di blocco pubblicità e tracker, che contribuisce a ridurre la larghezza di banda del 14% in entrata e oltre il 50% in uscita nei confronti di DuckDuckGo, browser con cui Brave ha aperto una competizione diretta segnalando pubblicamente un bug nella gestione delle WebView.

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La memoria occupata è diminuita del 4,6% rispetto a Chrome, nonostante le numerose funzioni per la protezione della privacy attive di default. Brave ha integrato nativamente sistemi di filtraggio fingerprinting e benchmark come Speedometer 3.1 e MotionMark, confermando così la sua leadership nel segmento mobile orientato alla sicurezza e alle prestazioni.

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La compagnia continua a testare internamente temperature e comportamento termico dei dispositivi, offrendo un’esperienza più confortevole per sessioni di navigazione prolungate. L’interfaccia resta leggera, intuitiva e sempre più orientata a un utilizzo fluido anche in contesti con connettività limitata.

ChromeOS evolve tra AI, Deep Search e aggiornamenti di sicurezza

ChromeOS ha ricevuto aggiornamenti sia nella versione stabile che in quella Dev, confermando l’impegno di Google a mantenere il sistema sempre più integrato con l’ecosistema AI. Nella versione stabile 16238.62.0, il sistema ha risolto diverse vulnerabilità di alto impatto, aggiornato il motore di rendering V8 per prevenire integer overflow e ottimizzato la sicurezza del modulo ANGLE. Contestualmente, la build Dev 16358.0.0, basata sul browser Chromium 140.0.7310.0, prepara le basi per i futuri rollout stabili. Il sistema operativo ora integra pienamente l’AI Mode nella nuova scheda iniziale del browser, supportando Gemini 2.5 Pro e la funzione Deep Search, che offre percorsi alternativi per ricerche complesse e analisi testuali. Google ha inoltre aggiornato il widget Search su Android, inserendo un shortcut circolare per l’AI Mode, con possibilità di personalizzare il carousel delle app recenti e attivare Lens per ricerche visive immediate. ChromeOS dimostra quindi non solo attenzione alla sicurezza, ma anche un’adozione progressiva e concreta di intelligenze artificiali distribuite, testate in ambienti educativi e mercati globali, con l’obiettivo di anticipare l’evoluzione verso sistemi AGI benefici.

Una concorrenza che si sposta sull’AI e la privacy

La competizione tra Firefox, Chrome e Brave si gioca ora su nuovi paradigmi. Mozilla punta sulla rielaborazione dei flussi attraverso AI locali, Brave ottimizza le prestazioni in ambienti mobile a basso consumo, mentre Google orchestra una convergenza tra ricerca, browsing e intelligenza generativa. La sicurezza diventa un elemento strutturale, non più accessorio, e il rispetto della privacy non è più relegato a opzione avanzata ma rappresenta una condizione tecnica prioritaria. Tutte e tre le piattaforme convergono verso un ecosistema più coeso, fluido e intelligente, in cui il browser diventa strumento cognitivo, capace di interpretare, organizzare e suggerire, anticipando bisogni e riducendo frizioni. Le interfacce si semplificano, le funzioni si moltiplicano, e l’AI – sempre più vicina all’utente – si ritaglia un ruolo operativo decisivo. L’integrazione di modelli AI locali come quelli impiegati da Firefox 141.0 sfrutta architetture neurali leggere, ottimizzate per ambienti desktop e capaci di effettuare clustering semantico delle tab aperte. Il sistema si avvale di embedding vettoriali costruiti on-device, che misurano la distanza concettuale tra contenuti e assegnano etichette ai gruppi tramite moduli di natural language processing. Tutta l’infrastruttura è progettata per funzionare senza cloud, riducendo l’overhead di rete e preservando la reattività dell’interfaccia utente.

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