Il nuovo sistema biometrico Entry/Exit (EES) dell’Unione Europea, progettato per registrare digitalmente i movimenti dei viaggiatori non appartenenti all’UE, ha debuttato con difficoltà operative all’aeroporto di Praga Václav Havel, dove nella giornata del 12 ottobre 2025 si sono formate code fino a 90 minuti a causa del blocco delle macchine di iscrizione automatica. L’incidente, documentato da passeggeri e giornalisti, mette in evidenza le sfide di un’infrastruttura tecnologica che mira a digitalizzare i controlli di frontiera Schengen ma che richiede ancora un periodo di rodaggio.
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Malfunzionamenti e caos a Praga
Il primo giorno di attivazione del sistema EES ha visto un sovraccarico tecnico che ha costretto il personale dell’aeroporto a gestire manualmente le registrazioni biometriche. Secondo le testimonianze, le postazioni automatiche hanno smesso di funzionare, trasformando un processo pensato per essere automatizzato in un collo di bottiglia gestito “da multi-thread a single-thread”, come lo ha definito il viaggiatore Jim Moore, rimasto bloccato per quasi un’ora e mezza al controllo passaporti. Gli agenti di frontiera, per evitare ulteriori ritardi, hanno reindirizzato cittadini australiani e britannici verso i desk dedicati ai passeggeri UE, bypassando temporaneamente l’iscrizione EES. Moore e altri passeggeri hanno potuto così attraversare i controlli senza registrazione, eludendo involontariamente il sistema biometrico. Nel corso della notte la situazione è migliorata, con il ripristino graduale delle macchine e la riduzione delle code, ma l’episodio ha evidenziato la fragilità del rollout iniziale. L’aeroporto di Praga ha pubblicato un avviso sul proprio sito ufficiale, invitando i passeggeri provenienti da paesi extra-UE ad arrivare con largo anticipo a causa dei “tempi prolungati per i controlli di frontiera”. La struttura ha dichiarato di collaborare con le autorità europee per monitorare e risolvere i problemi tecnici.
Funzionamento e requisiti del sistema EES
Il sistema Entry/Exit (EES) fa parte del più ampio piano europeo per la gestione automatizzata delle frontiere Schengen. L’obiettivo è registrare l’ingresso e l’uscita di viaggiatori non UE di età superiore ai 12 anni, raccogliendo impronte digitali, dati biometrici facciali e informazioni del passaporto al primo ingresso. L’iscrizione è gratuita e valida per tre anni, con rinnovo automatico a ogni nuovo viaggio. I dati vengono memorizzati in un database centralizzato accessibile alle autorità di sicurezza europee, nel rispetto delle norme GDPR sulla protezione dei dati personali. L’EES è pensato per velocizzare i controlli futuri, prevenire soggiorni oltre i limiti consentiti e migliorare il monitoraggio dei flussi migratori. Tuttavia, nelle prime fasi operative, il sistema ha mostrato vulnerabilità legate al carico simultaneo di dati, soprattutto negli aeroporti con arrivi multipli o voli di grandi dimensioni. La Repubblica Ceca è tra i primi tre paesi – insieme a Estonia e Lussemburgo – ad aver avviato l’implementazione completa, mentre gli altri stati dell’area Schengen seguiranno progressivamente entro marzo 2026.
Impatto sui viaggiatori internazionali
Per i passeggeri extra-UE, il nuovo sistema rappresenta un cambiamento sostanziale nelle procedure di frontiera. Al primo ingresso in Europa sarà obbligatoria la registrazione biometrica, che potrà richiedere alcuni minuti per completarsi, soprattutto nelle fasi iniziali. A lungo termine, l’EES dovrebbe ridurre i tempi medi di controllo, poiché i viaggiatori già registrati potranno passare rapidamente attraverso postazioni automatizzate. Tuttavia, l’esperienza di Praga suggerisce che la fase di transizione sarà lenta e disomogenea, con differenze operative tra aeroporti e possibili disagi per il turismo.
Il caso ha suscitato particolare attenzione nel Regno Unito, da dove proviene una quota significativa dei visitatori diretti in Repubblica Ceca. Nel 2024, 2,1 milioni di turisti britannici hanno visitato Praga, un incremento del 29% rispetto all’anno precedente, rendendo essenziale per l’aeroporto garantire flussi regolari. Le autorità ceche e la Commissione Europea hanno dichiarato che i problemi tecnici sono stati “previsti e gestiti”, parte di una fase di test destinata a migliorare l’affidabilità del sistema. Sono previste nuove sessioni di formazione per il personale e aggiornamenti software delle macchine EES per evitare blocchi simili.
Tecnologie biometriche e sicurezza dei dati
L’EES si basa su un’infrastruttura tecnologica avanzata che combina scanner di impronte digitali ad alta risoluzione e riconoscimento facciale basato su intelligenza artificiale. Le postazioni automatizzate sono progettate per ridurre al minimo l’interazione fisica, migliorando anche gli standard igienici post-pandemia. Ogni registrazione biometrica è criptata e trasmessa al database centrale dell’UE-LISA, l’agenzia europea responsabile dei sistemi IT di sicurezza. Il sistema è collegato a reti di dati esistenti, come VIS (Visa Information System) e SIS (Schengen Information System), per garantire il controllo incrociato di identità e movimenti. L’Unione Europea assicura che i dati verranno conservati in conformità con il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) e che gli utenti avranno diritto di accesso, rettifica e cancellazione delle proprie informazioni personali.
Prossimi passi: rollout completo e arrivo dell’ETIAS
L’introduzione del sistema EES rappresenta il primo passo verso una gestione completamente digitale delle frontiere. Entro la fine del 2026, l’Unione Europea attiverà anche il sistema ETIAS (European Travel Information and Authorization System), una piattaforma di pre-autorizzazione simile all’ESTA statunitense. L’ETIAS richiederà ai viaggiatori non UE di ottenere un’autorizzazione online prima della partenza, al costo di 20 euro, con una validità di tre anni. Il sistema verificherà automaticamente i dati attraverso i database di sicurezza europei e internazionali, riducendo il rischio di ingressi irregolari e migliorando il controllo preventivo. L’implementazione combinata di EES e ETIAS segnerà una trasformazione epocale nella mobilità internazionale europea: confini più sicuri, processi più veloci, ma anche una fase di adattamento complessa che richiederà cooperazione, trasparenza e solide garanzie tecnologiche.