Le autorità statunitensi hanno sequestrato 1,38 miliardi di euro in criptovalute al vertice del Prince Group, una delle organizzazioni criminali più potenti del Sud-est asiatico, accusata di frodi globali e traffico di esseri umani. L’operazione, annunciata dal Dipartimento di Giustizia USA (DoJ), rappresenta il più grande sequestro legato a una rete di “pig butchering”, le truffe sentimentali e d’investimento che hanno devastato migliaia di vittime in tutto il mondo. Il principale indagato è Chen Zhi, noto anche come Vincent Chen, presidente del Prince Group e figura chiave nel sistema di lavoro forzato e riciclaggio di denaro che operava dalla Cambogia. Gli Stati Uniti, in coordinamento con il Regno Unito e l’Office of Foreign Assets Control (OFAC), hanno imposto sanzioni internazionali a Chen e ad altri 146 affiliati, congelando conti e beni collegati alla rete criminale. Il Dipartimento di Giustizia ha collegato le operazioni del gruppo a perdite per oltre 9,17 miliardi di euro solo nel 2024 da parte di cittadini americani, un aumento del 66% rispetto all’anno precedente.
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Un impero criminale mascherato da conglomerato
Fondato intorno al 2015, il Prince Group ha costruito un impero economico parallelo composto da oltre 100 società fantasma registrate in più di 30 paesi. Dietro la facciata di un gruppo finanziario internazionale, l’organizzazione gestiva compound fortificati in Cambogia dove centinaia di lavoratori erano trafficati, imprigionati e costretti a operare come truffatori digitali. Questi campi di lavoro erano circondati da muri alti e filo spinato, con dormitori sovraffollati e sorvegliati da personale armato. Le indagini documentano abusi fisici, torture e minacce verso chi tentava di fuggire o si rifiutava di partecipare alle truffe. Da questi compound partivano migliaia di messaggi giornalieri inviati attraverso social media, app di dating e piattaforme di messaggistica cifrata, progettati per instaurare relazioni di fiducia con le vittime. Dopo settimane di conversazioni, gli operatori indirizzavano le vittime verso finti investimenti in criptovalute ospitati su siti web clone, controllati dal gruppo stesso.
Frodi, criptovalute e riciclaggio multilivello

L’organizzazione guidata da Chen Zhi ha sviluppato un sofisticato schema di money laundering su più livelli. Le criptovalute ottenute dalle truffe venivano sparate (“spraying”) su centinaia di wallet diversi, frammentando le tracce digitali per ostacolare il tracciamento forense. Successivamente, un sistema di funneling consolidava i fondi in portafogli di controllo, che poi li convertivano in valuta fiat e li depositavano su conti bancari offshore. Secondo i documenti presentati al tribunale federale di Washington, parte dei proventi veniva utilizzata per acquisti di lusso — yacht, jet privati, ville, opere d’arte, inclusa una tela di Picasso acquistata a New York — nel tentativo di legittimare la ricchezza accumulata. Il Dipartimento di Giustizia ha tracciato i flussi attraverso collaborazioni internazionali con Binance, Chainalysis e Elliptic, ricostruendo le rotte dei trasferimenti crypto fino a wallet situati in Singapore, Dubai e Hong Kong.
Chen Zhi, accusato di frode, tratta di esseri umani e riciclaggio
Il DoJ ha formalmente incriminato Chen Zhi per frode finanziaria, riciclaggio di denaro e traffico di esseri umani, in un’indagine che definisce “la più ampia mai condotta nel Sud-est asiatico contro il pig butchering”. Chen Zhi, che rimane latitante, è descritto come il direttore strategico e operativo del network criminale. Le accuse includono corruzione di funzionari pubblici cambogiani, violenza contro lavoratori sequestrati e evasione delle indagini internazionali.

Le autorità americane sostengono che il leader del gruppo abbia utilizzato società di facciata per canalizzare miliardi attraverso investimenti immobiliari e fintech in Cambogia e Malesia. Gli inquirenti ritengono che Chen Zhi sia ancora in Asia, protetto da una rete di sicurezza privata e da coperture politiche locali.
Azioni legali e sanzioni internazionali
L’operazione di sequestro da 1,38 miliardi di euro ha coinvolto il Dipartimento del Tesoro USA, il Federal Bureau of Investigation (FBI) e l’Homeland Security Investigations (HSI). Oltre al congelamento dei fondi crypto, sono stati bloccati conti bancari e asset fisici riconducibili al gruppo, con misure coordinate anche dal Foreign, Commonwealth & Development Office (FCDO) britannico. L’OFAC ha aggiunto Chen Zhi e 146 entità affiliate alla sua lista di sanzioni economiche, impedendo qualsiasi transazione internazionale in dollari o euro. Gli Stati Uniti stimano che i network legati al Prince Group abbiano generato frodi online per oltre 15 miliardi di euro nel complesso, con ramificazioni in Asia, Africa e Europa dell’Est.
Impatto sulle vittime e sicurezza globale
Le truffe di tipo pig butchering hanno raggiunto livelli epidemici: nel solo 2024, le vittime americane hanno perso oltre 9 miliardi di euro, con un incremento del 66% rispetto al 2023. Oltre al danno economico, le conseguenze psicologiche sono devastanti: le vittime descrivono relazioni manipolatorie di lunga durata, culminate in perdite di risparmi, isolamento sociale e depressione. Le autorità USA stanno avviando programmi di supporto finanziario e psicologico per le vittime, oltre a campagne di educazione digitale per riconoscere i segnali di truffa. Tra le raccomandazioni principali figurano l’uso di exchange regolamentati, la verifica delle identità e l’evitare di fornire informazioni personali o finanziarie a contatti non sollecitati online.
Collaborazione internazionale e contrasto al pig butchering
L’operazione segna un precedente storico nella cooperazione tra forze dell’ordine globali. Gli Stati Uniti lavorano con partner in Europa, Australia, Cambogia e Filippine per smantellare le infrastrutture fisiche e digitali delle reti di pig butchering. Il Tesoro USA sta inoltre collaborando con banche centrali asiatiche per monitorare i flussi sospetti di criptovalute, mentre l’Interpol prepara un mandato di cattura internazionale per Chen Zhi. Il Dipartimento di Giustizia ha dichiarato che il sequestro non rappresenta la fine delle indagini, ma l’inizio di una fase di rimpatrio dei fondi alle vittime e di identificazione di ulteriori complici in Cambogia, Laos e Myanmar.