Microsoft conferma 3 bug aggiornamenti Windows di ottobre 2025: quali sono e come fare

di Redazione
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Microsoft ha confermato la presenza di tre bug distinti negli aggiornamenti distribuiti a ottobre 2025 per Windows 10, Windows 11 e Windows Server 2025, che hanno generato alert errati sulla fine del supporto, malfunzionamenti del Task Manager e la disabilitazione temporanea dell’hotpatching. Le problematiche, pur con impatti diversi, hanno interessato utenti Enterprise, Pro ed Education, sollevando dubbi sulla stabilità dei rollout mensili. L’azienda ha riconosciuto pubblicamente gli errori e ha distribuito fix cloud e aggiornamenti correttivi tramite Known Issue Rollback (KIR) e nuove build cumulative, assicurando che nessuno dei bug incida sulla sicurezza o sull’erogazione delle patch ufficiali.

Bug alert fine supporto in Windows 10

Il primo errore riguarda gli alert di fine supporto visualizzati erroneamente dopo l’installazione degli aggiornamenti di ottobre 2025 su Windows 10 Enterprise, Pro ed Education. Gli utenti hanno segnalato messaggi che indicavano “La tua versione di Windows ha raggiunto la fine del supporto” nella pagina di Windows Update, nonostante le versioni Enterprise LTSC 2021 e IoT Enterprise LTSC 2021 restino supportate fino al 2027 e al 2029, con estensioni ESU fino al 2032.
Microsoft ha chiarito che si tratta di un bug cosmetico e che i sistemi continuano a ricevere regolarmente gli aggiornamenti di sicurezza. Per risolvere, l’azienda ha distribuito una configurazione cloud correttiva che richiede connessione a Internet e riavvio del dispositivo. Gli amministratori possono applicare manualmente il fix tramite Known Issue Rollback (KIR), scaricando il pacchetto MSI dedicato e impostando la policy KB5066791 a “Disabled” per le versioni 21H2 e 22H2.
Microsoft ha inoltre confermato che le build LTSC e i dispositivi con Extended Security Updates attivi non sono soggetti a interruzioni reali, ma solo a un messaggio visivo errato. Tuttavia, sistemi offline o con policy restrittive potrebbero non ricevere automaticamente la correzione fino all’inclusione del fix permanente nel cumulativo di novembre.

Problemi del Task Manager dopo update di Windows 11

Il secondo bug colpisce Windows 11 24H2 dopo l’installazione dell’update opzionale KB5067036, rilasciato il 28 ottobre 2025. Gli utenti segnalano che il Task Manager non si chiude correttamente quando viene premuto il pulsante “X”, lasciando processi taskmgr.exe attivi in background. Le istanze multiple consumano risorse e, nei sistemi meno performanti, causano stuttering e lag del sistema.
Microsoft ha riconosciuto ufficialmente l’errore nel proprio portale Windows Release Health, specificando che il problema si limita al pacchetto KB5067036 e non interessa gli aggiornamenti stabili precedenti. Gli utenti possono mitigare manualmente la situazione terminando i processi residui da un nuovo Task Manager o utilizzando il comando:

taskkill.exe /im taskmgr.exe /f

L’azienda ha fornito un workaround temporaneo, in attesa del rilascio di un fix integrato nel prossimo cumulativo. Il problema non influisce sul funzionamento generale del sistema ma compromette la gestione dei processi in contesti professionali e di monitoraggio, riducendo l’affidabilità del tool. Gli utenti sono invitati a disabilitare gli aggiornamenti opzionali e ad attendere la versione stabile di novembre.

Disabilitazione dell’hotpatching in Windows Server 2025

Il terzo problema emerso riguarda Windows Server 2025, in seguito al rilascio dell’aggiornamento fuori banda KB5070881, destinato a correggere la vulnerabilità critica CVE-2025-59287, una falla RCE (Remote Code Execution) nel servizio Windows Server Update Services (WSUS). Dopo l’installazione, numerosi amministratori hanno riscontrato la disattivazione involontaria dell’hotpatching, funzionalità che consente l’applicazione di patch senza riavvii. Microsoft ha sospeso immediatamente la distribuzione di KB5070881 e ha pubblicato il successivo KB5070893, che risolve la vulnerabilità senza compromettere l’hotpatching. Il nuovo update è stato inserito nella baseline di ottobre KB5066835 e richiede un riavvio solo sui server WSUS attivi. L’agenzia CISA ha classificato la vulnerabilità come prioritaria e ha ordinato la patch immediata di tutti i sistemi governativi. Secondo i dati di Shadowserver, oltre 2.600 istanze WSUS risultavano esposte online. Microsoft ha confermato che i sistemi aggiornati a KB5070893 mantengono il regolare ciclo di hotpatch, mentre quelli rimasti a KB5070881 riceveranno una nuova sincronizzazione a partire da gennaio 2026.

Workaround e fix per i bug di ottobre

Per gli amministratori aziendali, Microsoft ha fornito una serie di mitigazioni pratiche:

  • Applicare il Known Issue Rollback (KIR) o installare il fix cloud per eliminare l’alert errato di Windows 10.
  • Terminare manualmente i processi taskmgr.exe su Windows 11 24H2 o evitare l’installazione di KB5067036.
  • Aggiornare Windows Server 2025 con KB5070893 evitando il pacchetto KB5070881 per mantenere l’hotpatching attivo.

Gli utenti sono inoltre invitati a mantenere una connessione Internet attiva, abilitare le policy di aggiornamento automatico e monitorare le sezioni “Known Issues” nei portali ufficiali. Microsoft ha assicurato che i fix permanenti saranno inclusi nei prossimi aggiornamenti cumulativi di novembre 2025, e che la distribuzione cloud dei correttivi è già in corso per i sistemi connessi.

Impatto su utenti enterprise e pro

Gli errori di ottobre hanno avuto un impatto particolare sugli utenti Enterprise e Pro, che hanno visto messaggi fuorvianti sulla fine del supporto o anomalie nei processi di sistema. Tuttavia, nessun aggiornamento è stato interrotto e la sicurezza delle piattaforme resta intatta. I sistemi LTSC continuano a ricevere regolarmente patch fino al 2032, mentre le edizioni Education e IoT non subiscono effetti funzionali. Nei contesti server, la rapida correzione del bug di hotpatching ha evitato downtime prolungati e ha dimostrato l’efficacia delle procedure OOB di Microsoft. Gli analisti evidenziano che questi episodi riflettono le sfide crescenti nella gestione dei rollout mensili, ma anche la tempestività dell’azienda nel rispondere alle criticità con aggiornamenti mirati e trasparenti.