DHS espande la biometria, Londra loda il riconoscimento facciale e crescono rischi cyber in Europa

di Redazione
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Il panorama della sicurezza globale si trasforma rapidamente, tra l’espansione della raccolta biometrica da parte del Department of Homeland Security (DHS) negli Stati Uniti, l’uso record del riconoscimento facciale da parte della polizia di Londra e il preoccupante aumento della violenza fisica legata ai crimini cyber in Europa. Queste evoluzioni delineano un equilibrio sempre più fragile tra controllo, privacy e minaccia, in un contesto dove le tecnologie di identificazione e sorveglianza si intrecciano con tattiche criminali ibride.

Proposta del DHS per l’espansione biometrica

Il DHS propone una regola che amplia in modo radicale la raccolta di dati biometrici in tutti i processi immigratori e amministrativi. La misura, pubblicata nel Federal Register il 3 novembre 2025, estende l’obbligo non solo agli immigrati, ma anche a cittadini statunitensi, nazionali e residenti permanenti legali coinvolti in richieste di benefici o petizioni. L’obiettivo dichiarato è verificare identità, prevenire frodi e migliorare la gestione dei procedimenti, ma la definizione estesa di “biometria” include ora scansioni dell’iride, impronte vocali e campioni di DNA. La proposta concede all’agenzia l’autorità di richiedere DNA grezzo o risultati di test genetici per verificare relazioni familiari o sesso biologico, senza limiti di età per i soggetti coinvolti. Le applicazioni si estendono anche agli “alien apprehended” — persone arrestate o fermate da DHS — per scopi di identificazione, sicurezza nazionale e controllo documentale. Le reazioni pubbliche sono state fortemente negative: la quasi totalità dei commenti raccolti fino al 2 gennaio denuncia un eccesso di potere governativo e violazioni del Quarto Emendamento, paragonando la misura a pratiche di sorveglianza tipiche di regimi autoritari. Le principali preoccupazioni riguardano l’uso improprio dei dati genetici, la vulnerabilità agli attacchi informatici e i rischi di spoofing AI legati al riconoscimento vocale.

Successi e controversie del riconoscimento facciale a Londra

Nel Regno Unito, la Metropolitan Police Service di Londra celebra un anno record nell’uso del Live Facial Recognition (LFR), con 962 arresti ottenuti da oltre 3,1 milioni di volti scansionati tra settembre 2024 e settembre 2025. Secondo il rapporto ufficiale, solo 10 falsi positivi sono stati registrati, con un tasso di errore dello 0,0003%, un risultato che la polizia definisce “game-changing” per la sicurezza pubblica.
La tecnologia è impiegata in 203 operazioni in hotspot criminali, portando all’arresto di soggetti ricercati da tribunali, sospetti di violenza domestica e autori di reati sessuali. Tuttavia, emergono critiche sui bias razziali: l’80% dei falsi positivi riguarda individui neri, principalmente uomini tra i 25 e i 43 anni. Organizzazioni come Big Brother Watch denunciano il rischio di un uso discriminatorio e la mancanza di un quadro legale chiaro per il riconoscimento facciale live. La polizia londinese, attraverso la responsabile Lindsey Chiswick, respinge le accuse di profiling, spiegando che le statistiche riflettono la maggiore presenza delle pattuglie in aree ad alta criminalità e che le tecnologie LFR sono testate con standard indipendenti dal National Physical Laboratory. Un sondaggio del Mayor’s Office for Policing and Crime indica comunque un 85% di supporto pubblico all’uso del riconoscimento facciale, soprattutto tra gli over 65, mentre la maggioranza dei giovani e delle minoranze etniche rimane contraria per timori legati alla privacy.

Violenza fisica e cybercrime in Europa

Mentre la biometria e la sorveglianza si estendono, l’Europa affronta una nuova ondata di violenza fisica associata al crimine informatico, con almeno 18 casi documentati dal 2025, in particolare in Francia e nel Regno Unito. Il report CrowdStrike 2025 European Threat Landscape evidenzia come reti eCrime occidentali, tra cui The Com e Scattered Spider, stiano fondendo tecniche digitali e coercizione fisica per estorcere asset crypto. Tra i casi più eclatanti figurano il rapimento del co-fondatore di Ledger, David Balland, aggredito in Francia e mutilato per ottenere l’accesso ai wallet, e il sequestro di un professionista parigino derubato di 2,1 milioni di euro in Bitcoin. In altri episodi, le vittime sono state drogate o aggredite per estrarre chiavi d’accesso o codici di autenticazione. Secondo il report, i criminali utilizzano bot Telegram per intercettare codici OTP, coordinando azioni fisiche con attacchi di phishing, vishing e social engineering. L’UK emerge come il Paese più colpito dal cybercrime complessivo, con oltre 2.100 attacchi rivendicati da gennaio 2024, di cui il 92% legato a ransomware o furto dati. Broker di accesso vendono credenziali a gruppi ransomware, facilitando l’infiltrazione nei settori accademici, manifatturieri e tecnologici.

Tendenze e connessioni per la sicurezza globale

La convergenza tra sorveglianza avanzata e criminalità ibrida rappresenta un punto di svolta per la sicurezza mondiale. Da un lato, le istituzioni adottano strumenti biometrici e algoritmi di identificazione per rafforzare il controllo; dall’altro, i cybercriminali evolvono verso metodi sempre più brutali e complessi, abbattendo i confini tra digitale e fisico. Negli Stati Uniti, la proposta del DHS apre il dibattito su privacy genetica e potere statale, mentre in Europa il successo della polizia di Londra alimenta la discussione sull’uso etico dell’intelligenza artificiale nelle forze dell’ordine. Il parallelo aumento della violenza associata ai crimini cyber mostra che la tecnologia, seppur cruciale per la sicurezza, può generare nuove vulnerabilità quando non accompagnata da un quadro regolatorio e culturale adeguato.