Trump si rafforza con telefoni ‘impenetrabili’ e Musk tutela Vance

da Livio Varriale
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A meno di un mese dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, il team di Donald Trump ha investito in tecnologia sicura per prevenire nuovi attacchi informatici. Dopo che hacker pro-iraniani hanno rubato email e altri dati dalla campagna, il fornitore di attrezzature militari Green Hills Software ha fornito telefoni e computer ritenuti “inviolabili” per proteggere le comunicazioni della campagna.

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Quale sistema operativo utilizzano i telefoni del comitato Trump?

Il sistema operativo impiegato, Green Hills Integrity-178B, è lo stesso utilizzato su velivoli militari come il bombardiere stealth B-2 e i caccia F-22 e F-35, ed è uno dei pochi ad essere certificato al livello di sicurezza Evaluation Assurance Level 6. L’azienda dichiara che la sicurezza deriva da un codice estremamente ridotto (circa 10.000 righe) e accuratamente testato.

Il CEO di Green Hills, Dan O’Dowd, ha spiegato che il loro sistema è progettato per evitare ogni possibilità di intrusione, con un intero team dedicato a trovare e correggere eventuali vulnerabilità. La società è riuscita a costruire un business da miliardi di dollari, fornendo sistemi sicuri per il settore militare e delle forze dell’ordine. O’Dowd ha anche sottolineato che questo livello di sicurezza dovrebbe essere esteso ai sistemi di voto per garantire l’integrità dei processi elettorali, particolarmente critici.

Nonostante Green Hills affermi che i suoi dispositivi siano immuni a strumenti di sorveglianza come Pegasus del gruppo NSO, molti hacker, sia criminali che white-hat, vedono queste affermazioni come una sfida. Infatti, nonostante l’ambizione della società di creare sistemi inviolabili, molti esperti sottolineano che nessun software è completamente immune da attacchi dedicati.

Lo spionaggio dell’Iran sbarca su X

Tre cittadini iraniani sono stati incriminati per aver rubato e divulgato dati sensibili della campagna di Trump, inviando tali informazioni anche al team di Joe Biden, che ha però ignorato la comunicazione. La campagna di Trump ha quindi deciso di dotarsi di tecnologie avanzate per evitare nuovi incidenti simili.

Oltre alle preoccupazioni per la sicurezza informatica, la campagna di Trump ha affrontato anche questioni legate alla gestione dei dati sensibili. Di recente, ha chiesto alla piattaforma X (precedentemente Twitter) di bloccare la diffusione di un dossier hackerato riguardante il candidato vicepresidente JD Vance, riuscendo a ottenere il blocco dei link in base alle regole della piattaforma contro la diffusione di informazioni personali non redatte. Questa azione è in netto contrasto con la decisione di Elon Musk di criticare, due anni fa, la rimozione di una storia simile su Hunter Biden, che egli aveva definito una violazione del Primo Emendamento.

Queste vicende evidenziano le sfide che affrontano le campagne presidenziali moderne, non solo in termini di sicurezza informatica, ma anche nella gestione delle informazioni personali e della libertà di espressione nelle piattaforme social.

Si può anche come

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